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cosa si sia, et quelie che mi mandaste questi dì, che ho lelte una volta, mi piacquero tanto che
volio relegere de novo, et se mandarete quelle altre mi saranno grate; et ho ordinato siano falte
vedere al nho Caslellano (1) a ciò che possa dire el parer suo, come ricercate. Aspettava con
devotione la Vencre (2); ora che intendo che lè lanlo laudata da quanto voi scrivete la
spetto con maggior desiderio sperando de aver una cosa excellente et che meritamente me abbia
ad essere grata et cara. Ho fatto recordare a quello che fù mio precettore (5) el summario de la
mia genealogia el qual ha dicto de farlo finito frà quattro o sei dì, et avutolo ve lo manderò, et
a li piaceri voslri semprc disposlo. Da Mantova 26 febbr. 1528.
II lulto voslro el Marchese de Mantua
ANNOTAZIONI
(1) — II nominato Castellano era Giovanni Giacomo Calandra, già da noi ricordato nella annotazione
apposta al docum. N. 57; il quale fu detto vir doctissimus da Nicolò d’Arco, dal Bandello, dal Betti e da
altri; e che scrisse l’Àriosto essere uno dei due che in Mantova.
mostran desiosi affetti
Che la gloria di lei sempre risuona.
L’Equicola afferma che il Calandra lasciò scritto in lingua volgare un libro intitolato Aura, per candore
e purità di stile degno di somma lode.
(2) — La Venere scolpita dal Tatti, di cui nell’antecedente documento.
(3) — Forse allude a Mario Equicola che era stato precettore a Federico e che allora serviva ad
Isabella Estense madre al detto marchese.
— N.° 152. —
Ordine di pagamento ad Agostino de Mozzanega pittore, scritto ai 15 di lnglio del 1528.
(ìnedito).
Magnifìco D. Thexaurero de lo 111. S. nostro facia pagamenlo a magistro Augustino de Mo-
zanega depinctore (1) per haver depincti li infrascripti lavoreri nel palazo del Tè de comissione
de lo Spect. M. Julio Romano.
Primo — Per haver depincta una sofita de una camara in la parte de dito palazo
verso cl gioco de la balleta, cum colori fini de varie sorte cum figurc, maschare, fo-
liami et cornice intaliata de penelo secondo el bisogno; in tutto ducati cinque de
soa fatura et altri ducati cinque per lavoreri azonli in dita sofita da Io prefacto M. Ju-
ìio Romano, così in tutto monta ducati 30, monta Libre 139: 10
Item per haver depincto lo friso in dita camara a grotescha de pietra finta cum
colori fini in tutto 40 —
Item per giornate doi a sol. 20, per opera de depinzere uno camino 2 —
Item per giornatc 4 a sol. 20 per lavoreri facti in la camara de la aquila. 4 —
Monta L. 185^ 40
Fiat mandatum ecc. Die 15 july 1528.
ANNOTAZIONE
(1) — Questo pittore ed il suo compagno Ànsehno de Ganis (si veda al doc. N. 128) sono da aggiun-
gersi al numero di coloro che noi, narrando la storia di Giulio Romano, abbiamo indicati avere servito di
cosa si sia, et quelie che mi mandaste questi dì, che ho lelte una volta, mi piacquero tanto che
volio relegere de novo, et se mandarete quelle altre mi saranno grate; et ho ordinato siano falte
vedere al nho Caslellano (1) a ciò che possa dire el parer suo, come ricercate. Aspettava con
devotione la Vencre (2); ora che intendo che lè lanlo laudata da quanto voi scrivete la
spetto con maggior desiderio sperando de aver una cosa excellente et che meritamente me abbia
ad essere grata et cara. Ho fatto recordare a quello che fù mio precettore (5) el summario de la
mia genealogia el qual ha dicto de farlo finito frà quattro o sei dì, et avutolo ve lo manderò, et
a li piaceri voslri semprc disposlo. Da Mantova 26 febbr. 1528.
II lulto voslro el Marchese de Mantua
ANNOTAZIONI
(1) — II nominato Castellano era Giovanni Giacomo Calandra, già da noi ricordato nella annotazione
apposta al docum. N. 57; il quale fu detto vir doctissimus da Nicolò d’Arco, dal Bandello, dal Betti e da
altri; e che scrisse l’Àriosto essere uno dei due che in Mantova.
mostran desiosi affetti
Che la gloria di lei sempre risuona.
L’Equicola afferma che il Calandra lasciò scritto in lingua volgare un libro intitolato Aura, per candore
e purità di stile degno di somma lode.
(2) — La Venere scolpita dal Tatti, di cui nell’antecedente documento.
(3) — Forse allude a Mario Equicola che era stato precettore a Federico e che allora serviva ad
Isabella Estense madre al detto marchese.
— N.° 152. —
Ordine di pagamento ad Agostino de Mozzanega pittore, scritto ai 15 di lnglio del 1528.
(ìnedito).
Magnifìco D. Thexaurero de lo 111. S. nostro facia pagamenlo a magistro Augustino de Mo-
zanega depinctore (1) per haver depincti li infrascripti lavoreri nel palazo del Tè de comissione
de lo Spect. M. Julio Romano.
Primo — Per haver depincta una sofita de una camara in la parte de dito palazo
verso cl gioco de la balleta, cum colori fini de varie sorte cum figurc, maschare, fo-
liami et cornice intaliata de penelo secondo el bisogno; in tutto ducati cinque de
soa fatura et altri ducati cinque per lavoreri azonli in dita sofita da Io prefacto M. Ju-
ìio Romano, così in tutto monta ducati 30, monta Libre 139: 10
Item per haver depincto lo friso in dita camara a grotescha de pietra finta cum
colori fini in tutto 40 —
Item per giornate doi a sol. 20, per opera de depinzere uno camino 2 —
Item per giornatc 4 a sol. 20 per lavoreri facti in la camara de la aquila. 4 —
Monta L. 185^ 40
Fiat mandatum ecc. Die 15 july 1528.
ANNOTAZIONE
(1) — Questo pittore ed il suo compagno Ànsehno de Ganis (si veda al doc. N. 128) sono da aggiun-
gersi al numero di coloro che noi, narrando la storia di Giulio Romano, abbiamo indicati avere servito di