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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 4
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Colasanti, Arduino: l' Espozione internazionale d'arte in Venezia, [1]: la pittura
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0319
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ARTE CONTEMPORANEA

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nel tenue chiarore crepuscolare e nell’ intima dolcezza del raccoglimento vespertino, è una
nota personale che va dalla concezione al disegno, dalla disposizione delle parti alla scelta
del colore, e nessuno riuscirebbe a confondere la mite e serena malinconia del Campbell
con l’audacia caratteristica di Hamilton James Witelaw o l’armonia decorativa del Burns
Roberts con la corretta ed elegante semplicità del Terris John.

Nella stessa sala degli Scozzesi sono i pittori inglesi, i quali, mentre col Sogno di Lan-
cillotto del Burne Jones e con le brutte colorazioni di belle leggende del Shaw riaffermano il
preraffaellismo, altre tendenze vanno mostrando con la rude e rossastra pittura del Brangwyn,

Antonio Fontanesi: Bufera imminente. Proprietà del Duca Tommaso di Genova. Torino
(Da un cliché gentilmente favoritoci dalla Ditta G. B. Paravia & C.)

con l’austera e cupa marina del Peppercorn, con i paesaggi dell’East e del Weiss e con le
impressioni veneziane di Clara Montalba.

Per quanto il tentativo di voler acclimatare fra noi, nel suo complesso, l’arte di sogno
e di pensiero degli Inglesi si sia già di per sè rivelato assurdo, pur tuttavia sono sempre
costoro che hanno una maggiore affinità di simpatia col nostro ideale estetico, perchè si sente
nelle loro opere lo studio indefesso dei nostri quattrocentisti, da cui essi hanno preso, per
trasfonderlo nelle loro tele, ciò che era più idoneo alla loro indole, amalgamandone molti
elementi e molti trasformandone profondamente. Onde, se un insegnamento i nostri artisti
debbono domandare all’arte straniera, vorrei che tenessero soprattutto presente il significato
della mostra inglese, in cui gli elementi decorativi hanno grande importanza, e ciò non tanto
per incoraggiare una imitazione, la quale non potrebbe che riuscire dannosa per l’irrecon-
ciliabile diversità del carattere latino da quello anglo-sassone, quanto perchè gl’inglesi mo-
 
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