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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 1
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Venturi, Adolfo: L' arte dell'intaglio e della tarsia a Ferrara nella fine del Quatrocento
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0101

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L'ARTE DELL'INTAGLIO E DELLA TARSIA A FERRARA
NELLA FINE DEL QUATTROCENTO 1

Nel periodo di Borso d'Este l'arte dell'intaglio
sembrò alquanto trascurata a Ferrara, mentre in
quello d'Ercole I fu in onore tanto che fra i suoi
seguaci trovasi ascritto perfino il principe Don Al-
fonso, il quale, nelle ore d'ozio, si divertiva a tor-
nire e intagliare stipetti per le sue medaglie. In quel
tempo, in cui tante chiese si edificavano e si ri-
mettevano a nuovo, gl'intarsiatori dovevano essere
assai ricercati, in ispecie per i lavori de' cori delle
chiese. Meraviglioso esempio di questo genere ri-
mane il coro della Cattedrale di Ferrara, col trono
episcopale riccamente ornato, coi tre ordini di seggi
rivestiti di finissime tarsie.

Modena continuò a inviare, nel periodo d'Er-
cole I, artefici valenti a Ferrara o i loro eleganti
forzieri intagliati e dipinti; i Reggiani vi apporta-
rono le loro gentilezze d'osso ; i Veneziani accorsero
ad unirsi alla schiera di quei maestri, e con essi
tornarono di nuovo i parenti dei celebri Lendina-
resi. Noi troviamo quindi in certo modo una ripe-
tizione quasi ciclica del movimento di quell'arte
al tempo di Lionello.

Fra gli artisti di quell'antico periodo, degli ar-
tisti dello studio di Belfiore, rimase, al principio
del regno d'Ercole, nel 1472, soltanto Giusto di
Fiandra, il quale trovatosi intento a racconciare le
tarsie d'una tavola di noce, a far trepiedi intagliati
cum trj gropi de Tarsia per chadauno ed altro.2

Il modenese, che fu accolto a Ferrara non come
un intagliatore, ma come un benefattore della
città, fu Bartolomeo Spadari. Il decreto col quale
il Duca Ercole gli concesse esenzione di gabelle,
e il permesso di trar legnami da Modena e Fer-
rara, sembra per la sua intonazione elevata, un
atto importante di Stato. Comincia il Duca col
rammentare ch'egli ha per antico costume di pre ■

1 Alcuni anni fa pubblicai in questo periodico alcune
vecchie note, rimaste inedite, sulle arti minori a Ferrara
nel Quattrocento. Vi aggiungo ora queste altre sui maestri
d'intaglio e di tarsia negli ultimi decenni di quel secolo.

2 Arch. di Stato di Modena, Memoriale de la munilione,
1472, a c. 23 v. e 38. Conto generale della Camera, idem,
c. 84 v.

star favore a quegli uomini a lui devoti, che col
loro ingegno e l'industria loro recano utile e decoro
alla città. Quegli uomini, soggiunge, eccitano altri
ad applicarsi alle oneste e virtuose arti e ne al-
lettano e invitano con la diligenza e l'esempio.
E fra quelli, egli dice, va annoverato dilectus civis
noster Mutinensis ac etiam ferrariensis Bertholo-
meus Spadarius lignarie Artis opifex peritissimus
et precipue eorum operum que ornamentis tarsien-
sibus decoralur.1

Attese Bartolomeo Spadari nel 1501 a fare gli
scanni del coro del monastero dell'Annunciata e
di Santa Maria delle Grazie; nell'anno seguente,
quelli di Santa Caterina da Siena ed un leggìo.
Compì i due cori ne! 1503: nel primo vi erano
centodiciotto sedie con inginocchiatoi e spalliere;
nel secondo centoventi. Più tardi, nel 1505 e nel
3506, accudiva a fare il coro di Santo Spirito, in-
sieme con mastro Pietro de Rechardo, e lavorò varie
cose per la guardaroba estense.2 Quel suo coope-
ratore è probabilmente lo stesso maestro che Piero
di Rizzardo, nativo della Massa (terra degli Stati
Estensi), di cui si conserva, al dire del Caffi, nella
chiesa già agostiniana di Sant'Andrea, un prege-
vole lavoro in legname, a tarsia e ad intaglio, il
circomfessorio nell'abside. Fu egli che continuò
l'opera di Bernardino di Lendinara nel coro della
Cattedrale.

Fra i modenesi e reggiani maestri d'intaglio a
quel tempo notiamo un Guasparino da modena
provvigionato estense nel 1493;3 certo m.° piero
de paxe (probabilmente figlio di quel Gio. di Paxe,
il quale nel 1452 vendette a Modena un leggio,
per la Compagnia dell'Ospedale della Morte),4 che

1 Id.) Mandati, 1492, c. 227 e segg.

2 Arch. sudd., Memoriale, CC, 1501, a c. 25 e 45. Libro
delle partide, 1502, a c. 129 (anno 1503), a c. 21 (anno 1502).
Memoriale della Munizione, 1502, a c. 95 e 105. Memoriale
delle fabbriche, 1503, a c. 1 e 209. Id., 1504, FF, a c. 119.
Libro delle partide, 105, a c. 89, 126, 160 (1506-7).

3 Id., Zornale del soldo, 1493, a c. 135.

4 A. Venturi, VOratorio delVOspedale della Morte. Mo-
dena, 1885 (in Atti e Mem. delle Dep. di St. P. per le
prov. mod. e parm.).
 
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