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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 20.1917

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Fasc. 4
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Bollettino bibliografico
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https://doi.org/10.11588/diglit.17337#0398

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364

BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO

studioso, la Guida avrebbe probabilmente evitato molti er-
rori e mancamenti nella descrizione elei centri minori del
Piemonte.

A proposito dei centri minoii, per l'appunto, la Direzione
della Guida avrebbe dovuto riflettere che qui la cura di reda-
zione non è mai troppa; e dovrebb'essere più attenta anche
per le città, dove se — Dio non voglia! — un'indicazione
è superflua od errata, la giornata non è perduta; mentre chi
s'arrischierebbe a salire a Varano soltanto perchè la Guida del
Tauring ci avverte: « Si passa sotto Varano con torre antica e
nella chiesa una preziosa tavola». Cosa sarà mai? — D'altra
parte quali patemi d'animo per il vagabondo d'arte, nel la-
sciarsi indietro i paesi, i campanili e le toni, senza esser ben
sicuro che non valesse la pena di cercare e di trovare qualcosa
di bello.

Eppure ecco tutta la Riviera trasvolata con eccesso dì tu-
rismo, senza ricordar nulla quasi; anche quando sia ben certo
che esistono opere splendenti degli stessi artisti che nelle città
non ci si dimentica di menzionare.

« lo penso che le opere riguardevoli di pittura, scultura ed
architettura sarebbero godute assai meglio se fossero distri-
buite per le province, nelle città mediocri, piccole », diceva
Leopardi.

Pei metteteci dunque di godere almeno di quelle che ancora
vi sono davvero distribuite, con più equità che forse non cre-
diate.

A Sampierdarena c'è soltanto gli stabilimenti di Ansaldo
od anche degli affreschi di Strozzi? Giù sa!

A Voltri, a Loaao, a Rexo non c'è nulla? Chi sa! A Final-
b >rgo non c'è forse un Piero di Cosimo, fra l'altro? A Bussana
non c'è un Preti? E vi par seria l'illustrazione di Savona? La
quadreria ricordata cosi alla rinfusa, un Perugino e un Cara-
vaggio nel Duomo e a San Pietro, che non ci sono. Al Santuario
della Misericordia, un grande asterisco per l'altare che non è
del Bernini, e il quadro più bello, quello del Borgianni, che
pure le vecchie guide amavano, non citato.

Poi v'è l'altra ragione che non v'è nulla di più umano che
di ritrovare il pittore nel suo ambiente natale, o adottivo, che
di ricostruire, viaggiando, quelle zone provinciali fornite cosi
regolarmente dall'opera del genius loci.

Ci pare davvero che nulla sia più adatto e piii semplice per
una guida che tener d'occhio queste zone provinciali che hanno
tante volte un sapore così personale impressovi da un solo ar-
tista, e magari un sapore importato. Così è più importante o
più indicativo citar Brea a Taggia — e non è citato — che a
Torino, Macrino in Alba — e non è citato — che a Roma,
Scacco a Fondi che a Napoli, Molineri a Savigliano che a To-
rino; Tanzio a Novara che a Milano, Moncalvo a Casale che
a Milano.

Eppure di questa sana ricerca di colore locale, essenziale
in una guida amorevole non v'è tiaceia in questa del Tourinq.

Le fonti. — Per le notizie artistiche, naturalmente, di
Italia sono di varia importanza c sicurezza.

Mentre lodiamo tutte le ricche aggiunte desunte da guide
Speciali che davano buon affidamento, da ricerche personali,
da discretamente esatte guide anteriori come il Baedeker, non

possiamo che lamentare profondamente che qualche volta e
non dì rado si sia preferito ripetere notizie di tradizione poco
più che orale, o desunte da guide francamente cattive, come
quelle deplorevoli del Treves.

Non son forse di questa risma notizie come quelle che asse-
gnano al Bernini la collegiata di San Giovanni Battista a Final-
marina, o a Caravaggio certi quadri a Chieri, ad Avigliana,
a Savona, e che ci rifriggono la storiella dell'Andrea <lrl Ca-
stagno di Levanto, del Van Dyck di Caramagna e dello Span-
zotti buon allievo di Gaudenzio Ferrari!

[Sono informazioni di questo genere che gettano un'ombra
di fretta e di grossolanità su tutto il lavoro. Ma v'è qualcosa
altro che fa scendere maggiormente, dicono, il livello « scien-
tifico » {come si dice) di tuttala compilazione. Ci basterà ricor-
dare che un quadro del Ceruti, nel Castello di Móncalieri, è
interessante, specialmente per la sua prospettiva, ' he segue
chi lo guarda, poi la citazione della Pinacoteca dei Cappuccini,
a Voltaggio, dove si ricordano con ogni tranquillità di coscienza
un Palma il Vecchio, un Perugino ecc., e l'altra della quadreria
privata del dott. Vittorio Rizzi a Sestri Levante, nella quale
con ogni serietà si ammirano (notate l'esortazione di troppo
anticipata) un Parmigianino, due Correggio, due Ruben6, un
Van Dyck, un Tiepolo e... dove « soprattutto eccelle il * fram-
mento del quadro di Raffaello, la Madonna di Loreto, ben con-
servato (1512) ».

Dopo siffatti annunzi, che bastano da soli a compromettere
la serietà informativa di tutta una guida, noi domandiamo che
credito si possa dare alle pretensioni evidentemente personali
che qualche collaboratore avanza, cercando d'imporre qua e
là qualche suo consiglio, 0 qualche sua attribuzione; ciò che
d'alti a parte, in una guida così impersonale, si vorrebbe asso-
lutamente evitato.

Che risultato può avere infatti, se non di comicità, il veto
imperioso col quale un collaboratore incaricato di sbrigare
Pavia avverte: « Soltanto dopo la visita della città si visiterà
la Certosa. Andarvi prima sarebbe un errore, data la diversità
dei caratteri artistici ».

Ed io che senza pensarci, andando come buon turista, da
Milano a Pavia in bicicletta, mi ci son fermato tante volte
alla Certosa! Che bestia!

Simile è la sicumera con che si attribuiscono a Bonifazio
Bembo n artista [per giunta] influenzato da Piero della Fran-
cesca » gli affreschi foppeschi, troppo noti della cappella Porti-
nari, e a Pier Francesco Sacelli il polittico smembrato del
Bergognone nella Crocerà di Santa Maria in Passione.

Ci arrestiamo a questi pochi rilievi, che potremmo molti-
plicare, e che su richiesta moltiplicheremo, se la Direzione della
Guida. d'Italia si convincerà che le nostre osservazioni sono
dettate da puro desiderio di bene. Infine la Guida non sarà
completa che in una dozzina di volumi e ne sono finora esciti
quattro soli.

C'è tempo a correggere le parti già apparse, a pubblicare
le nuove in forma più esatta e più alta. C'è tempo a tutto questo
purché la Direzione della Guida non badi a spese, scelga con
mano felice i collaboratori, recluti persone intelligenti e per-
sino robuste, che non abbian la noia del viaggio, della revì
 
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