LORENZO LOTTO A TREVISO
NELLA PRIMA DECADE DEL SECOLO XVI
SIDERANDO l'attività di questo artista nei primi anni
della sua carriera sulle tracce di quanto ne hanno
scritto fra gli altri Morelli, Frizzoni e Berenson,
non si può a meno di segnalare lo scarso numero
delle opere che gli vengono attribuite. Si pensi
alla straordinaria precocità di cui il giovane pit-
tore aveva dato prova nel piccolo San Gerolamo,
ora al Louvre, colla data del 1500, e alla foga
del suo spirito creativo che traspare in tutte le sue
opere e rende ragione dello squilibrio che in ta-
luna di quelle dell'età più matura si osserva fra
La concezione elevata e l'esecuzione troppo affrettata.
T.a prima notizia della sua presenza a Treviso nell'agosto 1503
coincide coli' incarico affidatogli di stimare, in unione a Pier Maria Pennacchi, una pala d'altare,
opera assai apprezzata di Vincenzo Dalle Destre, pittore allora non oscuro; 1 nello stesso
anno lo troviamo a contatto e quasi in casa di quel Lodovico Marcello, cavaliere gerosoli-
mitano, che i poeti trivigiani del suo tempo decantano come munifico ed intelligente protettore
degli artisti, 2 e a contatto di altri personaggi ragguardevoli della città, quali Pancrazio Per-
rucchino, giureconsulto eminente, e Nicolò Tempesta, notaio, indi cancelliere del Comune.3
Nel luglio 1505 egli dedica al vescovo di Treviso, Bernardo dei Rossi di Berceto, un qua-
dretto, VAllegoria, alludente ai sensi elevati e alla coltura di quel prelato che sino dai primi
anni della sua venuta a Treviso aveva dato grande impulso alle opere di abbellimento della
cattedrale e di altre chiese; nell'aprile precedente era stato in un pubblico atto qualificato
pittore celeberrimo. 4
Dopo ciò si osservi il magro bilancio dei dipinti che gli vengono assegnati per il periodo
anteriore alla pala di Recanati (1508), e si dica se è mai possibile che tutta la sua produzione
si sia limitata, dal 1500 al 1505, ad un paio di tavole a mezze figure, e nei due anni successivi
alla pala della piccola chiesa campestre di Santa Cristina (presso Quinto sul Sile), all'Assunta
della prepositurale di Asolo e alla piccola Allegoria; se sia verosimile ch'egli se ne sia stato
per un triennio e più a Treviso, in un periodo tanto fecondo per le arti e colla fama di
Il Dalle Destre sarebbe quel viso (1897, pag. 295 e seg.).
Vizenzo da Trevìxo che nel 1495 lavorava con Gio- 2 Vedi doc. 4.0
vanni Bellini ed Alvise Vivarini nel palazzo ducale 3 Vedi doc. 30, 70, 8°, ecc
di Venezia. Veggasi intorno a questo interessante pit-
tore una mia memoria negli Atti dell' Ateneo dì Tre-
NELLA PRIMA DECADE DEL SECOLO XVI
SIDERANDO l'attività di questo artista nei primi anni
della sua carriera sulle tracce di quanto ne hanno
scritto fra gli altri Morelli, Frizzoni e Berenson,
non si può a meno di segnalare lo scarso numero
delle opere che gli vengono attribuite. Si pensi
alla straordinaria precocità di cui il giovane pit-
tore aveva dato prova nel piccolo San Gerolamo,
ora al Louvre, colla data del 1500, e alla foga
del suo spirito creativo che traspare in tutte le sue
opere e rende ragione dello squilibrio che in ta-
luna di quelle dell'età più matura si osserva fra
La concezione elevata e l'esecuzione troppo affrettata.
T.a prima notizia della sua presenza a Treviso nell'agosto 1503
coincide coli' incarico affidatogli di stimare, in unione a Pier Maria Pennacchi, una pala d'altare,
opera assai apprezzata di Vincenzo Dalle Destre, pittore allora non oscuro; 1 nello stesso
anno lo troviamo a contatto e quasi in casa di quel Lodovico Marcello, cavaliere gerosoli-
mitano, che i poeti trivigiani del suo tempo decantano come munifico ed intelligente protettore
degli artisti, 2 e a contatto di altri personaggi ragguardevoli della città, quali Pancrazio Per-
rucchino, giureconsulto eminente, e Nicolò Tempesta, notaio, indi cancelliere del Comune.3
Nel luglio 1505 egli dedica al vescovo di Treviso, Bernardo dei Rossi di Berceto, un qua-
dretto, VAllegoria, alludente ai sensi elevati e alla coltura di quel prelato che sino dai primi
anni della sua venuta a Treviso aveva dato grande impulso alle opere di abbellimento della
cattedrale e di altre chiese; nell'aprile precedente era stato in un pubblico atto qualificato
pittore celeberrimo. 4
Dopo ciò si osservi il magro bilancio dei dipinti che gli vengono assegnati per il periodo
anteriore alla pala di Recanati (1508), e si dica se è mai possibile che tutta la sua produzione
si sia limitata, dal 1500 al 1505, ad un paio di tavole a mezze figure, e nei due anni successivi
alla pala della piccola chiesa campestre di Santa Cristina (presso Quinto sul Sile), all'Assunta
della prepositurale di Asolo e alla piccola Allegoria; se sia verosimile ch'egli se ne sia stato
per un triennio e più a Treviso, in un periodo tanto fecondo per le arti e colla fama di
Il Dalle Destre sarebbe quel viso (1897, pag. 295 e seg.).
Vizenzo da Trevìxo che nel 1495 lavorava con Gio- 2 Vedi doc. 4.0
vanni Bellini ed Alvise Vivarini nel palazzo ducale 3 Vedi doc. 30, 70, 8°, ecc
di Venezia. Veggasi intorno a questo interessante pit-
tore una mia memoria negli Atti dell' Ateneo dì Tre-