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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 6
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0490

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43°

MISCELLANEA

come risulta da un documento riguardante alcune
sculture di Fazio Gagini.

Per la conservazione dei monumenti. — Dal

io agosto u. s., è entrato in vigore il regolamento per
la tutela degli edifizi monumentali di Palermo, appro-
vato dal Consiglio comunale, su proposta della Com-
missione edilizia.

Siracusa - Palazzo Bellomo. — Il palazzo Bellomo,
annesso al monastero di San Benedetto, sarà conse-
gnato fra breve al R. Ministero della pubblica istru-
zione. Quantunque non sia interamente completo e
qua e là sia stato alterato da restauri posteriori, pure
nella sua mole poderosa e tecnicamente elegantissima
presenta l’antica austerità di linee e correttezza di
fabbricazione. Dopo il palazzo Montalto esso, senza
dubbio, è il più importante edifizio civile del medio evo
in Siracusa, e l’idea ventilata di raccogliervi la col-
lezione artistica, che oramai non trova posto adatto
nel R. Museo archeologico, è stata bene appresa dal
pubblico colto ed intelligente. Eran quattro le finestre
del palagio, le quali dovean comporsi di due trifore
nel centro, e di altrettante bifore ai lati ; ma ora non
ne rimangono che appena due. La finestra rettango-
lare verso la cantonata è di tempo posteriore e le
mensole sul vertice, dalla stessa parte, e nel muro
di levante forse furono destinate in altro tempo a
sostenere due loggie. Nell’interno fortunatamente non
si deplorano molte devastazioni : vi si ammira una
scala assai ricca coi passamano di lastre traforate, e
salendo, di fronte, nel muro, è incastrata un’ edico-
letta, anch’essa in pietra, che costituisce un bellis-
simo esemplare di scoltura quattrocentistica. All’ im-
portanza monumentale l’edifizio aggiunge un notevole
interesse storico, essendo stata quella dei Bellomo
una delle più potenti famiglie feudali di Siracusa.

Noto - Scoperte in Noto antico. — Pochi mesi fa,
nel territorio dell’antico Noto e precisamente nel luogo
dove sorgeva la chiesa di San Francesco, furono rin-
venuti vari pezzi di scultura del quattrocento apparte-
nenti al sepolcro di Niccolò Speciale, che sin dal 1423 e
per molti anni ancora ebbe la carica di viceré di Sicilia.
Per ora non posso dir nulla sul merito delle sculture,
essendo in attesa delle relative fotografie, già pro-
messe dalle persone colte di Noto, ma immagino che
debbano essere di un grande interesse, come mi ri-
sulta da informazioni avute dal chiaro prof. Bonfiglio.
Tali frammenti consistono in una base alta cent. 8
e rotta in tre pezzi, ed in tre bassorilievi, alti cent. 65,
dentro nicchie, raffiguranti la Madonna, San Fran-
cesco ed un’altra figura mutila non ben riconoscibile.
Della statua del viceré, adagiata su di un letto con un
cane ai piedi — motivo comunissimo nelle statue
funebri del quattrocento in Sicilia — non si è rinvenuta

che la sola parte inferiore, dai fianchi all’estremità.
Tutti i pezzi sono stati collocati nella Biblioteca co-
munale di Noto, ma è sperabile che venga praticato
un regolare scavo e che si scoprano le altri parti del
pregevole monumento.

Palermo, 5 dicembre 1901.

E. Mauceri.

Notizie romane.

L’acquisto del museo e della galleria Borghese

è un avvenimento della maggiore importanza per l’arte,
per Roma, per l’Italia. Ma sin da quando l’on. Gian-
turco propose per primo di risolvere il più grave dei
problemi circa le gallerie fidecommissarie romane, la
legge per l’acquisto delle collezioni dei Borghese era
manchevole in questo, che non si teneva conto della
loro sede naturale, anzi, che lo Stato si obbligava,
entro il periodo di due anni, a rifugiarle altrove. In-
vano si disse che non sarebbe stato possibile di tra-
sportarle senza loro grave nocumento, che si sarebbe
spezzata l’unità delle decorazioni e delle opere d’arte,
che sarebbe venuta meno la ricchezza di tutto quel
materiale che oggi serve a presentare degnamente,
regalmente ogni cosa. Invano si invocarono le tradi-
zioni di quelle raccolte ancora costituite in generale,
per buona sorte, secondo la forma che loro dettero
il cardinale Scipione Borghese e i suoi successori. Ma
ora il Senato del Regno, ben accogliendo il disegno
di legge per l’espropriazione di villa Borghese, ha
saggiamente votato un ordine del giorno che ripara
alla dimenticanza della legge proposta. L’ordine del
giorno così suona: «Il Senato, confidando che il Go-
« verno del Re nell’atto di cessione della villa Bor-
« ghese al Municipio di Roma si mantenga il diritto
« di conservare il museo e la galleria nel palazzo dove
«hanno sede, e si riservi, di accordo col Municipio,
« tanto spazio di terreno, quanto ne possa occorrere
« per la costruzione di uno o piu edifici da destinarsi
« alle collezioni artistiche e storiche dello Stato e all’ I-
« stituto di Belle Arti, passa alla discussione della
« legge ».

La legge per la conservazione dei monumenti.—

Insieme con la legge per l’acquisto della galleria Bor-
ghese, un altro voto è stato in parte esaudito, quello
per una legge unica a tutela, a difesa del patrimonio
artistico nazionale. Non era più possibile governare
con le vecchie leggi disformi e contraddittorie, man-
tenere barriere tra le regioni italiane. E per questo
dobbiamo rallegrarci che la nuova legge per l’arte
abbia fatto un primo, grande passo coll’ottenere l’ap-
provazione del Senato; ma essa è troppo complicata,
riassume in sé troppi articoli delle leggi che naufra-
garono ogni volta che vennero lanciate nel mare della
discussione. La legge doveva essere più semplice per
 
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