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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 19.1916

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Fasc. 3
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D'Ancona, Paolo: Un ignoto discepolo di Michelangiolo da Caravaggio (Niccolò Musso da Casalmonferrato)
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https://doi.org/10.11588/diglit.17336#0221

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UN IGNOTO DISCEPOLO DI MICHELANGELO DA CARAVAGGIO

(NICCOLO MUSSO DA CASALMONFERRATO)

Quando gli studi sulla pittura del nostro Seicento saranno più progrediti e le singole
figure degli artisti maggiori non balzeranno più solitarie, come oggi appare, su di un
fondo quasi uniforme, allora soltanto si potrà scrivere quell'atteso capitolo della nostra
storia artistica dedicato alla fortuna del Caravaggio. Per ora dei suoi immediati seguaci
poco sappiamo, o meglio, di quelli tipo Valentin o Saraceni, sappiamo, giudicando dai
loro prodotti, che nell'arte di lui videro soltanto quel che v'era di esteriore, senza pene-
trarne l'intima essenza, senza comprendere i segreti della sua tecnica tutta personale.

Ma non sono questi fiacchi imitatori i veri discepoli del Caravaggio! Vi è tutta un'altra
serie di caravaggeschi che deve ben altrimenti attrarre la nostra attenzione, e ad (ssa
appartengono quegli artisti, tipo Orazio Borgianni,1 i quali intesero più intimamente
quanto v'era di vitale nella nuova corrente pittorica, nè ad una male intesa imitazione
sacrificarono ogni loro individualità. Niccolò Musso appartiene a questa nobile schiera
di novatori, che primi compresero tutta la portata del nuovo verbo caravaggesco come
reazione all'accademismo trionfante e se ne fecero banditori in una cerchia ristretta lo-
cale. Poco sappiamo di lui e della sua operosità. Uno de' prmi a parlarne fu l'Orlandi:2
« Niccolò Musso nato d'onesti parenti in Casalmonferrato, fermossi io anni in Roma,
« dove per genio particolare al disegno, imparollo da Michelangiolo da Caravaggio, e diede
« belle prove del suo sapere in diverse chiese della sua patria, massimamente nella Cap-
ii pella del Castello nel misterio della Incarnazione del Verbo, dipinto con bravura, e con
« franchezza ». A queste scarse notizie dell'Orlandi poco aggiunge il Canonico Giuseppe
De Conti.5 storiografo casalese, che scriveva proprio alla fine del sec. xvm: « Musso Ni-
colò di Casale, figlio di un attuario o cancelliere del Senato. Spedito dal padre in Roma
« per la giurisprudenza, abbandonò questa per darsi alla pittura, come fece sotto la scuola
« di Michelangiolo Caravaggio (così prima del 1609). Rimpatriato, fu dal padre, sdegnato,
« proibito di pingere, sinché per interposizione di protettori, gli fu concesso di pingere
« un quadro, che riuscì sì applaudito, che il padre lasciollo di buona voglia attendere alla
« pittura, nella quale potè breve tempo applicarsi essendo morto in età giovanile ». Meno
male che il De Conti, quasi in compenso della solita banale storiella sopra riferita dei
contrasti fra padre e figlio, ci dà più sotto qualche indicazione circa le opere principali

1 R. Longhi, Orazio Borgianni, in L'Arte, anno
1914. pag. 7.

2 Orlandi, Abecedario pittorico, Bologna, 1704,
pag. 296.

3 L'opera del Canonico Giuseppe De Conti, zio
di quel Vincenzo che pubblicò in 11 volumi le
Notizie storiche di Casale, scritta nel 1799, è ri-
masta inedita e reca il titolo: Ritratto della città di
Casale, ossia descrizione compendiosa dei principali

edificii, pitture e sculture più rimarcabili, che esistono
in essa città a tutto l'anno corrente. Il ms., difficil-
mente accessibile, è in possesso dell'ultimo dei
De Conti, ma di esso esiste una copia, sebbene
piena di errori, nella Biblioteca del Re a Torino.
Questa notizia, ed altre riguardanti il nostro pit-
tore, ci giunge dalla cortesia del dotto erudito
casalese, avv. Francesco Negri, cui ci è grato
porgere i più sentiti ringraziamenti.
 
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