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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 16.1913

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Fasc. 1
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Salmi, Mario: Documenti su Parri Spinelli
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https://doi.org/10.11588/diglit.24140#0093

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DOCUMENTI SU PARRI SPINELLI

NON ci sembra priva d’interesse la pubblicazione di questi documenti sul mal conosciuto
pittore aretino, documenti che correggono in parte le note del Milanesi alla vita vasariana di
lui 1 e chiariscono l’esecuzione di un’opera che tuttora ci resta. 11 primo di essi, è la portata
al Catasto del 1427, dalla quale conosciamo che Parri nacque nel 1387, già in parte riprodotta2
come saggio della scrittura di Parri, mentre in realtà non lo è che del fratello Baldassarri,
come si può vedere leggendo la portata stessa (et io Baldassarri isto chon altri a salario).
Basandosi su di essa, affermò il Milanesi che Parri fu « tormentato per più anni da una
malattia di nervi che lo tenne come smemorato, e gl’impedì di lavorare»;3 ciò che non è
possibile dedurre dalle semplici parole e infermo, le quali non specificano da quale infermità
fosse afflitto. Gli altri documenti riguardano la tavola allogatagli dalla Fraternità della Misericordia,
ora nella Pinacoteca Comunale di Arezzo, con « una Nostra Donna col Figliuolo in braccio
- ripetiamo la descrizione del Vasari—; alcuni Angeli che gli aprono il manto, sotto il
quale è il detto popolo (Aretino); e da basso San Laurentino e Pergentino martiri».4 Nulla
si sapeva intorno alla data del dipinto : le carte da noi rinvenute mostrano che fu allogato al
maestro il 16 giugno 1435 per quaranta lire di soldi piccoli. In quell’anno e nel successivo
Parri fu pagato dell’ intera somma quantunque non avesse fatta la tavola, perchè un certo
Papo di Ventura era rimasto garante per lui ed aveva promesso di restituire il denaro qua-
lora da parte del pittore non si fossero mantenuti i patti. Infatti il lavoro non era stato ancora
consegnato il 5 aprile 1437, perchè in quel giorno i Rettori della Fraternità ordinarono che
si obbligasse Papo a restituire le quaranta lire. Per quali ragioni il maestro aveva mancato
alla sua parola? Forse perchè la sua natura malaticcia, che si rispecchia attraverso le sue
melanconiche pitture, gli aveva impedito di dipingere la tavola (eseguita con grande minuzia
e con pari diligenza) tanto presto quanto volevano i commitenti? I registri dell’Archivio della
Fraternità non hanno altro ricordò in proposito: evidentemente il pittore, intimorito dal suo
mallevadore, si affrettò a consegnare l’opera che forse in quello stesso anno fu esposta il
2 di giugno per la festa dei Santi Lorentino e Pergentino — come si faceva ogni anno —
fuor della chiesa, al Canto alla Croce. s

Abbiamo riportato infine dal Libro dei morti dello stesso Archivio il ricordo, anch’esso
inedito, della morte di Parri il quale morì a 66 anni, se computiamo l’anno a nativitate (non
a 65 come crede il Milanesi),6 e fu seppellito, come il padre, nella chiesa di Murello, non in
Sant’Agostino dove affermò il Vasari che avevano la tomba gli Spinelli.

Mario Salmi.

1 Vasari, Le Vite, Firenze, ediz. Sansoni. Tomo II,
pagg. 275-285.

3 Vasari, op. cit., Tomo II, pag. 275, nota 2.

4 Vasari, op. cit., toc. cit., pag. 283.

5 Vasari, op. cit., pag. 283.

6 Vasari, op. cit., pag. 285, nota 3.

2 Pini e Milanesi, La scrittura di artisti italiani

(sec. xiv-xvii), Firenze, Success. Le Mounier,- 1876,

voi. I, pag. 19.
 
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