CAPITOLO II. 0
DEGLI SCULTORI
Scarse le patrie memorie e quasi vuote di notizie ben poco valgono a sussidiarci in questa
parte del nostro lavoro, per cui forza è che ci accontentiamo di accennare poco più che nomi;
ma anche ciò solo facendo avremo almeno indizii sicuri che la scultura fu esercitata in Manlova
ancora dopo che i creati del Mantegna avevano finito di operare.
II Yolaterrano (1) ricorda al finire del secolo decimoquinto una intiera famiglia Mantovana,
della quale perfino le donne per naturale ingcgno e per amore allo studio si erano falte capaci
di lavorare di conio e di plastica. Scrisse infatti così: » Andreas Cremonensi Pium II. 0 iconicum
» numismite expressit in quam est Campani epigramrna. Christophorus autem Mantuanus Pau-
» lum II. 0 Lysippus vcro ejus nepos adolescens Xistum IIII. 0 mirumque in ea domo vel feminas
» nullo prseceplore picturas omnes ab ipsa natura delineare edoctas ccra etiam pingcre solitas
» fuisse. » Quindi al principiare del secolo decimo sesto troviamo che Antonio e Paolo Mola
nostri concitladini erano tenuti in fama di molto virtuosi nell’ intagliare di marmo, di metallo e
di legno ornamenti ed emblemi. Ed i Mola operarono in patria (2) ed ancora in Ycnezia ove fe-
cero di tarsia alcuni lavori per ornare gli armadii posti nclla sacrestia di San Marco, i quali in-
tagli furono mollo lodati.
All’anno 1524 Giulio Pippi venuto in Mantova diltatore delle arti costrinse Ia scullura a
farsi imitatrice servile degli antichi maestri di Grecia, ed insegnò a valersi dei miti e delle lascivie
pagani allo scopo di riuscire colle forme esteriori a più facilmenle muovere i sensi. E, come già fu
scritto per lo avanti delle molte di cosifatte invenzioni operate da Giulio per ornare i palazzi dei
signori Gonzaga, furono esecutori Francesco Primaticcio, seco condolto da Roma, e Giovanni
Baltista Scultori, da lui educato ; di questi due non ci occorre parlare siccomo in Manlova furono
ajuti del Pippi e non più.
Presso alh epoca in cui Giulio era in Mantova vissero altri celebrati scultori, i quali tutti però
non sappiamo se fossero stati cducati da lui. II primo è Alfonso da Mantoa (3) che feee di bronzo
la statua rappresentante Pietro Pomponazzo, la quale fu collocata nclla chiesa di San Francesco
e ricordala con molta lode dagli scrittori. A noi non è conccduto discorrere del merito di questa
slatua, perchè sul fìnire del secolo trascorso andò miseramenle distrulla. Molti anni visse Al-
(1) — Commentariorum Vrbanorum al Lib. XXI apag. 300. (Ediz, Romana del 1508) ove si ragiona di di-
versi uomini illustri.
(2) — Di alcune opere attribuite ai Mola diremo nel volume II. 0 allora clie riferiremp alcuni documenti clte ricor-
dano i detti scultori.
(5) — Nato all’anno 1500..
DEGLI SCULTORI
Scarse le patrie memorie e quasi vuote di notizie ben poco valgono a sussidiarci in questa
parte del nostro lavoro, per cui forza è che ci accontentiamo di accennare poco più che nomi;
ma anche ciò solo facendo avremo almeno indizii sicuri che la scultura fu esercitata in Manlova
ancora dopo che i creati del Mantegna avevano finito di operare.
II Yolaterrano (1) ricorda al finire del secolo decimoquinto una intiera famiglia Mantovana,
della quale perfino le donne per naturale ingcgno e per amore allo studio si erano falte capaci
di lavorare di conio e di plastica. Scrisse infatti così: » Andreas Cremonensi Pium II. 0 iconicum
» numismite expressit in quam est Campani epigramrna. Christophorus autem Mantuanus Pau-
» lum II. 0 Lysippus vcro ejus nepos adolescens Xistum IIII. 0 mirumque in ea domo vel feminas
» nullo prseceplore picturas omnes ab ipsa natura delineare edoctas ccra etiam pingcre solitas
» fuisse. » Quindi al principiare del secolo decimo sesto troviamo che Antonio e Paolo Mola
nostri concitladini erano tenuti in fama di molto virtuosi nell’ intagliare di marmo, di metallo e
di legno ornamenti ed emblemi. Ed i Mola operarono in patria (2) ed ancora in Ycnezia ove fe-
cero di tarsia alcuni lavori per ornare gli armadii posti nclla sacrestia di San Marco, i quali in-
tagli furono mollo lodati.
All’anno 1524 Giulio Pippi venuto in Mantova diltatore delle arti costrinse Ia scullura a
farsi imitatrice servile degli antichi maestri di Grecia, ed insegnò a valersi dei miti e delle lascivie
pagani allo scopo di riuscire colle forme esteriori a più facilmenle muovere i sensi. E, come già fu
scritto per lo avanti delle molte di cosifatte invenzioni operate da Giulio per ornare i palazzi dei
signori Gonzaga, furono esecutori Francesco Primaticcio, seco condolto da Roma, e Giovanni
Baltista Scultori, da lui educato ; di questi due non ci occorre parlare siccomo in Manlova furono
ajuti del Pippi e non più.
Presso alh epoca in cui Giulio era in Mantova vissero altri celebrati scultori, i quali tutti però
non sappiamo se fossero stati cducati da lui. II primo è Alfonso da Mantoa (3) che feee di bronzo
la statua rappresentante Pietro Pomponazzo, la quale fu collocata nclla chiesa di San Francesco
e ricordala con molta lode dagli scrittori. A noi non è conccduto discorrere del merito di questa
slatua, perchè sul fìnire del secolo trascorso andò miseramenle distrulla. Molti anni visse Al-
(1) — Commentariorum Vrbanorum al Lib. XXI apag. 300. (Ediz, Romana del 1508) ove si ragiona di di-
versi uomini illustri.
(2) — Di alcune opere attribuite ai Mola diremo nel volume II. 0 allora clie riferiremp alcuni documenti clte ricor-
dano i detti scultori.
(5) — Nato all’anno 1500..