LA ROCCA PAOLINA DI PERUGIA
353
Il forte occupava tutta l’area dell’attuale palazzo della prefettura, una parte della piazza
Vittorio Emanuele e parte dell’albergo Brufani, del palazzo della Banca d’Italia e del palazzo
Calderini (fig. 2 e 3).
La Tanaglia occupava la zona dell’attuale piazza d’armi più prossima alla cinta daziaria,
l’area delle palazzine Biscarini, e parte della caserma dei carabinieri.
Il forte propriamente detto aveva in pianta la forma generale di un quadrilatero. Il
fronte rivolto a nord, a tracciato bastionato, misurava metri 120 circa fra i due angoli sa-
lienti dei bastioni, e la sua cortina circa metri 70. I fianchi, in questa, come nelle altre
fronti, erano pressoché normali alle linee di difesa.
I due bastioni fronteggiavano uno la via del Corso ora corso Vannucci, e l’altro la via
Riaria ora via Baglioni.
Sul centro della cortina, ove era l’ingresso principale, si elevava un gran mastio co-
ronato da grossi merloni ; e dal piazzale ad esso sovrastante si dominavano tutte le parti
dell’opera (fig. 4).
Nella parete anteriore del mastio, e sovrastante alla grande porta d’ingresso, si vedeva,
entro una nicchia, la statua in terracotta di papa Paolo III, al naturale, sedente; e sotto di
essa, a lettere cubitali la scritta: PAULUS III PONT. MAX.
1 .a grande porta d’ingresso, ornata di bugne di travertino, aveva sopra cinque stemmi,
Fig. 5 — La Rocca Paolina vista da Sant’Anna
(Da un quadro a olio di proprietà del Comune di Perugia)
di cui uno del pontefice, due dei cardinali nepoti, e due dei legati Della Barba e Parisano,
che ressero Perugia durante i lavori del forte. I quali stemmi furono scolpiti in marmo, con
mirabile diligenza, da Simone Mosca .da Settignano e da Lodovico Scalza da Orvieto.
La fortezza era tutt’intorno circondata da ampio fosso, con strada coperta e spalto; e
la porta d’ingresso era munita di ponte levatoio, e protetta da un rivellino.
Il muro di scarpa, ad intero rivestimento, aveva nella fronte rivolta verso la piazza
un’altezza totale, dal suo piede al ciglio, di palmi 55, pari a metri 12.30; tale altezza au-
mentava nelle altre fronti, a causa del forte scoscendimento del terreno, e raggiungeva un
massimo di circa metri 24 presso il saliente d’onde staccavasi il corridoio.
La scarpa di quei muri era di ‘/s nella parte inferiore sino al cordone, e di '/I0 circa
dal cordone in su.
Il fronte rivolto ad ovest aveva anch’esso tracciato bastionato, e misurava fra saliente
nome di Tanaglia per indicare l’opera bassa. Si deve ritenere quindi che quel nome si cominciò ad usare, e
divenne poi d’uso comune, in epoca posteriore.
L'Arte. VI, 44.
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Il forte occupava tutta l’area dell’attuale palazzo della prefettura, una parte della piazza
Vittorio Emanuele e parte dell’albergo Brufani, del palazzo della Banca d’Italia e del palazzo
Calderini (fig. 2 e 3).
La Tanaglia occupava la zona dell’attuale piazza d’armi più prossima alla cinta daziaria,
l’area delle palazzine Biscarini, e parte della caserma dei carabinieri.
Il forte propriamente detto aveva in pianta la forma generale di un quadrilatero. Il
fronte rivolto a nord, a tracciato bastionato, misurava metri 120 circa fra i due angoli sa-
lienti dei bastioni, e la sua cortina circa metri 70. I fianchi, in questa, come nelle altre
fronti, erano pressoché normali alle linee di difesa.
I due bastioni fronteggiavano uno la via del Corso ora corso Vannucci, e l’altro la via
Riaria ora via Baglioni.
Sul centro della cortina, ove era l’ingresso principale, si elevava un gran mastio co-
ronato da grossi merloni ; e dal piazzale ad esso sovrastante si dominavano tutte le parti
dell’opera (fig. 4).
Nella parete anteriore del mastio, e sovrastante alla grande porta d’ingresso, si vedeva,
entro una nicchia, la statua in terracotta di papa Paolo III, al naturale, sedente; e sotto di
essa, a lettere cubitali la scritta: PAULUS III PONT. MAX.
1 .a grande porta d’ingresso, ornata di bugne di travertino, aveva sopra cinque stemmi,
Fig. 5 — La Rocca Paolina vista da Sant’Anna
(Da un quadro a olio di proprietà del Comune di Perugia)
di cui uno del pontefice, due dei cardinali nepoti, e due dei legati Della Barba e Parisano,
che ressero Perugia durante i lavori del forte. I quali stemmi furono scolpiti in marmo, con
mirabile diligenza, da Simone Mosca .da Settignano e da Lodovico Scalza da Orvieto.
La fortezza era tutt’intorno circondata da ampio fosso, con strada coperta e spalto; e
la porta d’ingresso era munita di ponte levatoio, e protetta da un rivellino.
Il muro di scarpa, ad intero rivestimento, aveva nella fronte rivolta verso la piazza
un’altezza totale, dal suo piede al ciglio, di palmi 55, pari a metri 12.30; tale altezza au-
mentava nelle altre fronti, a causa del forte scoscendimento del terreno, e raggiungeva un
massimo di circa metri 24 presso il saliente d’onde staccavasi il corridoio.
La scarpa di quei muri era di ‘/s nella parte inferiore sino al cordone, e di '/I0 circa
dal cordone in su.
Il fronte rivolto ad ovest aveva anch’esso tracciato bastionato, e misurava fra saliente
nome di Tanaglia per indicare l’opera bassa. Si deve ritenere quindi che quel nome si cominciò ad usare, e
divenne poi d’uso comune, in epoca posteriore.
L'Arte. VI, 44.