RICERCHE STORICHE INTORNO ALLA CHIESA DI SANTA ANASTASIA 399
Ma l’attribuzione del monumento a Nanni di Bar-
tolo non risulta da documenti espliciti. Il Biadego 1
trovò che dal 1433 al 1436 almeno era al servizio di
Cortesia Serego un altro lapicida toscano, cioè An-
tonio da Firenze, e a costui si potrebbe pensare. Noi
non possiamo stabilire che nel 1432 e negli anni pre-
cedenti fosse a Verona questo Antonio, ma almeno
ture tutt’altro che prive di merito. Il Venturi1 ripro-
duce un angelo svolazzante e un bellissimo busto rap-
presentante S. Tommaso d’Aquino, tali lavori egli
attribuisce a Vincenzo di Stefano.
Sotto all’arca leggevasi la seguente iscrizione, ri-
ferita da P. Pio da Bologna, dall’anonima Informa-
zione presso il Perini, dal Pellegrini, e dal Torresani,2 * *
Fig. 7 — Cenotafio di Cortesia Serego
(Fotografia Lotze).
abbiamo un documento che parla di uno scultore fio-
rentino.
Tra i rosoni e i girari gotici furono introdotte pit-
del Brenzoni, vennero riprodotti l’uno accanto all’altro da
G. Biadego, Verona, Bergamo, 1909, pag. 63, così che
possiamo agevolmente intenderne la somiglianza artistica.
Il Mf.yer, 1Lombardische Denkmàler, Stuttgarda, 1893)
mise in luce il valore che il mausoleo Serego tiene nella
storia dei monumenti di simil fatta, è un monumento che
segna l’inizio di un’arte. Anzi un giudizio di tale natura
udii dalla bocca del compianto Meyer.
1 Pisanuspictor nota VI Atti Istituto Veneto, 6 luglio 1913,
LXX1I, 2, 1322 segg. Il Biadego suppone che il monumento
già dedicato nel 1432, possa essere stato perfezionato in
appresso. E ipotesi ardita.
con pochissime diversità : « Cortesiae Marassi Scali-
gerum ducis invictissimi iussi insigne monumentimi
et arcam Cortesias f. posthumus comesque Seraticus
posuit, quod ad Seraticae familiae decus et memoriam
Cortesias III caeterique fratres equitis Antonij Marine
filii virtutibus opibusque insignes ornavere».
L’identico testo ci trasmise anche Lorenzo Schrader 5
1 Storia tlell'arte, Mil., 1911, VII, 238.
2 P. Pio, Progenie, cit pag. 289; Informazione, f. 12;
Pellegrini, cap. VI; Torresani, Fani. Serego Ms. 808,
II, 406 della Bibl. Comun., e altro esemplare che fa parte
del deposito fatto dalla famiglia Maggio negli Ant. Arch. di
Verona.
y Mommi, IIaline, Helmestadii, 1592, pag. 331.
Ma l’attribuzione del monumento a Nanni di Bar-
tolo non risulta da documenti espliciti. Il Biadego 1
trovò che dal 1433 al 1436 almeno era al servizio di
Cortesia Serego un altro lapicida toscano, cioè An-
tonio da Firenze, e a costui si potrebbe pensare. Noi
non possiamo stabilire che nel 1432 e negli anni pre-
cedenti fosse a Verona questo Antonio, ma almeno
ture tutt’altro che prive di merito. Il Venturi1 ripro-
duce un angelo svolazzante e un bellissimo busto rap-
presentante S. Tommaso d’Aquino, tali lavori egli
attribuisce a Vincenzo di Stefano.
Sotto all’arca leggevasi la seguente iscrizione, ri-
ferita da P. Pio da Bologna, dall’anonima Informa-
zione presso il Perini, dal Pellegrini, e dal Torresani,2 * *
Fig. 7 — Cenotafio di Cortesia Serego
(Fotografia Lotze).
abbiamo un documento che parla di uno scultore fio-
rentino.
Tra i rosoni e i girari gotici furono introdotte pit-
del Brenzoni, vennero riprodotti l’uno accanto all’altro da
G. Biadego, Verona, Bergamo, 1909, pag. 63, così che
possiamo agevolmente intenderne la somiglianza artistica.
Il Mf.yer, 1Lombardische Denkmàler, Stuttgarda, 1893)
mise in luce il valore che il mausoleo Serego tiene nella
storia dei monumenti di simil fatta, è un monumento che
segna l’inizio di un’arte. Anzi un giudizio di tale natura
udii dalla bocca del compianto Meyer.
1 Pisanuspictor nota VI Atti Istituto Veneto, 6 luglio 1913,
LXX1I, 2, 1322 segg. Il Biadego suppone che il monumento
già dedicato nel 1432, possa essere stato perfezionato in
appresso. E ipotesi ardita.
con pochissime diversità : « Cortesiae Marassi Scali-
gerum ducis invictissimi iussi insigne monumentimi
et arcam Cortesias f. posthumus comesque Seraticus
posuit, quod ad Seraticae familiae decus et memoriam
Cortesias III caeterique fratres equitis Antonij Marine
filii virtutibus opibusque insignes ornavere».
L’identico testo ci trasmise anche Lorenzo Schrader 5
1 Storia tlell'arte, Mil., 1911, VII, 238.
2 P. Pio, Progenie, cit pag. 289; Informazione, f. 12;
Pellegrini, cap. VI; Torresani, Fani. Serego Ms. 808,
II, 406 della Bibl. Comun., e altro esemplare che fa parte
del deposito fatto dalla famiglia Maggio negli Ant. Arch. di
Verona.
y Mommi, IIaline, Helmestadii, 1592, pag. 331.