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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

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Fasc. 3
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Foratti, Aldo: L' arte di Giovanni Cariani
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https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0217

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L’ARTE DI GIOVANNI CARI ANI

UÒ essere controversa la data della nascita del Cariani,
e, dopo le sottili argomentazioni del Ludwig-,1 si può
anche revocare in dubbio l’opinione, tenuta per molto
tempo, che il pittore sia nato a Fuipiano nel berga-
masco. 2 E però innegabile che il suo primo gruppo
d’opere tradisce un ripetuto soggiorno nella vallata del
Brembo, per quella continua mescolanza di elementi
artistici e di residui contadineschi onde si informano
alcune sacre rappresentazioni, che manifestano uno spi-
rito rozzo ma una volontà perseverante nello studio
delle maniere anziché delle forme, in che perdura un
sintomo di rusticità. V’è qualcosa di nativo e di riluttante
nel grezzo pensiero di questo pittore, che si esprime a
uso contadino cinguettando la lingua ufficiale, e che resta quasi sempre infagottato nelle
livree di gala dei maestri veneziani. Il suo ricco colorito si unisce a un fare largo, a un
ampio girare di pieghe e a una certa bravura nel digradare gli sfondi aerei e nella distri-
buzione prospettica dei piani ; tuttavia gli mancano il magistero della linea, la squisitezza
del gusto e la varietà degli aspetti. Pur avendo le migliori qualità del tecnico, egli riuscì,
in complesso, inelegante, quando non fece capo a qualche sommo ingegno, e, abbandonan-
dosi alla gioia dell’ imitazione, non copiò qualche originale, ora perduto, come la palmesca
Sacra Conversazione della raccolta Frizzoni-Salis in Bergamo e il giorg'ionesco Bravo della
galleria imperiale di Vienna.

Nella produzione carianesca devonsi distinguere tre periodi: il palmesco, cui si arriva
per mezzo di quel valoroso propagatore d’idee che fu Giambellino ; il giorgionesco, nel quale
si ripetono, come altrettanti intercalari, certe deformità anatomiche, e la grassezza delle tinte
dà alle carni alcunché di tumido; e l’eclettico, che risulta da un tentativo di svincolarsi dai
due grandi maestri e da un ritorno inconscio ai floridi stili d’ambedue, legati con vigore,
più che fusi con genialità, nell’arte del ritratto, onde il Cariani si insignorì in guisa, che non
merita il silenzio del Vasari, al quale riparò il Lanzi,3 calcando una frase.

■ Jahrb. der ligi. preuss. Kunstsammlungen (Beiheft
zum XXIV Band), Berlin, 1903, pag. 33-41.

* A. Pasta, Le pitture notabili di Bergamo, ecc.,
Bergamo, MDCCLXXV, pag. 41, 48 passim ; F. M.

Tassi, Vite de’ pittori, scultori e architetti bergama-
schi, Bergamo, MDCCVIIC, t. I, pag. 33 e seg.

3 Storia pittorica della Italia, Bassano M DCCCXV III,
t. Ili, pag. 87.

L’Arte. XIII, 23.
 
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