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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 15.1912

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Fasc. 3
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Bolletino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.24139#0267

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BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

Storia dell’arte in generale

95. De Mandach (Conrad), Lettres de Puvis de
Chavannes. (Estratto dalla Revue de Paris, 15 di-
cembre 1910).

Sono pubblicate alcune lettere inedite di Puvis de Cha-
vannes a madame Nicolas Belly e al figlio di questa, il pit-
tore Léon Belly, dal 1861 al 1876, ed a dilucidazione di
esse si aggiungono alcune notizie biografiche. (^. gl).

96. Egidi (Pietro), Viterbo. — Napoli, 1912.

Si tratta di una conferenza che cerca di dare una som-
maria visione comprensiva ed organica dei monumenti arti-
stici racchiusi entro le mura di Viterbo cominciando dalle
chiese, rappresentanti di una rigogliosa giovinezza artistica
nei secoli xi, xn e xm, fino alle case, ai palazzi, alle fon-
tane, alle pitture della fine del sec. xv e principio del xvr.
L’ Egidi, pur facendo opera di volgarizzazione, non è un ri-
petitore di cose risapute, ma bene spesso manifesta idee sue
meditate e proprie, che la natura del lavoro gl’ impedisce
di dimostrare.

Tutto ciò che 1’ Egidi ci dice, è stato opportunamente il-
lustrato con numerose illustrazioni. [a. s.).

97. Ozzola (Leandro), L’Arte contemporanea al-
PEsposizione di Roma nel /pii. — Roma, 1911.

Tre schiere principali tengono ora il campo della pittura.
pittori che soddisfano alla visione fisica, pittori che soddi-
sfano alla visione psichica e pittori di compromesso che ten-
tano difendere le due prime tendenze. Queste osservazion1
offrono all’O. il criterio generale per il raggruppamento degù
artisti ed il giudizio su di essi. In capitoli speciali esamina
così, la pittura delle varie sezioni, soffermandosi a lungo su
quella italiana — che trova manchevole perchè i nostri ar-
tisti hanno abbandonata la tradizione nazionale per darsi al-
l’imitazione degli stranieri — e dedicando paragrafi speciali
al Mancini, allo Zuloaga, all’Anglada, a Lavery e Sargent,
a Klimt e a Hodler.

Negli ultimi due capitoli tratta della scultura e dell’archi-
tettura. La prima è dominata da tre correnti : il classicismo,
la semplificazione primitiva o arcaica, e Ximpressionismo. Del-
l’impressionismo il più illustre rappresentante è Rodin, del-
l’arcaismo è Mestrovic’.

Nell’architettura invece, trovasi grande ondeggiamento di
gusto. Mancando un ideale estetico particolare, la via mi-
gliore è di riprendere gli stili nazionali. Nell’architettura
d’Italia il Palazzo di Giustizia del Calderini è opera essen-
zialmente romana e come tale degna di lode. (g. g.).

98. Lauterbach (Alfred), Die Renaissance in
Krakan. — Miinchen, 1911, pag. 91 con 43 illustra-
zioni.

Studiare quale fu la relazione fra l’Italia e Cracovia nel
Rinascimento, durante il '500, è lo scopo di questo libro. Pre-
messe alcune notizie sulle condizioni storiche del tempo, per
cui la Polonia si trovava legata a quanto avveniva a Fi-
renze, a Roma, a Venezia, prende ad esaminare partitamente
i principali monumenti architettonici, che si costruirono in
quel tempo, palazzi e chiese per opera di artisti italiani che
vivevano a Cracovia. La capella, che Sigismondo I fece co-
struire, ebbe non poco influsso sulle opere posteriori. Questa
capella dei Jagelloni si deve al toscano Bartolomeo Berecci,
che si recò in Polonia nel 1517, e che vi ebbe a collabo-
ratori Giovanni Cini da Siena, Antonio da Fiesole (Mag. An-
tonius Florentinusltalus) scolaro di Andrea Sansovino, Filippo
da Fiesole, Nicolò da Castiglione, Guglielmo Fiorentino. Altri
artisti italiani si aggiunsero in seguito, e si devono a loro
una quantità di costruzioni e di sculture (specialmente fu-
nerarie) che rientrano nello spirito dell’arte italiana. Ebbe
tuttavia in Polonia l’arte italiana pochi adepti locali, e fu
questa la ragione per cui se fu facile l’introduzione e l’espan-
sione rapida dell’arte nostra del '500 in Polonia, specialmente
in Cracovia, cessò abbastanza presto di avere un sviluppo
quale le premesse promettevano. {a. s.).

99. Natali (Giulio), Pavia e la sua Certosa. —
Pavia, 1911,

Ecco una guida delle opere d’arte, che contiene la città
di Pavia, e, che potrebbe servire, per la diligenza, di modello
ad altre veramente desiderabili nelle molte città artistiche
d’Italia. Vi sono esaminati brevemente i monumenti sacri e
profani e le raccolte artistiche, e vi è accuratamente indi-
cata (ecco la novità) volta per volta la bibliografia che si
riferisce ad ognuno dei singoli monumenti, mentre una bi-
bliografia generale era stato premessa in principio.

(a. s.).
 
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