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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 17.1914

DOI Heft:
Fasc. 5-6
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Biancale, Michele: Giovanni Battista Moroni e i pittori bresciani, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24141#0364

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MICHELE BIANCALE

sinuosi ma angolari; stretti i viluppi, i movimenti portati ad un massimo d’economia. Facili
le pieghe; il panneggio non di teatro; il colore tende a cangiare, un po’ acre, i volti gravi,
invecchiati escludono — persino il San Giovanni —- ogni possibilità di piacere. La luce battendo
di fronte la scena penetra con flutto facile e logico i meandri delle forme. La Cena è il quadro
che più prelude all’arte del seicento ; essa ci fa presentire tutti i quadri posteriori con tavole
di soldati, giuocatori, suonatori, banchettanti che hanno immediatezza di movimenti, mancanza

G. B. Moroni : La Cena. Romano — (Fotografia Taramelli).

assoluta di quel falso psicologismo dato appunto dalle larghe pause e dalle cadenze della linea
compositiva. La ripetizione dei tipi — la chiamano scarsezza inventiva — porta in codesta Cena
a non so che semplicità di forme e di pose da cui ogni preoccupazione letteraria è svaporata.
Teste tra stupite ed ebeti, mosse dialogiche improvvise, atteggiamenti comuni di chi s’appoggia
al tavolo con gli avambracci, di chi siede sullo spigolo di uno sgabello, di chi incrocia le braccia
piegandosi in atto di riposo.

* * *

Nella Cena di Romano dunque il Moroni si mostra ben deciso a ricollocarsi di fronte alla
realtà in uno scopo preciso di affermazione stilistica personale. Altre qualità in lui non s’affer-
 
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