Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 14.1911

DOI Heft:
Fasc. 6
DOI Artikel:
Perotti, Maria: Federico Zuccari, [2]
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24138#0461
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
FEDERICO ZUCCARI

(Continuazione e fine, vedi fase, precedente)

L’autore della prefazione al secondo tomo della « Raccolta di stampe dei più bei quadri
e disegni nel Gabinetto del Re, in quello di Mons. il Duca d’Orleans e in altri Gabi-
netti »,' dichiara, a proposito di Federico: « Zuccaro fut élevé par Thadée son frère, et il
« devint un si parfait imitateur de la manière de ce dernier, qu’il ne faut pas ètre surpris
« si les ouvrages de l’un et de l’autre sont souvent confondus », e il Lanzi lo considera
soltanto come erede della maniera del fratello, e dei suoi disegni, della sua clientela, della
sua popolarità. Erede sì — le pitture del suo primo periodo lo rivelano e ancor quelle
dell’ultimo, quando, spegnendosi lentamente le forti facoltà della sua intelligenza, il ricordo
di Taddeo rivive nelle grandi storie a fresco —; ma se si toglie quell’affinità che vien loro
dall’appartenere a un periodo d’arte riflessa, in cui tutti gli artisti hanno qualche nota in
comune, e quella che deriva dalfesser vissuto il secondo alla scuola del primo e dall’esser
fratelli, Federico rivela, di fronte a Taddeo, una personalità propria, un modo suo di conce-
pire l’ideale dell’arte.

Taddeo mira a formarsi una maniera facile e vaga, che piace, seppure a volte sembra
superficiale, in mezzo allo sfoggio di esagerazioni michelangiolesche, tanto frequente nei suoi
contemporanei, e possiamo accettare, nel complesso, il giudizio che dà su di lui il Vasari:
« Ebbe una maniera assai dolce e pastosa, e tutta lontana da certe crudezze; fu abbondante
nei suoi componimenti e fece molto belle le teste, le mani e gl’ignudi, allontanandosi in
essi da molte crudezze; nelle quali fuor di modo si affaticano alcuni per parere d’intendere
l’arte e la notomia ; ai quali avviene molte volte, come avvenne a colui, che per voler essere
nel favellare troppo ateniese, fu da una donnicciuola per non ateniese conosciuto. Colorì
parimente con molta vaghezza ed ebbe maniera facile, perchè fu molto aiutato dalla natura ;
ma alcuna volta se ne volle troppo servire ».2 F'ederico seguì una via diversa: egli affronta,
ed anche cerca, gli ostacoli, e mira a dimostrare la sua valentia nel risolvere i più difficili
problemi del disegno; è un «virtuoso» di forte ingegno, un esempio notevole dell’arte di
quella fine di secolo, che si basa sullo studio e il cui supremo vanto è l’abilità tecnica.

Durante il primo periodo della sua vita artistica — fino al 1570 circa — lo Zuccari
sembra quasi aver compreso che nell’esagerata « facilità » dell’esecuzione, come nello sfoggio
eccessivo delle esercitazioni tecniche e nella vuota monumentalità della forma, era il germe
della decadenza dell’arte. La « Visitazione » di Santa Maria dell’Orto, pur rivelando qualche
giovanile incertezza stilistica, è composta con grandiosa semplicità: sullo sfondo architettonico
risalta il gruppo, nobilmente concepito, di Elisabetta e di Maria, nel quale il giovane artista,
animato dall’idea di far risaltare la divinità della Vergine rispetto alla vecchia cugina, dà
alla figura di Maria una certa rigidezza fredda, che sembra arrestare lo slancio premuroso

1 Parigi, 1742, pag. 33.

Ed. cit„ pag. 103.
 
Annotationen