Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 13.1910

DOI Heft:
Fasc. 4
DOI Artikel:
Bibliografia
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24136#0359

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
BIBLIOGRAFIA

317

l’A. la rappresentazione grafica di un precetto leo-
nardesco), e nelle storie dell’Archicenobio di Monte
Oli veto, cominciate, secondo la verisimile ipotesi del-
l’J., dopo un soggiorno di studi in Firenze, ove il
nostro pittore può aver coltivato l’amicizia di Cesare
da Sesto.

Nella grande Deposizione di Croce della galleria d1
Siena l’A. avverte molta affinità col quadro di Filip-
pino Lippi (ora nell’Accademia fiorentina), finito dal
Perugino ; nella Resurrezione del Palazzo pubblico
senese nota, massime nel gruppo de’ soldati dormienti,
l’influsso di Michelangelo, estensibile pure ad altre
opere assai tarde. Quest’opinione non avrà un grande
incontro ; laddove, per comune consenso, saranno en-
comiate le accorte osservazioni stilistiche che accostano
il Sodoma a Raffaello e alla plastica greca.

Pochi scolari ebbe il Bazzi, e nessuno d’essi illustrò
degnamente, con opere immuni dall’epidemia dell’imi-
tazione, la città natale o adottiva.

Il J. si occupa, nel quarto capitolo, di Gerolamo
del Pacchia, eclettico di buon gusto e di pronto ta-
lento, del quale riconosce, nell’ottava sala della gal-
leria senese, la Madonna n. 355. Nel quinto, di Andrea
Piccinelli e Matteo Balducci : l’uno eclettico che non
derubò di molti particolari i maestri, ma ne assimilò
e fuse le maniere (a ragione gii è ascritto il n. 451
nella sala undecima), e l’altro «fiacco epigono» che,
per la rettificazione del catalogo, guadagna diversi
dipinti di pochissimo rilievo. Nel sesto, di Domenico
Beccafumi, «il Correggio dell’Italia inferiore», seguace
dei lombardi e dei fiorentini, che, alzatosi ad alto volo
con la sua singolare Santa Caterina, declina poi verso
la decadenza.

Il J. considera, da ultimo, le opere non senesi :
italiane e straniere della galleria di Siena; in questo
breve elenco ragionato troviamo parecchie riprove del-
l’amore, dell’avvedutezza e del sicuro sapere onde fu

condotto tutto il lavoro. .

Aldo Por atti.

L'opera dei grandi artisti italiani raccolta da
Corrado Ricci. I. Pier della Francesca.
Roma, Domenico Anderson cclit., MCMX.

La grande pubblicazione, che fa onore a coloro che
l’hanno impresa, consiste nella raccolta delle opere
de’nostri artisti adunate con intelletto d’arte. Conia
notizia di tutto quanto fu scritto intorno a Piero della
Francesca, con la cognizione delle opere del maestro
sparse per l’Italia e per l’Europa, Corrado Ricci si
è accinto a dirigere la pubblicazione fototipica che Do-
menico Anderson con valentia e con coscienza arti-
stica fa ad onore e gloria dell’arte italiana, e ad incre-
mento degli studi. Questo grande Album è il primo
della serie che sarà continuato con altri dedicati a Me*
lozzo da Forlì, a Luca Signorelli e a Filippo Lippi,
se, corqe non dubitiamo, riceverà l’accoglienza che

merita dagli studiosi. Alle riproduzioni fototipiche, ri-
cavate da fotografie nitide, quali non sempre si era
ottenuto dalle opere di Piero, precede il prospetto cro-
nologico della vita dell’artista, P indice descrittivo delle
tavole, la « probabile cronologia delle opere di Pier
della Francesca ancora esistenti » e la bibliografia re-
lativa al maestro ordinata e completa.

Nel prospetto cronologico della vita dell’artista, Cor-
rado Ricci con molta ragionevolezza ritiene che Piero
nascesse fra il 1416 e il 1420, ricordando come nel 1439
egli fu aiuto di Domenico Veneziano nel dipingere la
cappella maggiore di Sant’ Egidio, chiesa nell’Arcispe-
dale di Santa Maria Nuova a Firenze. Anche per la
decorazione della cappella maggiore di San Francesco
d’Arezzo, l’A. segue il Witting, che la ritenne ese-
guita dopo qualche tempo dalla morte di Bicci di Lo-
renzo avvenuta nel 1452, ma, come giustamente nota,
«l’opinione del Witting è forse da seguire, purché il
principio di quelle pitture non si porti al di là del 1454».
E qui ricordando come il 4 ottobre 1454 Piero accet-
tasse di fare una tavola con Assunzione per Sant’Ago-
stino di Borgo San Sepolcro e non volesse obbligarsi
a darla finita prima di otto anni, e alla fine la facesse
eseguire da un suo aiuto, considera con molta ragione
che queste «sono prove indirette, ma prove ch’egli
allora doveva trovarsi impegnato in un grande lavoro
o stava per cominciarlo, e questo non poteva essere
che la decorazione dell’abside di San Francesco con
la Storia della Croce». Non possiamo parimenti con-
venire con l’A. circa all’interpretazione dei documenti
relativi alla tavola del Corpus Domini di Urbino. Com’è
noto, T 8 aprile 1469 Giovanni Santi riceveva denaro
dalla Confraternita, perchè facesse le spese a Piero
che « era venuto a vedere la taula per farla a conto
della Fraternità». E cpii l’A., ritenendo che Piero la
dipingesse tra il 1469 e il 1472, si prova a identificare
la tavola con quella che esisteva nel 1723 in San Ber-
nardino, e che ora si conserva a Milano nella Galleria
di Brera. Senz’entrare qui in considerazioni iconogra-
fiche per dimostrare che quella pala d’altare non poteva
essere la tavola della fraternità del Corpus Domini,
ricordiamo che dal 1465 al 1468 si trovava a Urbino
Paolo Uccello, intento a eseguire il quadro per quella
stessa Compagnia; e ne resta anzi la predella (l’ul-
tima parte che suol dipingere un artista pittore d’una
ancona), con le rappresentazioni della leggenda del-
VOstia profanata. Paolo Uccello era molto vecchio,
e probabilmente la tavola sua non soddisfece i con-
fratelli, che un anno dopo il compimento della tavola
per mano di Paolo Uccello, invitarono Piero a « veder
la taula per farla ». Evidentemente era chiamato a
osservare il lavoro fatto e animato a rifarlo. Ma che
Piero non ne facesse nulla, si può provare con le note
relative a Justus van Ghent per la pittura della tavola
della Compagnia del Corpus Domini eseguita tra il 1473
e il 1474. Si noti anche che al quadro di Giusto era
 
Annotationen