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Claretta, Gaudenzio: Il trittico di Bonifacio Rotario conservato nella cattedrale di Susa
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i8o
ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
ebbe di far colà un sagrificio del suo cuore alla Madonna
santissima come protettrice de' suoi stati (i) ».
Corre però minor rischio d' ingannarsi nell'interpreta-
zione del proposito del duca chi, ponendo poca fede al
carteggio diplomatico, considera invece l'altro più schietto
de' privati, e così quello di Gian Girolamo Doria, che
l'undici novembre da Altessano scriveva ad un amico
« Non occorre più filosofare per toccar il moto perpetuo,
e lo fa la nostra corte che appena terminato un viaggio,
ne progetta un altro, e perchè non ci era più delizia a
passeggiare le belle piazze del Piemonte, ci siamo in
questi giorni condotti ne' dirupi di Lanzo alla caccia
dell'orso, nella quale altro non si è preso che freddo ed
umido (2). »
Del resto se questo aneddoto potrà sembrare a taluno
che attagli poco o nulla all'argomento di questo scritto,
esso però varrà sempre a dipingerci tempi e personaggi
storici, e persuaderci, quanta analogia al vero possa pur
avere il colloquio, che la celebre madamigella di Mont-
pensier ci lasciò nelle rinomatissime sue memorie, in cui
descrive il primo abboccamento avuto nel 1658 a Lione
col nostro duca, il quale avendo risposto a lei di esser
, giunto tardi, per non aver potuto sbrigarsi subito della
messa, ebbe per risposta: « Quoi! vous faites le d'evot?
Il me repondit. Je le suis beaucoup, je vais au sermon,
j'entend la messe, je jeùne le careme, et le reste de ma
vie répond à cela. Je me mis à rire, et à lui dire: Je
vois bien que vous etes un bon hypocrite. Il me dit : vrai-
ment vous etes aussi bonne de me traiter ainsi, et de me
dire des injures la première fois que je vous aie jamais
(1) Archivio di Stato. Roma, Lettere Ministri.
(2) Ib., Lettere di particolari.
ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
ebbe di far colà un sagrificio del suo cuore alla Madonna
santissima come protettrice de' suoi stati (i) ».
Corre però minor rischio d' ingannarsi nell'interpreta-
zione del proposito del duca chi, ponendo poca fede al
carteggio diplomatico, considera invece l'altro più schietto
de' privati, e così quello di Gian Girolamo Doria, che
l'undici novembre da Altessano scriveva ad un amico
« Non occorre più filosofare per toccar il moto perpetuo,
e lo fa la nostra corte che appena terminato un viaggio,
ne progetta un altro, e perchè non ci era più delizia a
passeggiare le belle piazze del Piemonte, ci siamo in
questi giorni condotti ne' dirupi di Lanzo alla caccia
dell'orso, nella quale altro non si è preso che freddo ed
umido (2). »
Del resto se questo aneddoto potrà sembrare a taluno
che attagli poco o nulla all'argomento di questo scritto,
esso però varrà sempre a dipingerci tempi e personaggi
storici, e persuaderci, quanta analogia al vero possa pur
avere il colloquio, che la celebre madamigella di Mont-
pensier ci lasciò nelle rinomatissime sue memorie, in cui
descrive il primo abboccamento avuto nel 1658 a Lione
col nostro duca, il quale avendo risposto a lei di esser
, giunto tardi, per non aver potuto sbrigarsi subito della
messa, ebbe per risposta: « Quoi! vous faites le d'evot?
Il me repondit. Je le suis beaucoup, je vais au sermon,
j'entend la messe, je jeùne le careme, et le reste de ma
vie répond à cela. Je me mis à rire, et à lui dire: Je
vois bien que vous etes un bon hypocrite. Il me dit : vrai-
ment vous etes aussi bonne de me traiter ainsi, et de me
dire des injures la première fois que je vous aie jamais
(1) Archivio di Stato. Roma, Lettere Ministri.
(2) Ib., Lettere di particolari.