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Archivio storico dell'arte — 6.1893

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Fasc. II
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Fabriczy, Cornelius von: Il libro di schizzi d'un pittore olandese nel Museo di Stuttgart
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https://doi.org/10.11588/diglit.18092#0164

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126

C. DE FABRICZY

ferente da quello originario di Bramante. Dinanzi a questo pilone poi si vede, murata quasi
a metà della sua altezza, una parte del muro di recinto per la piccola cupola laterale sud-
ovest, la quale, secondo la pianta di Michelangelo, doveva — come lo fa difatti riem-
pire l'angolo fra le absidi ovest e sud. S'intende da se che, visto il punto da cui il nostro
artista rilevò il suo disegno, nulla si può scorgere in quest'ultimo dell'antica basilica di
San Pietro, benché la sua parte anteriore non venisse demolita prima del 1000 (tav. la).

Sul tergo del nostro foglio c'è un disegno di paesaggio fatto posteriormente e da altra
mano, che non offre nessun interesse.

fol. 146, n. 393, a. 25.5, 1. 42. Disegno a penna, come i n. 383 e 392. La qualità
della carta, il colore dell'inchiostro, il modo del disegnare e la maniera del trattamento
dei diversi piani non lasciano nessun dubbio che questi tre fogli, del resto anche eguali
nelle loro misure, non siano stati rilevati dalla stessa mano ed allo stesso tempo. 11 nostro
disegno ci fa vedere nel primo piano della sua metà sinistra tutto il complesso degli edi-
lizi appartenenti all'ospedale di Santo Spirito in Trastevere, lino alla cupola poligonale
che si alza sopra il centro della grande sala principale e che, come gli altri edilìzi princi-
pali del detto complesso, fu costruita anch'essa al tempo di Sisto V (1472-1483). Della chiesa
di Santo Spirito e del suo campanile non si vede nulla, essendo il nostro artista arrivato
già col disegno della cupola al margine del foglio. La veduta è presa dalla sponda destra
del Tevere, presso a poco dalla cappella dell'ospedale dei pazzi. È un testimonio per
l'esattezza del disegnatori1, ch'egli distingue chiaramente sulla cupola sopra rammentata
le finestre arcate a due colonnette nei suoi lati più larghi da quelle spartite da una sola
colonnina nei lati minori. Anche le due rosette nell'arco delle finestre tripartite sono distin-
tamente riprodotte. Nel primo piano della metà destra del nostro disegno vediamo il Tevere,
ed in esso gli avanzi dei tre piloni del ponte Vaticano o Neroniano, distrutto già al tempo
della costruzione del muro di recinto Aureliano. Sul pilone vicino alla riva destra del fiume
si scorge un mulino a nave. Nel piano di mezzo è raffigurata una fila di case che lungo
la riva del Tevere si stende verso Castel Sant'Angelo; il loro posto è in oggi parte occu-
pato dalla cosidetta sala Benedettina, eretta da Benedetto XIV (1740-1758). A destra, più nel
piano di dietro, vediamo Castello o ponte Sant'Angelo, ed al di là del ponte, sopra la riva
del Tevere alquanto erta, parecchie fabbriche, forse appartenenti alla villa Altoviti (tav. 2a).

1/ immagine di Castel Sant'Angelo, raffigurata nel nostro disegno, non differisce nella
essenza da quella che abbiamo sotto gli occhi oggidì. In particolare ci si presenta spicca-
tamente il terzo recinto bastionato esteriore, costrutto da Pio IV nel 1561, come lo vediamo
pure nella stampa del Gamurri {Libri quattro dell'antichità de la città di Roma, Venezia, 1565)
sincrona, o quasi, al nostro disegno (cfr. Borgati, Castel Sant'Angelo, Roma, 1889, p. 135, fig. 33).
La forma delle costruzioni situate sul sommo della terrazza ò pure quasi quella d'oggidì.
Se non che vi è indicata, sorgente dalla cima della torre di mezzo, l'alta pertica fissata e
tenuta da funi tese tutto all'intorno nella periferia della torre, e sulla cui punta si scorge
la figura di legno dell'angelo San Michele, mentre in giù sullo stesso posto occupato ora
dalla statua di bronzo di San Michele vediamo anche raffigurata quella anteriore di pietra,
scolpita — secondo quanto ce ne informa il Vasari (V. 628) — da Raffaello da Montelupo.
Ambedue, del resto, sullo stesso posto furono già ravvisate nel 1536 dal giureconsulto di
Fraucoforte Giov. Fichard, che nella sua Italia le descrive con queste parole : «In suprema
parte Burgi Angeli stant duo, strictis gladiis, alter humi, alter deauratus in altissima pertica
collocatus ». (Sui loro predecessori cfr. Muntz, Les antiquités de Rome, Paris, 1886, pag. 60,
nota 1 ; Cerasoli, Documenti nuovi su Castel Sant'Angelo, Roma, 1892, p. 3 seg., e A. Geffroy,
Une vue inèdite de Bome en 1459, nei Mélanges de G. B. de Bossi, Rome, 1892, p. 361 seg.).

Con questo foglio hanno line i disegni smarritisi dal taccuino del nostro artista nel grande
volume miscellaneo del Museo di Stuttgart.

Roma, 15 gennaio 1893.

C. DE FABKICZY.
 
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