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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 23.1920

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Fasc. 1
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Zazzaretta, Alessandro: Sulla data della nascita di Raffaello
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https://doi.org/10.11588/diglit.17340#0030

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ALESSANDRO ZAZZARETTA

poiché conosce il padre di Raffaello solamente per « un Giovanni Santi », ignora comple-
tamente il nome della madre e parla di Don Girolamo Vagnini, cugino materno di Raf-
faello, come di « un non so chi prete di Urbino, suo parente ».

Possiamo dunque escludere qualsiasi altra fonte (e quale potrebbe essere?) all'in-
fuori del Bembo, e, tolta così di mezzo la leggenda del Venerdì Santo, riportare anche il
Vasari all'epitaffio che non offre, mi pare, difficoltà d'interpretazione.

Egli morì nello stesso giorno in cui era nato: QUO DIE NATUS EST, EO ESSE
DESIIT: dunque, essendo morto il 6 aprile, era nato il 6 aprile; si tratta di intendere il

richiamo del Bembo QVO DIE........., EO DIE nel modo più logico e comune, cioè per

lo stesso giorno del mese, la stessa data, invece che lo stesso giorno della settimana
(venerdì).

E su questa interpetrazione potrebbe ancora sorgere qualche dubbio, se il resto
dell'epitaffio, specie la determinazione dei 37 anni precisi, non stesse a confermarla piena-
mente, escludendone qualunque altra.

Non abbiamo dunque ragione d'interpetrare diversamente l'epitaffio del dotto uma-
nista, amico di Raffaello, e non ignaro, come il Vasari, del calendario ecclesiastico, sol
perchè questi, a corto di informazioni e smanioso, come il suo solito, di circostanze me-
ravigliose, si permette di dare alle notizie esatte del Bembo una interpetrazione arbitraria
che gli consenta di aggiungere un raggio di luce sovrumana ai tanti che circondano la
testa angelica dell'Urbinate. Troppo chiaramente, diremo noi colla frase del Guasti in
risposta al Calzini, il Bembo lo fa nato e morto il 6 aprile, e troppo sicura è la sua affer-
mazione, di fronte allo svisamento ingiustificato del biografo Aretino, per potere accet-
tare un'altra data.

Resta così stabilito, mi pare, che Raffaello nacque non già il 26 o il 28 marzo (se-
condo che il computo si faccia sulle tavole astronomiche o sul calendario Giuliano),
ma il 6 aprile 1483.

Prof. Alessandro Zazzaretta.
 
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