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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 12.1909

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Fasc. 6
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24137#0501

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CORRIERI

Notizie d’ Inghilterra.

La storia del busto di cera acquistato dal Museo
di Berlino. — Non è storia lunga, perchè non si può
risalire con le memorie a più di mezzo secolo fa. Al-
lora il busto era di proprietà dello scultore inglese
Richard Cockle Lucas, e dopo la morte di lui, ap-
partenne al figliuolo Albert Durer Lucas, il quale lo
vendette nel 1888 a Mr. Simpson, che lo collocò nella
sua casa di Chilwort, detta la «Torre dei Venti».

E qui cominciano le memorie di una cameriera.
Essa si trova ora a servizio di Mrs. Lucia F. Keales,
ma fu per lungo tempo nella casa di Mr. Simpson, e
ricorda il luogo preciso dove il busto si trovava. Non
tenuto in gran conto, esso era posto in un passaggio,
coperto sì, ma tale da permettere che l’aria esterna
agisse sulla cera di fronte, la quale perciò deperiva
sotto l’azione distruggitrice del caldo e della polvere,
dell’umido e del gelo.

Nel 1904 Mr. Simpson morì, e tutte le sue cose
furono vendute. A quella vendita un lotto miscellaneo
(n. 234) fu aggiudicato per cinque scellini a Mr. Mann,
di Shirley-road, Southampton; e il lotto conteneva il
busto dì cera, che fu venduto sempre per pochi scel-
lini, da Mr. Mann a Mr. Long, e, dopo brevi fer-
mate presso Mr, Sparks e Mr. Spinks, fu acquistato
da Mr. Murray Marks il ben noto espertissimo anti-
quario, dal quale il dott. Withelm Rode, direttore dei
Musei di Berlino, lo comperò per duecento mila lire
ritenendolo opera di Leonardo da Vinci.

Una simile carriera in cinque anni, da pochi scel-
tini a duecento mila lire, può essere invidiata da qual-
siasi umano rampichino; se non che a salti troppo
grandi succedono cadute pericolose. E quando i gior-
nali del mondo annunziarono la scoperta di una nuova
cera di Leonardo, e la cera fu riprodotta nei settima-
nali meglio forniti di novità ; ecco che sorge a par-
lare Lucas figlio, che a malgrado dell’ottantunesimo
anno di età ha ancora buona la memoria, e dice al
mondo sbigottito che la cera è opera di suo padre
Richard Cockle Lucas, il quale la eseguì nel 1846, per
commissione dell’antiquario Buchanan, copiando una

pittura in possesso dello stesso Buchanan, e creduta
la « Gioconda » di Leonardo da Vinci. 1

Il fatto raccontato da Lucas figlio ha subito otte-
nuto conferma da Mr. Whitburn, il quale ricorda per-
fettamente di aver veduto Lucas padre lavorare at-
torno il busto, copiando dal quadro suddetto. Finito,
il busto non fu più voluto dal Buchanan, e rimase di
proprietà dell’autore: e di qui comincia la storia pre-
cedente. A finale conferma Lucas figlio ha presen-
tato una fotografia del busto, quando esso si trovava
in possesso di suo padre, provvisoriamente coperto
sul petto da un drappo, per non offendere la pruderie
delle visitatrici dello studio.

Rimaneva dopo tutto ciò da sapere a quale scopo
fosse stato eseguito il busto. E ce lo dice subito
Mr. Thomas Whitburn: «il principale desiderio del
Lucas, più volte me lo ha confessato, fu di essere una
volta o l’altra avvicinato agli antichi maestri »1 2. E il
tempo doveva fargli giustizia.

*

-* *

Se non che, convien subito aggiungere che tutta la
seconda parte della storia raccontata è pura favola
secondo il dottore Wilhelm Bode il quale mandò al
Times (15 novembre) cinque categoriche smentite così
concepite :

«1. La fotografia fatta da Mr. R. C. Lucas non
è presa dal nostro busto.

«2. La pittura della « Flora » di Basildon Park,
che è a torto attribuita a Leonardo, non può assolu-
tamente essere stato il modello del nostro busto.

«3. Il nostro busto è antico e del periodo del
Rinascimento.

« 4. Appartiene alla scuola di Leonardo.

«5. La mia convinzione che si tratti di Leo-
nardo in persona, che si basa sopra la superiorità di
essa su le pitture, come la « Flora », del Pedrini, del
Melzi, ecc., è in ogni modo una semplice ipotesi, per-

1 Tale pittura fu poi venduta dal Buchanan a Mr. Morrison,
di Basildon, ove essa ancora rimane. Confrontata con la fotografia
del busto, questo corrisponde perfettamente alla figura dipinta.

2 Times, 16 nov. 1909.

L'Arte. XII, 58.
 
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