L ARCHITETTURA IONICA
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di forma quadrata appena appena sporgente dal fusto. Le tombe principali sono quelle di
Kastamuni, di Hambarkaia e d'Jskelib. Ad Iskelib una di esse ha i capitelli costituiti da un
muso d'animale, del quale si vede anche la parte anteriore. Pare un leone, ma ò tanto cor-
roso che mal si potrebbe decidere a qua! bestia quel muso veramente appartenga. Ad ogni
modo cito questo fatto che ci richiama col pensiero a quello del capitello bicefalo dei
Persiani.
1 Pafiagoni non furono mai gente siffatta da supporre che si fossero creata un'archi-
tettura in proprie. Da dove dunque potevano essi aver tolto l'uso della colonna? Confina-
vano con la Bitinia e col Ponto, e altresì con la Frigia e coi Kittiti della Cappadocia. Sulle
rive dell'Eussino erano anche fronteggiati dalla colonia greca di Sinope; ma quelle loro
tombe si ritengono anteriori, ad ogni greca influenza. Da qualunque parte però le tombe
della Patagonia derivino, esse, come abbiamo visto, sono tali che non possono offrire contri-
buto utile alle nostre ricerche.
Più larga messe di studio ci presenta la Licia con le sue mille e mille tombe rupestri.
Quantunque la più parte di esse sia posteriore alla conquista persiana, e talvolta anche alla
macedone, tuttavia il loro carattere speciale e originalis-
simo rispecchia un'arte del tutto paesana e meritevole
(Tesarne. La Licia non conosce il tumulo, che ò la sepoltura
propria dei paesi in pianura; e se lo conoscono i Frigi
del Sipilo ed i Misi, è perchè lo avevano portato in Asia
dalle pianure della Tracia, e conservandolo per abitudine,
lo comunicarono ai Cari ed ai Lidi. I Liei scavavano e
scolpivano le loro tombe nelle rupi; e queste tombe sono
in ogni loro parte la riproduzione così fedele e scrupolosa
di una costruzione lignea che potrebbero considerarsene
come una pietrificazione. 1 In esse il legno apparisce
sempre accuratamente squadrato e congiunto per via di
incastri a mezza grossezza, cosicché le parti commesse
sopravanzano sempre all'incastro incrociandosi. Le costru-
zioni che esse ritraggono sono formate da un sistema di
robuste intelaiature di travi che si commettono fra loro
in corrispondenza ad ogni faccia dell'edilizio, non esclusa quella che posa sul terreno e l'altra
opposta che corrisponde al soffitto. Quest'ultima è attraversata a distanze uguali da altre
travi parallele, le quali reggono la copertura finale, che è costituita da una stesa di correnti
o fusti rotondi tutti a contatto fra loro, e che sporgendo al pari delle travi sottoposte, ven-
gono a formare una tettoia assai pronunciata. Questi correnti rotondi alle due estremità
longitudinali sono tenuti fermi da un asse squadrato di pari altezza. Finalmente al di sopra
di quella tettoia ricorre all'ingiro una intelaiatura fatta di due o tre assi sovrapposti, la quale
sta a racchiudere e contenere quello strato d'argilla o terra battuta, che, ricoperto di paglia,
o di canne, o di altro integumento opportuno, serve a difendere la costruzione dalla pioggia,
dal freddo e dalla s'orza dei raggi solari.
L'edilìzio licio è composto ordinariamente di due o tre piani, separati fra loro col solito
sistema delle intelaiature trabali affidate e commesse ad incastro ai fulcri maggiori, e raffor-
zate da travi traverse, le cui testate sporgono a varie altezze dai fianchi di esso; ma nelle
tombe, per dare più nobiltà e fors'anche più giusta grandezza alla porta d'ingresso, nella
facciata suol sempre sopprimersi quella divisione che starebbe a segnare il piano inferiore,
e così viene questo a formare tutta una cosa col medio. La decorazione delle facciate
1 La descrizione più esatta e completa dei monu-
menti della Licia si ha in Benndorf, Reiaen, tom. L
Per riunire in un tipo unico le diverse varianti delle
tombe licie, egli ha disegnato un diagramma delle me-
desime, che io pure qui riproduco nella fig. la, siccome
quello che meglio si presta all'intelligenza del lettore.
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di forma quadrata appena appena sporgente dal fusto. Le tombe principali sono quelle di
Kastamuni, di Hambarkaia e d'Jskelib. Ad Iskelib una di esse ha i capitelli costituiti da un
muso d'animale, del quale si vede anche la parte anteriore. Pare un leone, ma ò tanto cor-
roso che mal si potrebbe decidere a qua! bestia quel muso veramente appartenga. Ad ogni
modo cito questo fatto che ci richiama col pensiero a quello del capitello bicefalo dei
Persiani.
1 Pafiagoni non furono mai gente siffatta da supporre che si fossero creata un'archi-
tettura in proprie. Da dove dunque potevano essi aver tolto l'uso della colonna? Confina-
vano con la Bitinia e col Ponto, e altresì con la Frigia e coi Kittiti della Cappadocia. Sulle
rive dell'Eussino erano anche fronteggiati dalla colonia greca di Sinope; ma quelle loro
tombe si ritengono anteriori, ad ogni greca influenza. Da qualunque parte però le tombe
della Patagonia derivino, esse, come abbiamo visto, sono tali che non possono offrire contri-
buto utile alle nostre ricerche.
Più larga messe di studio ci presenta la Licia con le sue mille e mille tombe rupestri.
Quantunque la più parte di esse sia posteriore alla conquista persiana, e talvolta anche alla
macedone, tuttavia il loro carattere speciale e originalis-
simo rispecchia un'arte del tutto paesana e meritevole
(Tesarne. La Licia non conosce il tumulo, che ò la sepoltura
propria dei paesi in pianura; e se lo conoscono i Frigi
del Sipilo ed i Misi, è perchè lo avevano portato in Asia
dalle pianure della Tracia, e conservandolo per abitudine,
lo comunicarono ai Cari ed ai Lidi. I Liei scavavano e
scolpivano le loro tombe nelle rupi; e queste tombe sono
in ogni loro parte la riproduzione così fedele e scrupolosa
di una costruzione lignea che potrebbero considerarsene
come una pietrificazione. 1 In esse il legno apparisce
sempre accuratamente squadrato e congiunto per via di
incastri a mezza grossezza, cosicché le parti commesse
sopravanzano sempre all'incastro incrociandosi. Le costru-
zioni che esse ritraggono sono formate da un sistema di
robuste intelaiature di travi che si commettono fra loro
in corrispondenza ad ogni faccia dell'edilizio, non esclusa quella che posa sul terreno e l'altra
opposta che corrisponde al soffitto. Quest'ultima è attraversata a distanze uguali da altre
travi parallele, le quali reggono la copertura finale, che è costituita da una stesa di correnti
o fusti rotondi tutti a contatto fra loro, e che sporgendo al pari delle travi sottoposte, ven-
gono a formare una tettoia assai pronunciata. Questi correnti rotondi alle due estremità
longitudinali sono tenuti fermi da un asse squadrato di pari altezza. Finalmente al di sopra
di quella tettoia ricorre all'ingiro una intelaiatura fatta di due o tre assi sovrapposti, la quale
sta a racchiudere e contenere quello strato d'argilla o terra battuta, che, ricoperto di paglia,
o di canne, o di altro integumento opportuno, serve a difendere la costruzione dalla pioggia,
dal freddo e dalla s'orza dei raggi solari.
L'edilìzio licio è composto ordinariamente di due o tre piani, separati fra loro col solito
sistema delle intelaiature trabali affidate e commesse ad incastro ai fulcri maggiori, e raffor-
zate da travi traverse, le cui testate sporgono a varie altezze dai fianchi di esso; ma nelle
tombe, per dare più nobiltà e fors'anche più giusta grandezza alla porta d'ingresso, nella
facciata suol sempre sopprimersi quella divisione che starebbe a segnare il piano inferiore,
e così viene questo a formare tutta una cosa col medio. La decorazione delle facciate
1 La descrizione più esatta e completa dei monu-
menti della Licia si ha in Benndorf, Reiaen, tom. L
Per riunire in un tipo unico le diverse varianti delle
tombe licie, egli ha disegnato un diagramma delle me-
desime, che io pure qui riproduco nella fig. la, siccome
quello che meglio si presta all'intelligenza del lettore.