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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 28.1925

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Fasc. 1
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Venturi, Adolfo: Madonne del Coreggio e di Gaudenzio Ferrari nella Raccolta Borromeo all'Isola Bella
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https://doi.org/10.11588/diglit.17345#0026

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ADOLFO VENTI'RI

* * *

Accante a questo raro quadro, vogliamo riprodurre un'altra tavoletta della stessa col-
li/ione che, se non porta un nome altrettanto celebre, è certo non meno bella e delicata cosa.
L'arte di Gaudenzio Ferrari ha nella raccolta Borromeo uno dei suoi massimi esponenti;
un sogno di assoluta bellezza, di grazia suprema (fig. 2). Linea e luce, i due elementi primi
dell'arte piemontese, sono anche qui elementi vitali: ma la linea s'attenua, piuttosto sug-
gerita che precisata nell'eleganza del suo arcuato tragitto, limite vago della foima che
sboccia dall'ombra, tra l'ombra dei drappi, verso la luce del volto e dei veli: la voce di
Leonardo ha un'eco, nell'arte di questo Piemontese, ben più profonda che nell'arte dei
seguaci lombardi. L'ombra che esalta l'immagine, vivente per il suo splendore, come nel
Battista del Louvre, l'atteggiamento del Bambino, a spira, sono prove di comprensione
dell'arte di Leonardo ben maggiori di quella che può dare, ad esempio, il tipo evidente-
mente leonardesco del fanciullo. Ma in questo quadretto Gaudenzio Ferrari, anche nel-
l'interpretazione del concetto luministico, rivela la propria genialità e in un certo senso
oltrepassa lo stesso Leonardo. Nel Battista del Louvre, la cute liscia dà al corpo di bronzo
e oro un lustro serico al riflesso del lume esterno al quadro: qui la sostanza del colore,
accesa come per propria incandescenza sul fondo tenebroso, s'intenerisce, si sgrana, con
sensualità presecentesca; il tessuto dei veli, disfatto da tocchi di luce, piumoso, s'imme-
desima alla morbida grazia dell'atteggiamento, che tutto circonda e involge il fanciullo:
il languore della curva, come l'interna luce delle immagini, evoca l'altro grande maestro
di Gaudenzio, Bramantino. Come nel quadro del Correggio, la linea del gruppo è ad arco,
ma d'effetto a un tempo più raccolto e suntuoso, intonato all'aristocratica bellezza del
volto, nella cui luce s'addensa l'ombra notturna dell'occhio, richiamo all'ombra del fondo:
l'atteggiamento mosso de! Bambino, che la madre sembra trattenere con le sue dolci mani
perchè non troppo veloce si snodi la spira delle gambe avvitate, delle braccia rotanti, lo
sguardo acuto e vivido, oppongono un affascinante contrasto alla posa lieve della Ver-
gine, tutta raccoglimento e carezza. Il bambino, che s'innesta alla curva dell'im-
magine materna come corda ad arco, ha sodezza di carni, definizione plastica, mentre
la Vergine appare., tranne il volto, incorporea: meteora di luce sul fondo cupo. L'immagi-
nazione del creatore dei cori d'angeli di Saronno e degli affreschi di Varallo mai si è espressa
con linguaggio di poesia più alata che in questo piccolo quadro, ove la forma emerge aurea
dal fondo, e sembra, così accesa di luce propria, così lieve nel suo passaggio, tracciare nel-
l'ombra la scia luminosa di un astro su cielo notturno.

Adolfo Venturi.
 
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