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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 1.1875

DOI article:
Gamba, Francesco: Abbadia di S. Antonio di Ranverso e Defendente de Ferrari da Chivasso: pittore dell'ultimo de'Paleologi
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https://doi.org/10.11588/diglit.11246#0146

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ABBADIA DI S. ANTONIO DI RANVERSO, ECC.

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Trovato il nome ed assicurata la esistenza di questo ar-
tefice sin ora sconosciuto, fu facil cosa, mediante i confronti
e la ricerca di alcuni suoi caratteri speciali, ripetuti in pres-
soché tutti i suoi dipinti, di constatare l'identità ed il sicuro
battesimo di varie altre tavole e trittici sparsi in varie chiese
del Piemonte, o passati a possesso di privati.
Che il Defendente fosse di Chivasso non v' è più alcun
dubbio, e che ivi lavorasse e tenesse bottega, ne abbiamo
prova dal periodo della sopracitata scrittura, nella quale è
prescritto di terminare in Chivasso dieta anconam , e che
suis sumptibus et expensis fosse trasportata usque ad dictam
ecclesiam Sancti Anthonii. Colà egli teneva la sua bottega
nel vero senso dato in quei tempi allo studio o laboratorio
di un artefice che tenesse presso di sè allievi ed aiuti, i quali
cominciando dai più umili servigi del manipolar colori, pre-
parare e connettere e levigar tavole, riuscivano talvolta
rapidamente eccellenti nell'arte del dipingere, a segno di
superar di gran lunga il maestro loro.
In questa bottega di Chivasso pare eh' egli eseguisse le
numerose commissioni affidategli da comuni e fabbricierie
o patroni in Canavese.
Ma potrebbesi forse arguire che avesse pur tenuta bottega
in Avigliana: fante furono le opere eseguite per i conventi
degli Agostiniani, degli Umiliati e de' minori Conventuali di
essa città, e per alcuni duchi di Savoia.
Le difficili comunicazioni devono far supporre che con-
venisse meglio il dipingere e costrurre sul luogo quelli trit-
tici, che per essere sempre adorni e fatti a mo' di templi,
erano per lo più di ingente mole e di peso corrispettivo.
Dall'attento nostro studio sopra quanto concerne questo
artefice, noi siamo venuti nella certezza ch'egli avesse dop-
pia bottega; l'uria per i dipinti, e l'altra per l'esecuzione
delle cornici, le quali, specialmente per i trittici, erano veri
 
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