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LINA MONTALTO
E angeli, angeli, angeli: affioranti dalle nuvole curiosamente; precipiti dal cielo
a porgere la corona del martirio, con le potenti ali distese, con le chiome bionde soffiate
dall'aria opposta in pennacchi luminosi, rampanti su per le nuvole con grazia robusta
puntando le ginocchia con quella angolarità di gesti cara al Preti: e tutti attratti in
un volo concentrico — quasi attorti petali di gigantesca rosa — intorno a S. Cele-
stino (fig. 24) o a S. Caterina in gloria — con-le gole bianche, con le ricciute teste brune
rovesciate entro i pesanti svolazzi di un rosso così fiammante, di un cobalto così nitido!
Nelle tele rettangolari il Preti ha effuso ancora la suggestiva bellezza del suo chiaro-
scuro e si è compiaciuto in piccole scene originalissime per la novità dell'invenzione,
come là dove gli angeli paion fermare le alucce frementi dinanzi alla piagata Santa irra-
Fig. 21 — Mattia Preti: Scene della vita di S. Caterina.
Napoli, S. Pietro a Maiella — (Fot. Soprint. ai Monumenti).
diata, come un bel bassorilievo funebre, dal fascio di luce piovente dalla colomba a lei di
contro su in alto (fig. 25): lo spunto delicatissimo suggerirà a Giacinto Diana una delle
sue creazioni più fresche: VAnnunciata, in quella teoria di angeletti che fluendo dal-
l'aperto cielo pare soffermarsi quasi in danza davanti alla Purissima.
Ma nè il Mistico Matrimonio della Santa giovinetta (fig. 26), deliziosa composizione
sapientemente disposta fra gli stretti limiti della cornice, nè la Morte di S. Celestino —
terza fra le tele rettangolari cui l'annerimeno degli scuri ha tolto parte dell'antica potenza,
hanno la forza tutta pretiana dell'ultima tela di egual taglio in cui il chiaroscuro è
creato dai riflessi della neve del Maiella che accoglie l'asceta, bruno, scarno, e pur così
energico di passione nella emaciata figura, così mistico nella luce dello sguardo!: fratello
del S. Giovanni, del S. Sebastiano, della Maddalena penitente, del lacrimoso Figliuol
Prodigo: le creature di passione e di duolo predilette dal Preti, i capolavori suoi nati
da una profonda forza emotiva che sdegna il lenocinio del colore, veste troppo gaia a
tradurre il colore della lacrima.
Ma sul capo del Santo asceta, oltre le nevi del Maiella, in un occhio azzurro di cielo,
ecco apparire il robusto angelo pretiano che con gesto elegantissimo addita all'umile
LINA MONTALTO
E angeli, angeli, angeli: affioranti dalle nuvole curiosamente; precipiti dal cielo
a porgere la corona del martirio, con le potenti ali distese, con le chiome bionde soffiate
dall'aria opposta in pennacchi luminosi, rampanti su per le nuvole con grazia robusta
puntando le ginocchia con quella angolarità di gesti cara al Preti: e tutti attratti in
un volo concentrico — quasi attorti petali di gigantesca rosa — intorno a S. Cele-
stino (fig. 24) o a S. Caterina in gloria — con-le gole bianche, con le ricciute teste brune
rovesciate entro i pesanti svolazzi di un rosso così fiammante, di un cobalto così nitido!
Nelle tele rettangolari il Preti ha effuso ancora la suggestiva bellezza del suo chiaro-
scuro e si è compiaciuto in piccole scene originalissime per la novità dell'invenzione,
come là dove gli angeli paion fermare le alucce frementi dinanzi alla piagata Santa irra-
Fig. 21 — Mattia Preti: Scene della vita di S. Caterina.
Napoli, S. Pietro a Maiella — (Fot. Soprint. ai Monumenti).
diata, come un bel bassorilievo funebre, dal fascio di luce piovente dalla colomba a lei di
contro su in alto (fig. 25): lo spunto delicatissimo suggerirà a Giacinto Diana una delle
sue creazioni più fresche: VAnnunciata, in quella teoria di angeletti che fluendo dal-
l'aperto cielo pare soffermarsi quasi in danza davanti alla Purissima.
Ma nè il Mistico Matrimonio della Santa giovinetta (fig. 26), deliziosa composizione
sapientemente disposta fra gli stretti limiti della cornice, nè la Morte di S. Celestino —
terza fra le tele rettangolari cui l'annerimeno degli scuri ha tolto parte dell'antica potenza,
hanno la forza tutta pretiana dell'ultima tela di egual taglio in cui il chiaroscuro è
creato dai riflessi della neve del Maiella che accoglie l'asceta, bruno, scarno, e pur così
energico di passione nella emaciata figura, così mistico nella luce dello sguardo!: fratello
del S. Giovanni, del S. Sebastiano, della Maddalena penitente, del lacrimoso Figliuol
Prodigo: le creature di passione e di duolo predilette dal Preti, i capolavori suoi nati
da una profonda forza emotiva che sdegna il lenocinio del colore, veste troppo gaia a
tradurre il colore della lacrima.
Ma sul capo del Santo asceta, oltre le nevi del Maiella, in un occhio azzurro di cielo,
ecco apparire il robusto angelo pretiano che con gesto elegantissimo addita all'umile