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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 4
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Lavagnino, Emilio: S. Pietro a Toscanella
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https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0246
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218

EMILIO LAVAGNINO

La decorazione esterna delle absidi romaniche
fino a tutto il vii secolo ed i primi anni dell'vin
si mantiene semplicissima; tra gli ultimi anni del
Settecento ed i primi dell'( ttocento, le absidi delle
chiese lombarde cominciarono a abbellirsi, basti
osservare Sant'Ambrogio e San Vincenzo in Prato
a Milano e la Basilica di Agliate, per avvedersi del
rifiorire dell'arte architettonica in quel periodo.

La ricchissima decorazione dell'abside di San
Pietro con la doppia fila delle arcatelle cieche, quella

Fig. 7 — Toscanella, San Pietro. Paliotto.
(Fot. Alinari).

ugualmente doppia di cavi rettangolari, ed il fre-
gio formato dall'incrocio dei grossi mattoni, ci mostra
un evidente desiderio di far del nuo\'o e di rendere
più bella la costruzione. Se poi consideriamo le de-
corazioni di San Pietro, noteremo fra l'altro, come
giustamente osserva il Rivoira, che nella doppia fila
di finestrelle cieche e rettangolari, possiamo ricono-
scere quasi una prima idea delle finestrelle con l'arco
a tutto sesto che coroneranno le absidi delle chiese
lombarde negli ultimi anni dell'vin e nei primi
del ix secolo. Perciò l'abside di San Pietro che
rappresenta un progresso architettonico rispetto
alle chiese dei primi anni dell'vin setolo, e sembra
quasi preludere con le finestre cieche rettangolari
alla decorazione delle chiese lombarde degli ultimi
anni dello stesso vili secolo e dei primi del ix, ci
permette di assegnare la costruzione della basilica
ad un'epoca prossima al 750, epoca a cui abbiamo
attribuito molti frammenti marmorei e capitelli che
si ritrovano nella chiesa stessa.

l'inora, per quante ricerche accurate ed assidue
si siano fatte, nessun documento, che riguardi da

vicino la costruzione della basilica, è stato rin-
venuto. Nè possiamo dar troppo peso al docu-
mento dell'Archivio di Firenze, all'atto di vendita
di beni che in quel di Toscanella possedeva il
magister Rodpertus commacìnus nell'anno 739 du-
rante il regno di Liutprando.

Ciò premesso consideriamo quale doveva essere
l'aspetto della basilica nell'vin secolo prima dei
restauri e dei probabili ingrandimenti che subì
nel 1 x.

Av anzi di costruzioni romane ed etnische, sparsi
in quei paraggi, furono largamente usati dai
primi edificatori della basilica. Ma quale la ve-
diamo oggi, la basilica, non appariva ai fedeli
dell'vin secolo; purtuttavia noi possiamo rico-
struircela idealmente poiché tutti i suoi elementi
essenziali, fatta eccezione della facciata, sono an-
cora in perfetto stato di conservazione.

L'antica chiesa si componeva infatti della cripta,
che rimane ancora oggi, del presbiterio, ugual-
mente sopraelevato al piano della chiesa, la quale
aveva le navate larghe come le odierne, senonchè
esse forse si componevano di sole quattro arcate; dico
forse, dal momento che le due più vicine all'in-
gresso sono certo opera da attribuirsi all'xi se-
colo. D'altra parte, se le arcate fossero state sol-
tanto quattro e non sei, l'insieme della chiesa
sarebbe apparso troppo tozzo e privo di quel e
belle proporzioni che lo fanno tanto ammirare.
Ad ogni modo è questa una questione che si potrà
risolvere solamente quando, scavato il terreno,sia
pure per un brevissimo tratto, in corrispondenza
della seconda arcata, si potranno esaminare le
fondamenta della basilica.

f.a cripta, a cui si discende per due scale che si
aprono nelle navate laterali della chiesa, rimane
divisa in due parti distinte da un dislivello del
suolo. Questo dislivello ha fatto supporre a qual-
che studioso che la parte più elevata, costruita
al disotto del piano presbiteriale, sia opera po-
steriore e che la cripta primitiva invece fosse stata
edificata sopra un unico livello, cioè quello anche
attualmente segnato dalla parte più bassa; e che,
venendo innalzato in un epoca posteriore (l'xi
secolo) il piano presbiteriale, si sollevasse anche
il piano della corrispondente cripta. A parte le
questioni di vera e propria difficoltà tecnica a
cui va incontro chi si inetta a demolire due ri-
piani sorretti da piloni e mura, poiché viene con
ciò a minacciare la stabilità di questi piloni e
queste mura, ed a parte anche le questioni di carat-
tere liturgico, per cui in una basilica non si è mai
fabbricato il presbiterio allo stesso piano delle
navate; a parte dunque tutto ciò, vi sono molte
altre considerazioni che fanno ritenere la costru-
zione del piano della cripta sincrona al rimanente
 
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