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reclum dominium ei proprietatem totius soli (2) liabere cum jure exigendi censum proedictum
annuum: Nos attendentes pra^dicti Ludovici bene merita, volentesque ejus supplicationibus
annuere, damus et titulo donalionis inter vivos tradimus ecc.

ANNOTAZIONI

(1) — Trascrilto da copia fatta da Pasquale Coddè nel libro decrctorum D. D. de Gonzaga ab
an. 1492 ad 1502, ad fol. 105.

(2) II terreno accennato è quello su cui oggi si elevano piccoli abituri dappresso alla casa che fu
del Mantcgna, di prospetto alla chiesa di San Sebastiano. Furono i marcbesi Lanzoni che posseduta la detta
casa e il detto terreno, sopra questo murarono alcune fabbriche nelle quali occlusero pure la strada ricor-
data nel presentc decreto.

— N. 53. —

Lettera scritta al 2 di dicembre del 1498 da Federico Calandra a Francesco Marchese di
Mantova. (1)

Illmó Sig. mio. A ìi zorni passati Vra Exc. me comise che dovesse metter suso el canone
chio fazo col cimento per divisa. Io ne ho parlato cum Zancristofalo per fare de rilievo de cera,

ma perche allre fiate me retrovai che in presentia de Yra Exc. se rasonava de dito cimenlo che
non era verisimile che se cimentasse in un vaso ma che se cimenta in uno fornelo, però gè parso

a diclo Zancristofalo et a mi de fare alcuni schizi li quali io mando qui ligati a Yra Exc. (2), non
zà perche io volia sindacarc le imprese dc quella bensì aziò che se per lo advenire li paresse de
mulare dicta impresa in cosa alcuna non se poteria cusi facilmenle mutare quella de bronzo

comc se fariano le depincte. Che io fazo conto piasendo a Dio et a la Ex. vra che dito canono (5)
habia ad essere una cosa perpetua, si che parendo a quella o de tenerse al primo o de clezerne
uno di quesii altri o de fare nova fantasia, prego la si digni farme intendere el parer soo chc mi

sforzarò de adempire quello, in bona gratia de Yra Exc. de continuo me recomando. Mantuce
die 2 decembris 1498.

fidclis Scrvitor Federicus Calandra (4)

(cil di fuori) llìmo Principi et Exmo Dno. D. singulmo D. march. Mantua?.

ANNOTAZIONI

(1) — Trascritla dagli Spoglì del Sig. Arrivabene e fu anche pubblicata dal Gaye al T. 1 a pag. 541
dell’ op. cit.

(2) — Unito alla lettera cra il disegno di un piccolo forno con enlro al fuoco un crogiuolo contenente
alcune verghe di metallo. A tal modo si compose l’impresa assunta allora da Francesco Gonzaga, ed egual-
menle fu rappresentata sopra monete e medaglie battute dal detto marchese, nelle quali è scritto all’in-
torno: Probasti me et cognovisti me.

(3) — 11 presente documento rcca prova che al secolo XV già si era introdotta anche in Mantova
I’ arte di fabbricare armi da fuoco. Che il Gonzaga avesse chiamato a tal fine alcuni forestieri capaci in
tali esercizii può indursi da altra lettcra scritta al 31 di luglio del 1482 da Silvestro Calandra, nella quale
leggesi: » Quel bombardero de Britimbergo ha zettato sei archibosi, nou ha potuto zetare più, perchè el
» se è scotato un pede, ma haverà poco male. Quello altro de Monego luttavia ha parrecchio da far quelli
 
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