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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 22.1919

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Fasc. 3
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Venturi, Adolfo: La volta della Sistina
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https://doi.org/10.11588/diglit.17339#0114

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ADOLFO VENTURI

opposta alla raccolta e ironica figura di Zaccaria, chiude la serie la figura invasata di
Giona, parallela all'ultimo efebo del cornucopio, per lo stacco audacissimo della massa
dal fondo, per individualità potente di blocco marmoreo. Con un formidabile giro di vite,
il nudo gigantesco si torce buttandosi di lato per sfuggire all'urto del mostro marino
e degli angeli, onda furiosa tradotta in blocco di marmo e scagliata con impeto irrefrenato
contro il colosso, contro la roccia che l'urto smuove sulla sua base e sta per lanciare nel
vuoto. Grandissima, nella serie dei profeti, per effetto scultorio, l'architettura del
gruppo di Giona coi suoi scarti repentini e i suoi vortici, nei quali rientra un lungo
tralcio ritorto e scompigliato dal vento: il rombo dei marosi, che gli angeli e il mostro
marino personificano, si unisce all'urlo che squarcia la bocca del profeta respinto alla riva.
Come l'efebo che gira sul suo seggio di pietra per rovesciare il cornucopio ricolmo,
Giona, per la vita della massa soverchiante, prepara i giganti incatenati della tomba di
Papa Giulio. Né mai, altrove, le coppie dei putti sono, nel loro intreccio, strette da giri a
tenaglia così tenaci e violenti.

Dei pennacchi, rappresentanti David, Giuditta, Il Trionfo di Ester, L'Adorazione del
serpente di bronzo, potentissimi i due ultimi: il Trionfo, per la libera angolare divisione
dello spazio, la magnifica vita scultoria della schiava seduta sull'ultimo grado della scala;
E'Adorazione del Serpente per il contrasto fra la rigida siepe degli oranti e l'infernale
mischia degli idolatri divorati dai serpi, onde furiose che accavallandosi formano una
muggente montagna. La Sconfitta dei figli di Ahab, rappresentata in un medaglione
della volta, è la sola composizione, in questa serie di affreschi, vicina d'effetto al grovi-
glio di forme che nella lotta contro la morte s'incalzano, si attorcono col feroce giro
avvinghiante dei serpenti, in una tormentosa serie di spirali esasperate.

In questo demoniaco attanagliato gruppo già balenano i torvi occhi, si delineano
i profili d'avvoltoio che Michelangelo rievocherà nel Giudizio.

La passione, l'affanno, tormentano la straziata umanità: anche nelle rappresenta-
zioni degli Avi entro i triangoli della volta e le lunette, par che le antiche madri si strin-
gano alle creature spiate dal dolore; che le famiglie d'Israele siano oppresse, persegui-
tate dal fato, rintronate da un rombo sotterraneo che annunci il crollo dei mondi.
Tesse, primo della serie, contempla la visione dell'albero dal quale discenderà Maria e i cui
rami si svolgono nei triangoli seguenti. Seduta lungo la bisettrice dell'angolo, la testa
fissa sull'appoggio di un braccio piegato, gli occhi affascinati, l'enigmatica figura è as-
sorta nella contemplazione. Nel triangolo prossimo, la famiglia di Asa, dominata dalla
scrosciante figura della donna. Tra le più grandi composizioni di Michelangelo questa
forma statuaria, creata di incroci a contrasto immediato, marcata da spigoli salienti, co-
strutta monumentalmente ad ampia piramide. Istantaneità di getto nello spazio di un
corpo nell'abbandono del sonno di piombo, che abbatte la testa e va intorpidendo il
braccio ritorto senza giungere a togliere alla gamba puntellata l'energia di una nervosa
vita. Magnifica unità di blocco alla composizione del triangolo di Salomone: i pendii
scivolosi della meditabonda figura muliebre inclinata e la nervosa spira del nudo fan-
ciullo costruiscono il gruppo statuario con libertà fantastica di movimento. Nel trian-
golo dì Josias due gruppi affrontati coordinano, entro il breve spazio, correnti opposte
di slancio in una sola spirale che lentamente chiuda i suoi giri faticosi passando dalla
magnifica testa dormiente della madre stretta al fanciullo, alla testa sprofondata del
vecchio, a tutta la persona inquieta nel sonno. Contrasto di direzioni che si oppon-
gono e s'incatenano, contrasto tra il camuso volto silenico del vecchio e il puro profilo
della donna irrigidito nell'ombra da un sonno di sonnambula, di Sibilla che veda tra le
chiuse palpebre soprannaturali visioni. Avvinta al suo fanciullo, anche Roboanti inchiodata
da stupore magnetico, impietrita in una superba posa angolare di meditazione. Si stringe
a lei il fanciullo oppresso, immagine notturna del silenzio, che traduce in tristezza,
 
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