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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 21.1918

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Fasc. 2
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Pittaluga, Mary: Eugène Fromentin e le origini de la moderna critica d'arte, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17338#0108
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MARY PITTALUGA

detto, valore di principio filosofico — o meglio, esso è di per sè l'effetto primo di quel
lato del romanticismo, che il Croce disse filosofico, il qual diede valore assoluto a l'in-
tuizione e a la fantasia, in contrasto a sistemi d'essenza rationalistica.

Mutato il luogo di partenza, doveva necessariamente manifestarsi un radicai spo-
stamento de le teorie artistiche tradizionali.

Attraverso la sua concezione, il Delacroix giungeva a la coscienza precisa di un di-
vario fra classicità e classicismo — e, mentre de la prima sentiva tutto il valore este-
tico, del secondo, che de la prima è degenerazione,1 comprendeva e faceva risaltare i
caratteri negativi. Il Journal è tutta una protesta, ora esplicita, ora implicita, contro
quel perseguir continuo di particolari isolati, senza « un centro d'irradiazione », che il
davidismo prima, l'ingrismo poi impersonarono.

Dal carattere anticlassicista specialmente, ma pur da l'« antirealismo », derivano
al Maestro le singolari idee su la composizione e sul colore, elementi che s'identificano
nel suo pensiero, se non ne l'espression verbale. Composizione trova la ragion d'essere
soltanto se considerata in funzione del colore — colore, a sua volta, vale non tanto
per intrinseche qualità, quanto per la logica distribuzione, in rapporto al tono domi-
nante la composizione.

he teorie artistiche del Delacroix sono, tranne divari insignificanti, l'essenza de le
teorie artistiche del romanticismo. L'autore del Journal non ne comprese il valore uni-
versale per il suo tempo, egli che scriveva: « Si l'on cntcnd par mon romanticisme la
libre manifestation des mes impressions personnelles, mon éloignement pour les types
invariablement calqués dans les écoles et ma répugnance pour les recettcs académiques,
je dois avouer que je suis romantique » 2 — e riconosceva di singolare, al suo pensiero,
soltanto il lato antiformalista.

Due significati, quindi, devonsi vedere nel Journal: generale uno, particolare l'altro.

Generale, quello che deriva da l'esser esso lo specchio fedele de le idee d'un periodo
artistico, singolarmente importante — tanto più fedele, quanto meno intento a fini di-
mostrativi, o didattici, o dogmatici.

Particolare, quello che testimonia, con la maggior evidenza, il partecipar de l'autore
a quelle idee — partecipar ch'egli, per una strana malcomprensione di-se stesso, ri-
conobbe solo in parte; che altri non gli riconobbe affatto, indotti da l'abitudine di de-
finir classico ogni prodotto di grande arte; anche se di carattere essenzialmente opposto
a quello che si suol assegnare a la elastica denominazione.

Da lo studio continuo de la pittura, sotto riguardi meramente esecutivi, deriva
a cmel giudizio un aspetto tecnico, che, se non costituisce effettivo limite d'intuizione,
poche volte, tuttavia, è del tutto superato. Nò il tecnicismo del Delacroix ha l'intento
di quello d'altri scrittori, del Boschini, ad esempio: chè, se questi giunse ad esso per
ingenuo stupore de la propria emozione, la qual credeva di trovare il perchè di sè
stessa ne l'alta prova d'abilità, ch'è l'opera artistica — quello studia la tecnica per
la tecnica, con fini che possono dirsi pratici, pervenendo soltanto indirettamente al rilievo
critico: il quale, pertanto, non significa meno la fatica sottile del pensiero, e l'inconscio
lavorìo di raffronti, lo sforzo di trar conseguenze, il desiderio d'assurger a leggi ge-
nerali.

Può dirsi che nessuno dei critici d'arte del romanticismo, anteriore al Fromentin,
neppure il Baudelaire, rivelò quanto si richiedesse a la critica, ne la prima metà de l'Ot-
tocento, meglio di quanto non fece, con il Journal, il Delacroix, che pur critica non
si propose. Scriveva nel '57: « Critique — de l'insuffisance de la plupart des critiques —
de son peu d'utilité — La critique suit les productions de l'esprit corame l'ombre suit

1 Cfr. B. Croce, Problemi di estetica, in Saggi
filosofici, Bari, Laterza, 1910, pag. 291.

2 T. Silvestre, Histoire des artistes vivants,
Paris, 1856-57, pag. 61.
 
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