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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 3
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Venturi, Adolfo: Studii sull'arte umbra del '400
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0235
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STUDII SULL'ARTE UMBRA DEL ’4oo

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cittadina, il quale poco dimostra ch’egli vi abbia lavorato attorno, tanto il colorito è grosso
e torbido, il disegno manchevole nelle figure corte di gambe, e nelle mani grosse e dalle
dita torte. Nulla, a nostro avviso, il Bonfigli trasse da questi due maestri, come può affer-
marsi vedendo gli affreschi da lui eseguiti nel palazzo del Comune, coi soggetti della vita
de’ vescovi Ludovico e Ercolano. Egli si provò a raccontare le sacre leggende, cadendo
però in forme volgari, esagerate e grottesche; e anche quando giunse ad alcuna determi-
nazione nel carattere delle teste de’ suoi personaggi, si mostrò troppo stretto dalle conven-
zioni nel segnare i capelli a grandi ciocche, come a manipoli di stoppa, le vesti a cannel-
loni, i busti cortissimi stretti da cinture. Le figure s’affollano sugli edifici addensati del
fondo, senza che siano determinate le distanze di quelle da questi; e nonostante qualche
esattezza di particolari e il tentativo di effetti prospettici, le composizioni non si svolgono
con linee chiare, con raggruppamenti meditati. Nella figura di Totila colossale (fig. 7), come

Fig. 8 — Neroccio e Francesco di Giorgio Martini :

Particolare del quadro della Nascita di San Bernardino.

Perugia, Galleria Civica

un idolone nel trono, l’artista cade in una convenzione di grandezza, quale troviamo nelle
rappresentazioni della Strage degli Innocenti di Matteo di Giovanni senese nei quadri del-
l’Accademia di Siena e della galleria di Napoli.

Questo riscontro ci fa pensare come il Bonfigli, pure attenendosi all’arte locale, richia-
mando qualche volta il Boccati, rimanga nell’orbita dell’influsso senese, il quale si esercitò
costantemente nell’Umbria sino a che non giunse Pietro Perugino, apportatore della gran
luce dell’arte d’Arezzo e di Firenze.
 
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