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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Toesca, Pietro: Ricordi di un viaggio in Italia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0253

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RICORDI DI UN VIAGGIO IN ITALIA

231

rienza che, dal monumento di
Barnabò Visconti alle statue
equestri delle tombe scaligere,
i plastici di quelle regioni ave-
vano fatta per modellare il corpo
del cavallo, e che veniva coro-
nata allora dall’arte di Vittor
Pisano.

Il Museo civico di Verona
possiede un bassorilievo di stuc-
co, policromo ancora in gran
parte, rappresentante San Mar-
tino a cavallo : un povero ignu-
do afferra il mantello del gio-
vane cavaliere domandandone
elemosina; sul fondo, entro
un cartello gotico, è segnato
l’anno 1436 (fig. 5). A primo
aspetto il bassorilievo si direbbe
opera del maestro della cappella
Pellegrini, ma in realtà esso
non mostra le caratteristiche
di questo scultore che amò i
forti contrasti di luce, solcando
di pieghe profonde le vesti,
incavando esageratamente le
orbite degli occhi presso la ca
runcula, dando ai visi un’aria
travagliata con l’imprimervi
una ruga nelle guance, e che nel
modellare cavalli, se si guardi
la scena dell' Adorazione dei Magi nella cappella Pellegrini, appare d’assai inferiore al nostro
stuccatore. Il liscio delle carni, le pieghe sottili delle stoffe rammentano piuttosto l’arte di
Giovanni di Bartolo Rossi, tuttavia non si vede nelle figure di San Martino quell’accura-
tezza di segnare i capelli, nel corpo dell’ignudo quella sveltezza di forme ch’è nelle sculture
del mausoleo Brenzoni.

Meno abile dello scultore della tomba di Cortesia Sarego nel formare il cavallo, lo stuc-
catore del bassorilievo di San Martino va adunque distinto da tutti gli altri plastici che
lavorarono a Verona, pur avendo con essi comune l’eleganza delle forme e dei costumi, le
relazioni con i miniatori ed i pittori della città, con Stefano da Zevio, col Pisanello.

L’arte dominante a Verona era in quel tempo la Pittura: il fiorentino Giovanni di Bar-
tolo, pur fortificato dal contatto con lo spirito plastico di Donatello, venne e soggiacque
interamente a quel predominio, modificò le sue forme, ricercò effetti pittorici; il maestro
della cappella Pellegrini, uscito egli pure di Toscana, mostrò a Verona tutte le sue qualità
di decoratore pittoresco, come non più mai; gli scultori del mausoleo di Cortesia Sarego e
del bassorilievo di San Martino completano in questo senso l’aspetto della scultura veronese
durante la prima metà del Quattrocento, quando nelle medaglie del Pisanello il senso plastico
ed il pittorico si fondevano insieme nella più intima unione.

Fig. 6

Luca Signorelli : Apostoli - Loreto, Santuario
(Fotografia Alinari)

Rintracciando da Firenze per Arezzo e le vicine città dell’Umbria, giù lungo il Trasi-
meno e la valle tiberina, i monumenti del Rinascimento, lo spirito entra nel dominio di due
geni possenti, di Piero della Francesca e di Luca Signorelli.
 
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