LA "LEDA,, DI LEONARDO DA VINCI
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di Bruxelles attribuita dal Sirèn al Franciabigio, ma che per lo stile e la iconografia ik n
ha alcuna analogia con quella di Leonardo.1
La copia che pubblichiamo si trova oggi in possesso privato a Firenze (fig. 4) e proviene
da una insigne raccolta pesarese che andò smembrata circa alla metà del sec. xix. È dipinta
su di una pergamena aderente ad una tavoletta, che ancor reca nel retro il bollo doga-
Fig. 4 — Firenze - Raccolta G. D'Ancona :
naie di Sinigallia. È di piccole proporzioni: misura cm. 17,423,2 e non solo per le dimen-
sioni, bensì anche per la finitezza della esecuzione, richiama ad un lavoro di miniatura.
L'autore è evidentemente da ricercare nella cerchia di quegli artisti fiamminghi della
prima metà del sec. xvi, che fecero soggiorno in Italia e modificarono sensibilmente la
loro arte a contatto con la nostra. Si tratta di un maestro di singolare abilità, che sa
contemperare la finitezza estrema d'ogni particolare con una certa larghezza di conce-
1 C. Amoretti (Memorie storiche su Leonardo cipe Kaunitz. Accenna poi dubitativamente ad
da Vinci, Milano, 1804, pag. 170-172), ricorda una un'altra Leda conservata nel palazzo Mattei in
copia, della Leda presso il conte Firmian in Milano, Roma,
che sarebbe poi passata a Vienna presso il prin-
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di Bruxelles attribuita dal Sirèn al Franciabigio, ma che per lo stile e la iconografia ik n
ha alcuna analogia con quella di Leonardo.1
La copia che pubblichiamo si trova oggi in possesso privato a Firenze (fig. 4) e proviene
da una insigne raccolta pesarese che andò smembrata circa alla metà del sec. xix. È dipinta
su di una pergamena aderente ad una tavoletta, che ancor reca nel retro il bollo doga-
Fig. 4 — Firenze - Raccolta G. D'Ancona :
naie di Sinigallia. È di piccole proporzioni: misura cm. 17,423,2 e non solo per le dimen-
sioni, bensì anche per la finitezza della esecuzione, richiama ad un lavoro di miniatura.
L'autore è evidentemente da ricercare nella cerchia di quegli artisti fiamminghi della
prima metà del sec. xvi, che fecero soggiorno in Italia e modificarono sensibilmente la
loro arte a contatto con la nostra. Si tratta di un maestro di singolare abilità, che sa
contemperare la finitezza estrema d'ogni particolare con una certa larghezza di conce-
1 C. Amoretti (Memorie storiche su Leonardo cipe Kaunitz. Accenna poi dubitativamente ad
da Vinci, Milano, 1804, pag. 170-172), ricorda una un'altra Leda conservata nel palazzo Mattei in
copia, della Leda presso il conte Firmian in Milano, Roma,
che sarebbe poi passata a Vienna presso il prin-