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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 27.1924

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Fasc. 4
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Lavagnino, Emilio: Andrea Bregno e la sua bottega
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https://doi.org/10.11588/diglit.17344#0276

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250

EMILIO LAVAGNINO

* * *

Prima opera sicura di Andrea Bregno a Roma è
la tomba del Cardinal D'Albert in S. Maria in
Aracoeli (fig. i).

II sepolcro ha un alto basamento, caratteristico
delle analoghe opere venete, con due corpi laterali
leggermente aggettati: esso è il piano di base su

quelle che si aprono lungo i palazzi a specchio
sulla laguna, dietro le figure di S. Pietro e S. Paolo
appare un tratto di cielo azzurro cupo che, quando
i colori erano freschi smaglianti, doveva essere una
gioia a vedersi (fig. 2).

Ma il più bell'ornamento della tomba sono le
statue: nella nicchia di destra S. Francesco, in
quella sinistra S. Michele che calpesta il drago.

Fi.8;. 1. — Roma, S. Maria in Aracueli:
Andrea Bregno: Sepolcro del Cardinale D'Albert.

cui s'apre la camera funebre, nella cui penombra si
distende sul sarcofago la statua del defunto, come
nelle tombe romane e toscane. Due pilastri con
nicchie fiancheggiano la camera e per mezzo di
due paraste sostengono il coronamento del piccolo
edificio; coronamento formato da una architrave
su cui s'imposta una grande conchiglia. Se il Bre-
gno dai veneti e dai toscani ritrae la forma della
bella tomba, solo alla sua fantasia di lombardo
chiede la smagliante decorazione policroma, ed alla
sua abilità di scultore la perfezione delle statuine
delle nicchie. Infatti, mentre il soffitto della breve
camera, come le pareti laterali, si abbellisce di
ornati policromi, sulla parete di fondo della camera
stessa, a traverso due finestre a rilievo, simili a

Esse sono condotte con grande perizia e con un
senso della materia prodigioso e ci rappresentano
sicuramente il più alto grado di perfezione a cui
sia pervenuto l'artista.

Meravigliosamente egli ha reso le carni giovanili
del serafico e il rozzo panno della tonaca che lo
riveste. Grazia di efebo ha il corpo di S. Michele,
cinto da una tunica di lino pesante su cui si ag-
gancia la corazza (fig. 3).

Le gambe nude, strette alla caviglia dai calzari,
calpestano il mostro e sembra che le giovani e
tenere carni del Santo fremano di ribrezzo al con-
tatto della pelle squamosa. L'animale, rovesciato
sul dorso, forma una specie d'arco di cerchio con
la coda e le corna, e mirabilmente racchiude in
 
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