MISCELLANEA
281
è nel magazzino degli Uffizi, ma fu già esposto all’Ac-
cademia col nome di Ugolino da Siena.
È opera di grandi dimensioni, e appartiene all’ul-
timo periodo di Bernardo. Nel mezzo, alla presenza
di angeli musicanti, avviene l’Incoronazione di Maria;
sugli sportelli sono 42 santi divisi in quattro serie, l’una
dietro l’altra.
Un confronto con le tarde opere rimasteci di Ber-
nardo, come, ad esempio, il gran trittico, firmato e
Uffizi, il lavoro non è tra i migliori di Bernardo, che
qui ha forse anche avuto l’aiuto di scolari.
Ma nel disegno delle figure e nei tipi esso porta
sempre l’impronta della sua arte.
Stoccolma, febbraio 1905.
OSVALD SlRÉN.
A proposito di due pitture di Timoteo Viti. —
Nel secondo fascicolo deWArie il sig. Emil Jacobsen,
Bernardo Daddi : Trittico. Firenze, Uffizi (Magazzeno degli)
datato col 1348, presso Sir Hubert Parry ad Hignam
Court, trittico pubblicato dal Fry nel Burlington Ma-
gazine (july 1903), non lascia alcun dubbio sul maestro.
Quelle figure, piene e tozze, dal viso rotondo, dal naso
diritto così caratteristico, sono proprie di Bernardo.
Benché l’opera non possa essere collocata tra le mi-
gliori di questo maestro meriterebbe certo di essere
nuovamente studiata.
Un pendant a questa Incoronazione, composto allo
stesso modo e quasi con lo stesso numero di santi,
divisi dalla rappresentazione centrale, appartiene alla
Galleria Cook a Richmond. 11 tono coloristico è chia-
rissimo: Cristo ha manto giallo su tunica azzurrognola;
Maria ha il manto tutto bianco; il trono è ricoperto
da stoffa carminia; gli angeli in ginocchio del primo
piano sono azzurro-chiari, i due ai lati del trono verde-
chiari.
Come il gran quadro d’altare del magazzino degli
discorrendo di Timoteo Viti, nel suo articolo sui se-
guaci del Francia e del Costa in Bologna, a pag. 83,
scrive :
«Un capolavoro di Timoteo si trova nella sacrestia
del Duomo di Urbino. È un’opera degli ultimi suoi
tempi: Santa Maddalena davanti a Cristo risorto, in
compagnia dei Santi Michele ed Antonio, abate di
Cagli ».
Stando a ciò che scrive il sig. J., si dovrebbe in-
tendere che il capolavoro di Timoteo nella sagrestia
del Duomo di Urbino è un’opera degli ultimi anni
dell’artista e che rappresenta la Maddalena davanti a
Cristo risorto, ed altri Santi, fra cui Antonio, abbate
di Cagli.
Invece il capolavoro di Timoteo, eh’è veramente
tale e che si trova appunto nella sagrestia del Duomo
d’ Urbino, rappresenta i Santi vescovi Martino e Tom-
maso, e i ritratti del vescovo Arrivabene mantovano,
L'Arte. Vili, 36.
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è nel magazzino degli Uffizi, ma fu già esposto all’Ac-
cademia col nome di Ugolino da Siena.
È opera di grandi dimensioni, e appartiene all’ul-
timo periodo di Bernardo. Nel mezzo, alla presenza
di angeli musicanti, avviene l’Incoronazione di Maria;
sugli sportelli sono 42 santi divisi in quattro serie, l’una
dietro l’altra.
Un confronto con le tarde opere rimasteci di Ber-
nardo, come, ad esempio, il gran trittico, firmato e
Uffizi, il lavoro non è tra i migliori di Bernardo, che
qui ha forse anche avuto l’aiuto di scolari.
Ma nel disegno delle figure e nei tipi esso porta
sempre l’impronta della sua arte.
Stoccolma, febbraio 1905.
OSVALD SlRÉN.
A proposito di due pitture di Timoteo Viti. —
Nel secondo fascicolo deWArie il sig. Emil Jacobsen,
Bernardo Daddi : Trittico. Firenze, Uffizi (Magazzeno degli)
datato col 1348, presso Sir Hubert Parry ad Hignam
Court, trittico pubblicato dal Fry nel Burlington Ma-
gazine (july 1903), non lascia alcun dubbio sul maestro.
Quelle figure, piene e tozze, dal viso rotondo, dal naso
diritto così caratteristico, sono proprie di Bernardo.
Benché l’opera non possa essere collocata tra le mi-
gliori di questo maestro meriterebbe certo di essere
nuovamente studiata.
Un pendant a questa Incoronazione, composto allo
stesso modo e quasi con lo stesso numero di santi,
divisi dalla rappresentazione centrale, appartiene alla
Galleria Cook a Richmond. 11 tono coloristico è chia-
rissimo: Cristo ha manto giallo su tunica azzurrognola;
Maria ha il manto tutto bianco; il trono è ricoperto
da stoffa carminia; gli angeli in ginocchio del primo
piano sono azzurro-chiari, i due ai lati del trono verde-
chiari.
Come il gran quadro d’altare del magazzino degli
discorrendo di Timoteo Viti, nel suo articolo sui se-
guaci del Francia e del Costa in Bologna, a pag. 83,
scrive :
«Un capolavoro di Timoteo si trova nella sacrestia
del Duomo di Urbino. È un’opera degli ultimi suoi
tempi: Santa Maddalena davanti a Cristo risorto, in
compagnia dei Santi Michele ed Antonio, abate di
Cagli ».
Stando a ciò che scrive il sig. J., si dovrebbe in-
tendere che il capolavoro di Timoteo nella sagrestia
del Duomo di Urbino è un’opera degli ultimi anni
dell’artista e che rappresenta la Maddalena davanti a
Cristo risorto, ed altri Santi, fra cui Antonio, abbate
di Cagli.
Invece il capolavoro di Timoteo, eh’è veramente
tale e che si trova appunto nella sagrestia del Duomo
d’ Urbino, rappresenta i Santi vescovi Martino e Tom-
maso, e i ritratti del vescovo Arrivabene mantovano,
L'Arte. Vili, 36.