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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 5
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Fogolari, Gino: La prima deca di Livio illustrata nel Trecento a Venezia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0376

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334

GINO FOCOLARI

Fatti di grande importanza e nella storia e nella tradizione sono lasciati senza ricordo,
e, al contrario, messi per caso in mostra episodi di secondaria importanza, solo perchè ave-
vano fermata l’attenzione del lettore.

Nel libro secondo alcun segno non ricorda il fatto della secessione della plebe e l’apo-
logo pur tanto popolare di Menenio Agrippa; ma quando Livio, dopo la guerra contro Por-

c. 128. Alessandro Magno
e gli altri grandi re di Oriente

Senna, accenna ad una rissa provocata da alcuni giovani Sabini che avevano rapite delle
donne perdute ai giuochi e la dice causa della creazione del primo dittatore, ecco gli illu-
stratori compiacersi del fatterello e sotto ritrarre parecchie di cotali donne leziere, alcune
che ballano, altre che si disperano assalite e portate via dai giovani. La questione tra Arezzo
ed Ardea che i Romani, ponendosi tra i due litiganti, risolvono a tutto loro profitto, fatto
da trascurarsi forse in un sommario popolare di storia, trova speciale fortuna nell’illustra-
tore che in una grande scena ci mostra discussa a Roma la fraudolenta proposta di Scaptio

e poi, dato che, finito il libro, la carta era bianca, ci dà una singolare rappresentazione

grafica della questione con una specie di mappa dove tra le due città segna il territorio
contrastato. La dipendenza dal testo è tanta, che fatti ricordati due volte, due volte sono

figurati. Così Livio accenna, nel libro VI, a Tito Manlio che

uccise il Gallo e lo spogliò del torques, solo per dire che
non crede il fatto avvenuto sotto quei consoli, ma dieci anni
dopo ; e gli illustratori mettono subito in margine la scena
del duello per ripeterla modificata e con maggiori partico-
lari nel libro seguente là dove Livio racconta di proposito
la storia.

Riesce di particolare godimento osservare con quanta mi-
nuta esattezza siano raffigurate certe scene. Ecco ad esempio
quella dell’Orazio, uccisore dei Curiazi e della sorella, che
è condotto al giudizio dei cittadini e liberato dal padre. Il
vecchio, strappando dalle mani del littore il figliuolo, grida:
« Signori potete voi sofrire che in vostra presencia et mio
piolo sia legato e battito e dato ad chosì laida morte el quale
voi vedeste pur ora tornare con lieta vitorìa, a fatica i albani
potebero sostener di vederlo. Chonsentite che le mano siano
legate che novelamente aquistaro imperio al popolo di Roma.
E che il chapo siano invelupato a colui che la Citade à di-
fesa da servitute. Soferete che in vostra presencia sia battito
c. X18.1 Romani si preparano all'arrivo e aPeso il vostro combatitore o tra le sepolture de churacii 0
dei Galli vittoriosi preso de la cholona ove l'Insegne sono anchora apiehatc de
 
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