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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 1
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Hermanin, Federico: Un probabile quadro di Gianlorenzo Bernini
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0042

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FEDERICO HERMANIN

di quella visione di San Romualdo di Andrea Sacelli che il magnifico scultore ha qui se-
guito felicemente nella composizione coloristica, armonizzando squisitamente il bianco avorio
della cocolla del santo col bruno del terreno e dei tronchi, col verde cupo delle fronde e
dei prati. La linea del paese, la figurazione della campagna romana con le sue larghe fen-
diture, la lontana catena dei monti, il disegno delle nubi, tutto ricorda i paesaggi del Poussin,
ma la figura del santo ed il colore ci fanno pensare al Domenichino e ad Andrea Sacchi.

Domenico Bernini1 scrive del padre ch’egli « fra i primi pittori poneva Raffaello e lo
assomigliava a un gran mare, che raccoglieva in sè Tacque di tutti i fiumi » e che predi-
ligeva il Correggio della cui pittura bramosa di linee ondeggianti, di slanci festosi, di no-
bili giocondità, e. di soavi languori, come bene scrisse Giulio Cantalamessa 2 « il Bernini e
la falange dei suoi seguaci sembrano aver portato nella scultura, sebbene con intemperanza
tutto ciò che nell’arte loro si poteva tradurre ».

Racconta poi Domenico che Gianlorenzo studiò le pitture di Raffaello « non tanto per
quindi apprendere la maniera del colorire, e ciò che pare qualità più propria del Pittore
quanto per ricavare da quelle rare figure con cui vien fregiata ogni camera del Vaticano,
il disegno e l’espressiva di esse che poteva a lui servire per attributo della scultura. E smidollò
in tal guisa non solo le Stanze e le Loggie, ma Michelangelo, Giulio Romano, Guido Reni ».

Noi tutti vediamo quanto il Bernini ha tratto da Michelangelo per le sue sculture, ma
a chi ben guardi, e specialmente nei disegni, qua e là si mostrano anche corpi disegnati
col vivo ricordo di figure raffaellesche, come per esempio nei portatori di ceste del Mira-
colo dei pesci e dei pani più volte citato, che ci fanno pensare ad alcuni di quei pescatori
disegnati da Raffaello nel cartone dell’arazzo della Pesca miracolosa.

L’anima tumultuosa del Bernini accoglieva naturalmente in sè le impressioni più di-
verse, e nei quadri e nei disegni per incisioni, in questa forma d’arte che si allontana da
quella che gli è più famigliare, le influenze esterne appariscono più chiare ed evidenti.

Il quadro che mi ha mosso a scrivere queste righe si collega a mio parere intimamente
con le altre pitture e con le composizioni grafiche del maestro e come queste mostra evi-
denti influenze esterne.

Il piccolo dipinto non misura che centimetri 77 d’altezza per centimetri 61 di lar-
ghezza e si conserva qui in Roma nella Galleria del principe Spada a piazza Capo di ferro,
dove è attribuito a Giambattista Gaulli detto il Baciccia. Vi è raffigurato Gesù che parla
colla Samaritana. La composizione è mirabilmente equilibrata. Sulla sinistra è il Cristo, se-
duto al piede di un grande albero fronzuto presso il pozzo di Giacobbe. La sua bella testa
giovanile, dalla barba e dai capelli di un biondo oscuro spicca vivace sul magnifico pae-
saggio, dove un’ampia baia di mare s’apre lucente fra promontori turchini, sotto un gran
cielo sfolgorante ai riflessi del sole basso su nuvole bianche. La baia luminosa, le nuvole, la
verde campagna fanno corona alla testa divina. Col largo gesto del braccio e della mano
tesi verso il mare il Redentore si volge alla donna e pare che sulle sue labbra semiaperte
fioriscano le grandi parole della pace e della promessa. « Chi berrà dell’acqua ch’io gli darò
non avrà giammai in eterno sete ».

La donna sta come sospesa e si appoggia con le forti braccia, avvezze alla fatica, al
margine del pozzo, dove ha portato la secchia. La testa dal bel profilo romano, incorniciata
di capelli neri, tiene diritta e volta ad ascoltare le parole del Cristo. Il collo robusto è sco-
perto e tutta la figura ha quell’aspetto di gagliarda bellezza che il pittore ammirava nelle
donne romane, da lui così spesso eternate anche nel marmo.

Nel paesaggio dietro, alla donna si leva un grosso castello oscuro su di un colle co"
fterto d’alberi. Dalla parte sinistra del quadro si veggono gli apostoli che giungono trafelati,
ricercando il Maestro ?

1 Domenico Bernini, op. cit., pag. 29.

2 Giulio Cantalamessa, Un pensiero sul Cor-

reggio in Vita d’arte, voi. I, pag. 35, n. 1.
 
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