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ressimo maij piu copia de la persona soa, la qual più presto per questo affano che per età veniria
a mancare. Però quanto me sij possibile lo racdo a Y. S. et io insieme alla bona soa gratia. Man-
tuae primo aprilis. 1505.

Consors Isabella cu. R.

(al di fuori) Illmo pron et Exmo Dno Consorti et D. meo observmo D. Marchioni Mantuae —
Gonzagae.

ANNOTAZIONI

(4) — L’originale da cui fu trascritta è posseduto da codesta R. Biblioteca.

(2) — II fìglio di Andrea Mantegna al quale si allude quì è Francesco, che caduto in disgrazia del
principe fu da questo condannato a vivere fuori della città. Nè pare che le preghiere interposte da Isabella
valessero a smovere suo marilo dalla deliberazione già 'presa contro Francesco, perchè questi un anno dopo
chiedeva al Gonzaga il permesso di entrare in Mantova per visitare suo padre. (Si vegga al Doc. N. 79).

— N. 71. —

Lettera scritta al 14 di giugno del 1505 da Pietro Perugino ad Isabella Marchesa di Mantova. (1)

Illustris et Excelsa Dna. Dna colma: Per Zorzo presenle mandato da vra Excelsa Sigria ho
ricevuto li oltanta ducali promessimi per premio del presente quadro, et a lui ho consegnato detto
quadro in el quale ho usate quelle diligentie ho creduto bastino a soddisfacimento di V. Excelsa

Sigria (2) et del mio onore el quale sempre ho preposto a ogni utilità. E humile suplico Iddio
che mi dia gratia che io habbia facta cosa grala a V. Excelsa Sigria perche ho maximo desiderio
e dc servirve et de compiacervc in ciò che per me si possa, e così per sempre me offerisco a vra
Exc. Sigria come buono servidore et amico. El quadro ho facto a tempera perche così ha facto
Mes. Andrea Mantegna secondo mè stato referto. Se altro posso fare perV. Exc. Sigria sono pa-
rato, a V. S. humile me raccomando. Christo feliciter ve conservi.— Fatta a dì 14 de junio 1505
pel vro humilissimo servidore

Pietro Perusino piclore in Firenze

(al di fuori) Illri et Excelsae Dominae. D. Hclisabeth de Gonzaga, marchioni Mantuac dignis-
simae D. suae observmae — Mantuae —

ANNOTAZIONI

(1) Questa e le tre lettere che scguono furono trascritte dagli Spogli del Sig. Arrivabene e puh-
blicate del Gaye al T. 11 alle pag. G8, 76, 80 ed 81 dell’opera cit. ; e le ultime due furono ancora ripro-
dotte dal Pungileoni nel Giornale Arcadico al vol. 50 a pag. 289, 290. — Vogliamo anche notare che Ia
lettera ora da noi riferita quantunque fosse siata, come si disse, pubblicata dal Gaye all’anno 1859, non
pertanto venne posta in istampa al 185G come una fra le ìnedite di alcuni illustri Italiani fMilano pcl Ili-
pamonii, a pag. 49), in occasione delle nozze del inarch. Cavriani colla Co. Lucchesi-Palli.

(2) Gli scrittori della vita di Pietro Vannucci detto il Perugino, e lo stesso professore Antonio Mezza-
notte che raccolse notizie delle opere eseguite da questo pittore, non ricordano il quadro qui accennato.
Noi crediamo che in questo il Perugino avesse dipinti diversi amorini con alcuni alberi e verdure, trovandosi
cosi descritto un quadro di pittura di mano del già Pietro Perugino nell'inventario degli oggetti d’arte
stati posseduti da Isabella Estense Gonzaga. (Si vegga al docum. N. 174.)
 
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