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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 21.1918

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Fasc. 4
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Recchi, Ada: Carlo Baudelaire, critico d'arte
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https://doi.org/10.11588/diglit.17338#0288
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2Ó2

ADA RECCI-II

* * *

Nessuno come B., ha il potere di evocare, senza
sovrabbondanze di espressioni e di particolari,
l'opera d'arte in tutta la sua unità, comunicandoci
il fascino che lo trattenne dinanzi ad un quadro.
Sentite come descrive la Fontaine de Jouveìice
di V. Haussoullier: « à gauche, deux jcunes gens,
ou plutót dcux rajcunis, les yeux dans Ics ycux,
causent de fort près et ont l'air de taire l'amour
allcmand. Au milieu une l'emme vue de dos, à
moitié nuc, bicn bianche, avec des cheveux bruns
créspelés, jase aussi en souriant avec son parte-
naire: elle a l'air plus scnsuel, et tient encore un
miroir où elle vicnt de se regarder — enfin, dans
le coin à droite, un homme vigoureux et élégant —
une tète ravissantc, le front un peu bas, les lèvres
un peu fortes — pose cn souriant son vcrrc sur
le gazon pendant que sa compagne verse quelquc
élixir mcrveillcux dans le vcrre d'un long et mince
jcunc liommc debout devant clic. Dcrrièrc cux,
sur le sccond pian, un autre groupe étendu tout
de son long sur l'herbe: — ils s'embrassent. Sur
le milieu du sccond, une femme nue et débout,
tord ses cheveux d'où dégouttent les derniers
plcurs de l'eau salutairc et fecondante: une autre,
nue et à moitié couchéc. semole cornine une
chrysalide cncorc cnveloppée dans la dernière
vapeur de sa métamorphose. Ces deux femmes,
d'une forme delicate, sont vaporcusement, ou-
trageuscment blanchcs: cllcs commcnccnt, pouf
ainsi dire, à reparaìtre ». E seguita osservando
come la donna, che è dinanzi, abbia il vantaggio
di separale e di dividere il quadro: e, figura per-
vasa da affiato vitale, genera col suo contrasto i
toni violenti del primo piano che ne acquistano
ancora più vigore.

Dopo averci ti atteggiato con evidenza così
sintetica il quadro fin nei suoi particolari, Bau-
delaire ci esprime le impressioni che ne riportò
al vederlo. Egli ci dice che il sentimento che per-
vade il quadro è squisito: in esso si ama e si beve
— aspetto voluttuoso questo — ma con una.
maniera scriissima, quasi malinconica: sì che le
figure che lo animano sembrano pervase di una
seconda, giovinezza, dolce e grave, che conosce
il prezzo della vita e ne gode senza soverchio
slancio.

Ma ciò che forma il merito principale di questa
pittura è di essere assoluta, convinta, di avere ls
fede in se stessa.

Del troppo ammirato ed adulato Decamps,
Baudelaire parla quando quegli, tornato d'Italia",
s'era dato all'imitazione delle opere di Raffaello
e di Poussin. Al Salon del 1S45 egli aveva esposto
due disegni, di cui uno aveva a soggetto la strana

fantastica Storia di Sansone, che Baudelaire
esamina: il quadro ha per lui « le tort de rappclcr
des choses que l'on connoìt trop — ce ciel cru, ces
quartiers de roches, ces horizons graniteux sont
sus dès longtcmps par toute la jeune école ». Ma
ciò che sembra al Nostro più strano è l'unione
dello spirito delle vecchie e grandi scuole con
quello di M. Decamps, intelligenza fiamminga.
Così, insieme a composizioni sue che hanno un
forte carattere italiano, ve ne sono altre « qui
affectent heurcuscment du reste, une allure de
grands tableaux, une idée de fenétre ouverte
par où le soleil vicnt éclairer le parquet de ma-
nière à réjouir le Flamand le plus étudicur ».'

Fromcntin lo entusiasmava con la sua pit-
tura « sagc, puissantc, bien gouvernée », dove
si ritrova la sapiente e naturale intelligenza del
colore, così rara negli altri: e la luce e il colore che
aveva gettato una specie di follia tropicale in
qualche cervello, non aveva versato nell'animo
del Fromcntin che una contemplazione dolce e
riposata; l'estasi, invece del fanatismo. Baude-
laire sente di essere trascinato da una strana no-
stalgia verso i paesi del sole: sicché dalle tele lu-
minose del Fromcntin si eleva per lui un vapore
inebriante che si condensa ben presto in desideri
e in rimpianti.2

* * *

Sul ritratto Baudelaire parla a lungo, dicen-
doci come esso sia un genere assai difficile, ri-
chiedente grande intelligenza. Ciò che importa
sopratutto nel ritratto è il carattere e non si può
quindi trascurare alcun gesto, alcun tratto che
serva a bene esprimerlo. David, Holbcin hanno
sempre cercato di esprimere con sobrietà, ma con
intensità il carattere che volevano dipingere:
altri han fatto diversamente; come Reynolds e
Gerard che hanno aggiunto l'elemento roman-
zesco, pur sempre in accordo con la particolarità
del personaggio, elemento costituito da un ciclo
d'uragano o da fondi leggeri e aerei, da un mo-
bilio poetico, da una posa languida, da un in-
cedere fiero. Nota il Baudelaire che questo è
un procedimento pericoloso, ma non da condan-
narsi, richiedente però un gran genio: 0 Enfin
quel que soit le moyen le plus visiblement em-
ployé par l'artiste, que cet artiste soit Holbcin,
David, Velasqucz ou Lawrence, un bon portrait
m'apparaìt toujours comme une biographic dra-
matisée, ou plutót comme le drame naturcl,
inhérent à tout homme ».s

1 Curiositès csth., p. 18.

2 Curiosités esth., p. 30.

3 Curiosités, p. 318.
 
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