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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 30.1927

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Cutrera, Antonino: La chiesa normanna dei Santi Pietro e Paolo di Agró
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https://doi.org/10.11588/diglit.55192#0269

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LA CHIESA NORMANNA
DEI SANTI PIETRO E PAOLO DI AGRO

In una delle tante sinuosità del torrente Agro,
che nasce dai Peloritani, e va a sboccare presso
S. Teresa, di Riva, sulla costa orientale della Si-
cilia, sorge una chiesa normanna,1 dedicata agli
Apostoli Pietro e Paolo.
Al visitatore che salga dal grande torrente,
l’edificio si affaccia improvvisamente, girando un
promontorio, e si presenta ai suoi occhi con le sue
absidi ad oriente,, come quasi tutte lè chiese sici-
liane costruite dal secolo xr al xv.
La decorazione nei.l’arci-iitettura dei Nor-
manni. — Debbo ricordare anzitutto che i costrut-
tori Normanni ebbero la missione di far risorgere
tutte le Chiese cristiane, che i Musulmani, nella
loro invasione dell’isola di Sicilia, avevano abbat-
tute, proponendosi di potervi estinguere il culto
cristiano e di musulmanizzarla, come in parte vi
riuscirono, specialmente in Palermo. Per questo
motivo durante la dominazione Normanna, in Si-
cilia, si ebbe grande incremento nella ricostru-
zione delle chiese, creando un importantissimo
patrimonio artistico, del quale tuttavia si conserva
la parte più bella.
In esecuzione a questo programma, il conte Ro-
berto, mentre insieme al fratello, il conte Ruggero,
nel 1072, assediava Palermo, iniziò la costruzione
di una nuova Chiesa, proprio vicino alla sua tenda,
prossima alle mura della città, dedicandola al-
l’Apostolo Giovanni, ora « S. Giovanni dei Leb-
brosi ». Questa chiesa, secondo la documentazione,
fu la seconda costruzione che sorse in Sicilia, nel
periodo normanno.2 La sua immediata erezione
ebbe due obiettivi; primo quello di dimostrare

1 Per chiese normanne intendo chiamare quelle costruite
in Sicilia durante la dominazione normanna, che comprende
poco più di un secolo, dal 1060 al 1194, essendo ormai dimo-
strato che le chiese della Sicilia, erette in tale periodo, nulla
hanno da vedere con le chiese costruite in Normandia in quel
tempo stesso.
2 Nel 1061 sarebbe stata costruita la chiesa di S. Ma-
ria di Troina; nel 1070 sarebbero state èrette quelle di
S. Giovanni Evangelista, poscia di S. Giovanni dei Leb-
brosi presso Palermo, e quella di Roccadia presso Lentini.

tanto agli assedianti, quanto agli assediati, la in-
crollabile fede dei condottieri nella riuscita della
loro impresa, per la prossima espugnazione di
Palermo, la capitale degli Emiri di Sicilia, la città
più grande, più bella, più ricca e deliziosa dell’isola;
secondo, quello di iniziare lo scioglimento del voto
al Signore, nel cui nome combattevano, per la
redenzione dei cristiani della Sicilia dal dominio
musulmano, giacché interessava ai Normanni ser-
virsi della grande leva sociale, qual’è la fede reli-
giosa, per fare adepti ed aderenti.
* * *
Tutte le chiese erette dai Normanni nella Sicilia
occidentale, furono costruite con blocchi di are-
nario compatto, di tinta giallognola, materiale
che in abbondanza offrono le cave locali.
La pietra arenaria è poco costosa, e si'presta a
tutte le esigenze dell’arte, per la sua pastosità,
dando affidamento di secolare resistenza, e per la
bella patina che solo i secoli possono darle.
Con tale materiale furono costruite tutte le chiese
di Palermo, il Duomo di Cefalù, la chiesa di San
Michele presso Altavilla (Palermo); il Duomo di
Monreale, la chiesa di S. Nicolò di Delia presso
Castelvetrano, il Duomo e la chiesa di S. Nicolò
in Mazara, e così ancora quelle di Sciacca e di Gir-
genti (fig. 1).
Le chiese normanne grandi e piccole rispondono
a due tipi costruttivi, per ciò che riguarda la loro
planimetria, cioè: le basilicali, che sono in maggio-
ranza, e le centrali, delle quali ormai ne esistono
solamente quattro: S. Maria deH’Amfniraglio in
Palermo, la Trinità di Delia presso Castelvetrano,
S. Nicolò in Mazara, Santa Maria della Valle, ora
Badiazza in Messina.1
L’architettura e la decorazione esterna delle

1 La chiesa della Badiazza si presenta ora a pianta basi-
licale, ma dagli studi fatti dal prof. Enrico Calandra è risul-
tato che la costruzione originaria era a planimetria centrale,
con una grande cupola, della quale non restano che i pen-
nacchi. Nel secolo xiv la chiesa venne allungata con tre navi
e la costruzione originaria costituì il transetto della chiesa
trasformata.
 
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