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LIBRO OliARTO

Delle architetture operate in Mantova fino a tntto il secolo decimo ottavo.

CAPITOLO I.°

DEGLI ARCIIITETTI

Che lavorarono in Mantova fino alla metà del secolo decimo ottavo.

Manlova, una delle città Iranspadane che furono edificate dagli Etruschi, dopo essere
stata aggrandita dai Galli (1) poi dai Romani (2) fu assoggettata a replicate sventure e tanto
gravi che le fabbriche prima ercttevi andarono tutte distrulte. Perlocchè, tacendo le storie degli
edificii innalzati allorchè dominarono i barbari ed i Romani, nè rimanendo vestigi di quelli che
pur dovevano aver csistito, a noi resta solo di accennare alcune delle fabbriche murate a tempi
a noi più vicini che tutto dì sussistono o delle quali ci restano memorie sicure.

Gli avanzi del più antico monumento rimastoci bene confermano come i Mantovani alfanno 705
riusciti per valor militare vincitori dei Cremonesi: » questi in pena dclla connnessa ostilità furono
» tenuli di far fabbricare a proprie spese una porta alla città di Mantova, con una torre per banda
» in triangoìo, acciocchè questo distintivo la differenziasse da tulte le altre. » (5) Infatti da quanlo
ci fu dalo rilevare nelle fondamenta e nelle reliquie di quell’ antico edificio (si vegga al disegno
alla tavola 55. a fig. a l. a) apparisce che la porla oggi dctta Pradella e prima Quadrozza era
stata archilettata nella forma descritla dall’Amadci; sebbcne questa poi in parte fosse mutata
nella fa'bbrica posteriormenle erettavi sopra.

A tempi in cui Mantova si reggeva a comune è ricordato Albertus Pitentinus magisier. I la-
ghi che ci circondano, i ponti di San Giorgio e di Porto, i varii edificii animati dalle acque, gli ar-
gini che di lontano e attorno girano la citlà., tulte sono opcre grandiose, stupende e sublimi, che mo-
strano irrecusabilmente quanto potente fosse I’ ingegno in lui che ardilo le immaginò e che cosi
saviamcnte le compì. Fu da questi lavori e da questi artificii che Manlova trasse la sua fortezza
e le prime cagioni della sua cclebrità di piazza inespugnabile. Ma il Pitentino non mirava a ciò
solo, chè mentre la voleva invincibile dai nemici, intendeva anche che fosse ricca e forlunala nei
connncrci. Per mandare ad effetlo sì vasto progelto doveva mantenere perenne la navigazione dal
lago sino al Po, e perciò eragli necessario di trovar modo, onde le acque del Mincio fossero so-
stenute presso Governolo. E riuscì pienamente ali’ uopo col porvi un sostegno amovibile. 11 ri-
trovato di queslo arlificio non è contrastalo da alcuno ad Alberto, ed anzi il Lecchi (4), non pos-

(1) — Giò accadde circa al centesimo anno dell’era Romana.

(2) — Seicento anni dopo che la città era stata aggrandita dai Galli.

(3) — C° si t’ Amadei : Cronaca mss. Tolse egli questo racconto dall’altra più antica cronaca di Bonamcnte Ali-
prandi stata pubblicata dal Muratori (Antiquit. Itat. al Tomo 1, a pag. 1091.)

(4) — Introduzione al tratlato sui canali navigabili. Milano. 1824.

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