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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 2
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Ricci, Corrado: Gli Aspertini
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0128

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CORRADO RICCI

così caratteristici, rivelano per me come sue le otto tavolette (fig. il) riunite in un solo quadro che
ebbi la sorte di trovare in Roma nel 1912 e di far acquistare dalla Pinacoteca di Bologna.
Si veggono in esse rappresentate di chiaroscuro liete figure d’uomini, di donne e d’animali,
in diversi episodi, pieni di vivacità e di fantasia, e penso che siano tavolette che servissero
a lui e a’ suoi aiuti per la copia o traduzione in grande, nei fregi delle sale o delle facciate,
ch’egli eseguì con tale abbondanza da indurre il Vasari a scrivere sgarbatamente: «Non è
chiesa nè strada in Bologna, che non abbia qualche imbratto di mano di costui».1

Ma quanto al numero degli affreschi d’Amico nelle chiese e nelle strade di Bologna il
Vasari aveva ragione, chè di moltissimi, infatti, restano ricordi che qui giova raccogliere.

Comincio dagli affreschi che si trovavano nelle chiese o in altri luoghi sacri, oltre a quelli
già mentovati e tuttora esistenti in Santa Cecilia.

Nel prossimo San Giacomo egli aveva decorata la cappella di San Nicola. « E tutta dipinta,
scriveva il Lamo, e dabbasso vi sono istoriette de’ miracoli di San Nicola, belle. Questa
opera è la più pregiata che facesse mai Amico dipintore per opera colorita».2 E il Vasari
conferma: «Alcune storie di quel santo ed un fregio da basso con prospettive meritali di
esser lodate».3

Nella chiesa di San Salvatore lo stesso Vasari vide «un suo fregio intorno alla cappella
maggiore, tanto stravagante e pieno di pazzie, che farebbe ridere chi ha più voglia di pia-
gnere»4 e il Bolognini Amorini aggiunge che pure «nel claustro della canonica» contigua era
un suo fregio. 5

Dipinse poi in San Pietro, a concorrenza col Bagnacavallo, con Girolamo da Treviso (secondo
altri, Girolamo Marchesi da Cotignola), con Innocenzo da Imola, con Biagio Pupilli dalle Lame e
con Giacomo Francia, una delle storie della cappella Aìdovrandi detta della Pace, sventura-
tamente abbattute nel 1724. Il Vasari notava: «Nella storia di maestro Amico è una infinità
di cose strane, per aver raffigurato nella Resurrezione di Cristo gli armati con attitudini
torte e rannicchiate, e dalla lapida del sepolcro che rovina loro addosso, stiacciati molti
soldati » .6

Il Masini rammenta inoltre alcune «figure nel Refettorio di San Martino».7

Nel suburbio si trovavano affreschi suoi non meno importanti, fra’ quali principale
il Giudizio Universale della libreria di San Michele in Bosco, da lui eseguito nel 1514. «Sopra
nel mezzo, scrive il Malvasia, rappresentò in aria il tanto maestoso Dio Padre colla colomba
sotto e il figliuolo Crocefisso, al quale in atto di adorazione genuflesso e nudo risguarda
Adamo con la mano al petto, quasi mostrando di dare a sè stesso la colpa del preziosissimo
Sangue sparso per redenzione del Genere umano, e dietro lui Mosè e Isaia; dall’altra parte
Abramo Padre de’ Credenti, Davidde ed Esdra; sotto di questi da una parte li SS. Pietro
e Paolo, li quattro Evangelisti, S. Ambrogio, S. Gregorio, S. Girolamo, S. Bernardo e altri
duo SS. di quella religione e abito. Pregò, dicono, quel Padre Abbate che lo ponesse in
libertà di esprimere sotto a questa degn’opera in figurine piccole un suo pensiero, cioè il
vero studio de’ Monaci, che, concessagli, fecevi in un finto tappeto da una parte, per lo Para-
diso una inesausta luce radiata come d’un Sole, alla quale s’incamminavano in aria, sopra un
sottilissimo filo impossibilmente camminando l’anime degli eletti, picciole che a pena si vedono,

1 Vite, V, pag. 180.

2 Graticola, pag. 37.

3 Vite, V, pag. 181.

4 Op. et voi. cit., pag. 180.

5 Vite, li, pag. 103. Probabilmente è di Amico
Aspertini la pittura del soffitto a cassettoni nella bi-

blioteca dell’ex-monastero ora caserma di San Salva-

tore, soffitto rimosso per necessità nel 1899 e depo-
sitato nella casa Grassi. Vedi Raffaele Faccioli,

Relazione dei lavori compiuti dall’ Ufficio regionale
per la conservazione dei monumenti del!Emilia dal-
l’anno 1S92 al 1S9J (Bologna, 1898), pagg. 17-18 e
Relazione dei lavori compiuti... dal 1898 al /90r (Bo-
logna, 1901), pag. 16 e tav. 12.

6 Vite, V, pag. 177. Cfr. Masini, Bologna perlu-
strata, pagg. in e 527, e BauHnucci, op. cit., II,
pagg. 288 e 289.

7 Bologna perlustrata, pag. 167.
 
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