IL RESI AURO DELLO SPEDALE DEI CAVALIERI A RODI
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un abbassamento vuoto. I caminetti poi erano indicati dalla solita traccia di fuliggine nel muro
settentrionale, larga m. 1.05 e che nell’angolo della prima cameretta proseguiva per m. 0.45
lungo la parete originale di est; nelle due ultime stanzette rimaneva in posto anche la pietra
di base del focolare ; oltre a ciò poi i caminetti stessi erano chiaramente indicati da un par-
ticolare dettaglio del soffitto, nel senso che la terz’ ultima mensola prima dell’ angolo è più
sporgente delle altre e mancano le due successive, dove passava la canna (ostruita poi dai
Turchi), mentre un’asta di ferro lega le estremità dei travi così campati in aria, alle travature
attigue : tutti i nuovi caminetti furono del resto eseguiti o piazzati dopo la mia partenza da
Rodi, prendendo a modello l’esemplare trovato in un locale interno dell’Albergo di Alvernia.
Rodi, Spedale, il corridoio superiore di settentrione.
Gli infissi in legno, qui ed altrove, sono moderni : quelli delle porticine vennero imitati dai
battenti originali dell’Albergo di Francia.
Anche l’ala ovest dello spedale era costituita — nella primitiva sua disposizione — da una
serie di cinque camerette molto simili alle precedenti. Siccome però per la odierna destinazione
dell’edificio giova poter usufruire di una sala di una certa ampiezza e luminosità, e d’altronde
l’antica economia del monumento è sufficentemente dimostrata dalle stanzette dell’ala settentrio-
nale, così nel presente ripristino dell’ala ovest fu stimato opportuno di restaurare soltanto le due
fronti di oriente e di nord, in rispondenza coi loggiati, e di sistemare invece un unico salone
interno, esuberantemente illuminato dalle finestre di occidente, che, sebbene aperte in epoca poste-
riore dai Turchi, rispondono sopra il vicolo, e non hanno quindi bisogno di essere rinchiuse a
vantaggio della storicità di quella fronte — meno significante — dello spedale. Di quelle origi-
narie tramezze fra stanza e stanza, già demolite dai Turchi, vennero scoperte le fondamenta
della prima (che i Turchi stessi avevano poi ricostruita più grossa), della seconda e dell’ul-
tima a contatto coll’ala di mezzogiorno; le altre due erano indicate a loro volta dalla sim-
metria colle altre e dalla mancanza delle metope del soffitto al posto dei vecchi muri divisori
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un abbassamento vuoto. I caminetti poi erano indicati dalla solita traccia di fuliggine nel muro
settentrionale, larga m. 1.05 e che nell’angolo della prima cameretta proseguiva per m. 0.45
lungo la parete originale di est; nelle due ultime stanzette rimaneva in posto anche la pietra
di base del focolare ; oltre a ciò poi i caminetti stessi erano chiaramente indicati da un par-
ticolare dettaglio del soffitto, nel senso che la terz’ ultima mensola prima dell’ angolo è più
sporgente delle altre e mancano le due successive, dove passava la canna (ostruita poi dai
Turchi), mentre un’asta di ferro lega le estremità dei travi così campati in aria, alle travature
attigue : tutti i nuovi caminetti furono del resto eseguiti o piazzati dopo la mia partenza da
Rodi, prendendo a modello l’esemplare trovato in un locale interno dell’Albergo di Alvernia.
Rodi, Spedale, il corridoio superiore di settentrione.
Gli infissi in legno, qui ed altrove, sono moderni : quelli delle porticine vennero imitati dai
battenti originali dell’Albergo di Francia.
Anche l’ala ovest dello spedale era costituita — nella primitiva sua disposizione — da una
serie di cinque camerette molto simili alle precedenti. Siccome però per la odierna destinazione
dell’edificio giova poter usufruire di una sala di una certa ampiezza e luminosità, e d’altronde
l’antica economia del monumento è sufficentemente dimostrata dalle stanzette dell’ala settentrio-
nale, così nel presente ripristino dell’ala ovest fu stimato opportuno di restaurare soltanto le due
fronti di oriente e di nord, in rispondenza coi loggiati, e di sistemare invece un unico salone
interno, esuberantemente illuminato dalle finestre di occidente, che, sebbene aperte in epoca poste-
riore dai Turchi, rispondono sopra il vicolo, e non hanno quindi bisogno di essere rinchiuse a
vantaggio della storicità di quella fronte — meno significante — dello spedale. Di quelle origi-
narie tramezze fra stanza e stanza, già demolite dai Turchi, vennero scoperte le fondamenta
della prima (che i Turchi stessi avevano poi ricostruita più grossa), della seconda e dell’ul-
tima a contatto coll’ala di mezzogiorno; le altre due erano indicate a loro volta dalla sim-
metria colle altre e dalla mancanza delle metope del soffitto al posto dei vecchi muri divisori