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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 29.1926

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Venturi, Adolfo: Opere poco note di Cima da Conegliano
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https://doi.org/10.11588/diglit.55345#0222
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ADOLFO VENTURI

nel legno, gli orli delle palpebre nitidi, la piccola bocca lavorata ad intaglio; di legno
sembrano anche le montagne azzurrine, con spigoli sottilmente frastagliati, e il piano
che si stende avanti le montagne di quel tranquillo paese alpestre, screziato dai gomiti di
una stradicciola. Circonda il gruppo vigoroso, il silenzio dei campi; si cela, all’ombra
di una montagna, un castello; non turba il silenzio la macchietta del cavaliere che
passa impettito sul cavalluccio. Soli nella pace del mattino, seggono all’aperto madre e
figlio: pensosa nella gravità del suo affetto la madre, che protegge con lo sguardo la
creatura e ne stringe un piedino nel cavo della mano come per scaldarsi a quel dolce
tepore; placido il bimbo che rispecchia nei grandi occhi innocenti la serenità del cielo.
Gesù, nei quadri della Galleria Nazionale di Londra volto con impeto a interrogare la
Madre, tutto illuminato dal lampo dei vispi occhi, qui ha l’incantevole gravità dei bimbi
quando muovono i primi passi e balbettan le prime parole. Il Cima, che anche fuori
del paesello natio serbò l’ingenuità del cuore, la timida bontà, la pietà sincera, fu insu-
perato interprete dell’infanzia nel Veneto de’ suoi giorni. E tra le visioni di bimbi predi-
lette dal candido pittore è certo una delle più incantevoli questa della Raccolta Wantage:
un figlio dei campi florido e bello, che uscito dalla culla, sotto gli occhi amorosi della madre
in ascolto, balbetta a sè, per sè solo, le prime sillabe dell’angelico linguaggio infantile

Adolfo Venturi
 
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