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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 3
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Liebaert, Paul: Miniature Spagnuole
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0227

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MINIATURE SPAGNUOLE

IA storia della miniatura spagnuola rimane ancora molto oscura. Solo il periodo cosidetto

_, visigotico, con le sue numerose Apocalissi miniate e più tardi con le Bibbie monumentali,

fu oggetto di studi più o meno esaurienti. Invece per il tardo Medio evo e per il Rinasci-
mento — se si può parlare d’un rinascimento in Spagna — non abbiamo ancora che indagini
frammentarie e qualche abbozzo di teoria generale. Ciò è tanto vero che in una storia generale
della miniatura uscita di recente 1 non si accenna nemmeno a tale scuola spagnuola. Tuttavia
esiste, in Spagna e fuori, un discreto numero di codici che furono miniati da artisti spagnuoli
dal XII[ secolo alla prima metà del xvi. Per convincersene basterebbe leggere l’elenco dei
manoscritti accennati dal conte G. Durrieu nella sua relazione all’ Esposizione d’arte antica
organizzata nel 1892 a Madrid.2 Ma il guaio è questo che gli autori che meglio trattarono e
più ampiamente di tale materia, vale a dire l’Eguren,3 il Durrieu, non diedero nei loro studi
alcuna riproduzione dei codici da essi descritti. Cosi che il materiale di studio rimane tuttora
poco conosciuto. E perciò credemmo di fare opera non del tutto vana pubblicando un esempio
caratteristico di una delle varie scuole spagnuole.

Ma prima di descrivere il nostro codice sarà bene dare un breve cenno sulla evoluzione
generale della miniatura in Spagna, come tentò delinearla il conte Durrieu nello studio sopra
citato. Dalla fine del XIII secolo, cosi egli,4 * si accentua nei laboratori spagnuoli la tendenza
ad orientarsi verso l’arte straniera, benché rimanga sempre fuori di questa corrente un gruppo
di miniatori che, continuando nelle tradizioni nazionali, mantengono un'arte prettamente spa-
gnuola. Per lo più i modelli sono presi all’estero ; e, non paghi d’imitarli, giungono anche a
copiarli. D’allora in poi varie influenze si succedono in Spagna e talvolta lottano fra loro per
il primato. All’ inizio è l’influenza francese che domina, e tale preponderanza si conserva fino
alla seconda metà del Quattrocento. L’influenza artistica della Francia cede allora il passo
all’ influenza dell’arte fiamminga, che non signoreggia soltanto nell’arte minore del minio, ma
domina tutta l’arte pittorica di Spagna.3 Però tale predominio è contrastato ai pittori nordici
dall’arte italiana; si vedono miniatori spagnuoli che tentano d’imitare i loro confratelli d’Italia;
e talvolta in uno stesso codice del tardo Cinquecento l’ornato risente del gusto italiano e le
figure ricordano i tipi fiamminghi.6

1 I. A. Herbert, Illuminateci Manuscripts, Lon-
don, s. d. (1911).

2 Conte P. Durrieu, Mss. d’Espagneremarquables
principalement par leurs peintures et par la beau/é de
leur exécution, in Bìbl. Ecole des chartes,\A\ (1S95),
pagg. 251-326.

3 I. M. de Eguren, Memoria descriptiva de los có-

dices notables conservados en los Archivios ecclesias-

ticos de Espaiia, Madrid, 1859.

P. Tailhan, Les Bibliothèques espagnoles, in Nou-

veaumélanges d’archeologie, Bibliothèques, Paris, 1877,
pagg. 297-346.

I. Van Den Gheyn, Notes sur quelques Mss. à
miniatures... dans les bibliothèques d’Espagne, in An-
nales de l’Acad. royale d'archeologie de Belgique, LVIII
(1906), pagg. 305-30.

4 P. Durrieu, op. cit., pag. 297.

s Ib., pag. 301.

6 P. Durrieu, op. cit., pag. 300 e seg. Notiamo
però che tale influenza italiana sulla miniatura spa-
 
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