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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 1
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Papini, Roberto: Un rilievo ignorato di Andrea dell Robbia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0072

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UN RILIEVO IGNORATO

DI ANDREA DELLA ROBBIA

E NOTO che Andrea della Robbia lavorò per Prato dal 1489 al 1491 e di questa sua attività
1 si conservano la lunetta della porta maggiore del Duomo, datata dell’ 89 e la decorazione
della Chiesa di Santa Maria delle Carceri, di cui i documenti pubblicati dal Guasti1 fissano la
data al 1491.

Riguardo all’attribuzione concorde di queste due opere ad Andrea non sorse nè doveva
sorgere alcun dubbio, quantunque per la prima non esistesse finora la conferma dei documenti;
ma esse non sono le sole che dello scultore fiorentino si conservino a Prato oltre all’altare,
a lui attribuito, nell’oratorio del Buon Consiglio : esiste ancora un nobilissimo esemplare del-
l’arte di Andrea finora completamente ignorato dagli studiosi dell’arte robbiana e perfino dai
compilatori delle storie e delle guide di Prato.1 2

Questo altorilievo (altezza massima m. 1,65) che pubblico quindi per la prima volta, è
posto a piè delle scale nel palazzo della Biblioteca Roncioniana, ed è tanto più strano che
sia passato fino ad oggi inosservato in quanto che rimane perfettamente visibile dalla strada
nelle ore in cui la biblioteca è aperta al pubblico degli studiosi. Come vi sia pervenuto non
si sa: nella nicchia in cui ora si trova, e che non è certo il suo luogo originale, fu posta pro-
babilmente dal canonico Roncioni, fondatore della biblioteca che porta il suo nome; con ogni
probabilità egli la trovò in qualche tabernacolo od in qualche chiesa di Prato.

Rappresenta, in grandezza quasi naturale, Tobiolo guidato dall’Angelo sulla via del ritorno
a risanare la vista del padre e le due figure di Raffaele e del giovinetto Tobia hanno tale una
nobiltà semplice e severa che l’animo ne rimane profondamente avvinto. L’arcangelo si volge
al suo protettore mentre sale la via reggendosi il manto ampio sopra la veste e recando nella
destra la teca col fiele del pesce : è come se nel suo volto passasse l’espressione della sicu-
rezza di chi sa guidare e il giovinetto che s’appoggia lieve al suo braccio, timido e fidente,
recando nella mano il pesce prodigioso, ha nell’atto e nel passo il desiderio di lasciarsi con-
durre, nel volto una vaga tristezza come se lo sguardo assorto seguisse il pensiero lontano.
La bellezza dell’opera — ancora ispirata all’arte di Domenico Ghirlandaio — avvince poten-

1 Gaetano Guasti , / quadri della galleria ed altri
oggetti d’arte del Comune di Prato, Prato, Giachetti,
1888, pag. 110.

2 L’altorilievo è ignoto ai quattro maggiori biografi
dei della Robbia, per non parlare dei minori e di co-
loro che compilarono articoli su singole opere robbiane.
Lo ignora il Reymond [Les Della Robbia, Firenze,
Alinari, 1897), non figura nel diligentissimo catalogo
del Cavallucci e del Molinier (Les Della Robbia,

Paris, Rouam, 1884) e non ne parlano nè il Mar-
quand nei suoi numerosi articoli su riviste americane
(v. bibliografia data dal Reymond), nè il Barbet de
Jouy [Les Della Robbia - Paris, Reuonard, 1855).
Altrettanto è ignoto a tutti i libri che parlano di
Prato, dalle monografie dei due Guasti alle più mo-
derne del Corradini e del Giglioli. Per una biblio-
grafia robbiana più completa v. Venturi, Storia del-
l’arte italiana - La scultura del Quattrocento, pag. 544.
 
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