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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 10.1907

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Fasc. 5
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Brunelli, Enrico: Appunti sulla storia della pittura in Sardegna
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https://doi.org/10.11588/diglit.24152#0413
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APPUNTI SULLA STOP/A DELLA PITTURA IN SARDEGNA

37i

Come infine il Cavaro, a Cagliari; così a Sassari il Mura bene impersona in sè stesso
e rappresenta adeguatamente lo stato dell’arte pittorica al principio del secolo xvi. Se l’unica
sua opera autentica è in Ardara, 1 se quivi è un’altra sua opera probabile; 2 il centro prin-
cipale della sua attività dovette essere appunto a Sassari, ove tutti i pochi frammenti rimasti
dell’antica pittura spagnoleggiante si dimostrano appartenenti alla sua maniera. Tali sono
una Madonna col Bambino e un Volto Santo, nell’Archivio del Duomo; 3 un’altra Madonna
col Bambino, in affresco, nell’atrio del palazzo dell’Arcivescovado; 4 * una delicata immagine
di giovine diacono, forse un San Pancrazio, nella chiesa dei Serviti. s Quest’ultima, al riscontro
con le figure della predella di Ardara, pare a me un’opera non dubbia del Mura stesso.

Furono invece falsamente attribuite al Mura altre opere, come l’ancona meschinissima
di Borutta 6 e l’ancona pregevole della cattedrale d’Ozieri. 7 Quest’ultima è fra i rari saggi
che siano in Sardegna d’arte raffaellesca, ed è chiara testimonianza che anche gli influssi di
Raffaello giunsero in Sardegna per il tramite spagnolo.

Roma, agosto 1907.

Enrico Brunelli.

1 Se l’opera è in Ardara, furono sassaresi i suoi
committenti ; tanto almeno ha cercato di dimostrare
il Costa (op. cit., pag. 83-94). Secondo lo Spano, il
Muru fu nativo di Ardara o di Bisarcio, ma questa
ipotesi non ha altro fondamento che 1’esistenza, in
quei paesi, di opere del maestro. (L’ancona di San-
t’Antioco di Bisarcio è perita, e non possiamo sapere
se fosse veramente un’opera autentica del Muru).

2 Nella sacristia, una tavoletta portatile con fregi
di gotico fiorito, dipinta da entrambe le parti : da
una parte la Madonna col Bambino, dall’altra il Volto
Santo. I riscontri chiarissimi con la grande ancona
non lasciano nessun dubbio che anche quest’opera
deriva dalla stessa bottega, ma può rimanere incer-
tezza se l’autore sia Giovanni Muru o qualche suo
aiuto.

Nella stessa chiesa di Ardara, un’altra ancona
(quella che si vede ora addossata alla parete destra
della chiesa) è attribuita dallo Spano al Muru o alla
sua scuola. Ed è invece opera più recente, men che
mediocre, dove si manifesta qualche influsso raffael-
lesco (veggasi la scena della Deposizione).

3 L’uno e l’altro dipinto hanno perfetta corrispon-
denza, iconograficamente e stilisticamente, con le im-
magini espresse sulla tavoletta portatile di Ardara.
Ma i quadretti sassaresi sono d’esecuzione più aggra-
ziata e più fine.

4 L’affresco che appartenne in origine all’antico

oratorio di Sant’Andrea (fondato nel 1303, oggi sop-

presso e incorporato nel palazzo arcivescovile) è com-
preso dallo Spano (Storia dei pittori sardi, pag. 6)
tra le pitture sarde antichissime. Ma quale si sia
l’epoca (non anteriore ad ogni modo al secolo xiv)
cui l’opera, nel suo primitivo stato, risaliva, certo è
che essa ci appare oggi interamente rifatta verso il
principio del secolo xvi, da un maestro abbastanza
affine a Giovanni Muru.

3 Vedesi, inclusa in una tela insignificante del se-
colo xvm, sopra l’altare della prima cappella, a si-
nistra entrando, nella chiesa dei Servi di Maria. È
probabilmente un frammento di predella, e presenta
quasi un’identità con la figura di Santo Stefano,
nella grande ancona di Ardara.

6 Nella chiesa di San Pietro di Sorres, presso il
villaggio di Borutta.

7 Nella sacristia della cattedrale, ove fu traspor-
tata dalla chiesa rurale della Madonna di Loreto. È
opera ancora di notevole interesse e di reale bellezza,
malgrado i gravissimi ristami ; e va attribuita alla
metà circa del secolo xvi. In questa come in qualche
altra pittura contemporanea (p. es. la Crocifissione e
la Deposizione della chiesa della Trinità di Sassari)
non è più quasi traccia di arcaismi e dominano deci-
samente gli influssi di Raffaello. E pur nulla è in Sar-
degna di più chiaramente spagnolo che tali interpre-
tazioni raffaellesche, probabilmente di seconda mano.
La Deposizione di Sassari deriva dalla nota stampa
di Marcantonio Raimondi.
 
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