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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 2.1878

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Angelucci, Angelo: Arti e artisti in Piemonte: documenti inediti con note
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https://doi.org/10.11588/diglit.11247#0037

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32

ARCHEOLOGIA E EELLE ARTI

tite straziare il cuore pensando che una buona parte di
tante preziosità più non esiste fra noi: perchè mani ladre
di stranieri, ed anche di nostrani, ne spogliarono la reggia
nelle rivolture del passato secolo, ed ora sono per PItalia
disgraziatamente perdute (i). Ma per quanto sia contri-
stante il ricordo di questa perdita, pure io voglio metter
sotto gli occhi del lettore una serie di documenti, tratti
dall'Archivio di Stato ; dove sono ricordati gli Artisti ita-
liani e stranieri, che operarono in Piemonte, e le molte
opere d'arte comandate dai Duchi di Savoia; i quali ser-
viranno a chiarirlo del grande amore che questi Principi
portavano alle arti belle, e della cura che ponevano per fare
acquisto di antichi e moderni monumenti di ogni genere.

(i) Si leggano, nella Descrizione del Palalo Reale di Torino di
Clemente Rovere (p. 61-65, e 78-86), le note dei quadri che più non
si trovano, e di tutti gli altri oggetti d'arte di pittura e scoltura e di ori-
ficeria che furono portati via (dirò così) dal palazzo reale dal 1799 al
1805; con ordini del generale Fiorella, della commissione di Governo,
c per ultimo, della imperatrice Giuseppina nel giugno del 1805 ; dei
quali pochissime pitture soltanto sono state restituite, che l'argenteria
tutta del Palazzo e della Cappella del SS. Sudario « passò dalle mani dei
commissarii francesi alla zecca per essere ridotta in moneta, salvo quella
che i commissarii francesi si appropriarono n (Rovere, Dcscrif. cit.
p. 84). In un rapporto del 23 fruttidoro anno XII, a proposito delle
spogliagioni del palazzo reale, Ieggesi quanto segue: <i le Palais (ex-Royal
» de Turin) remis, depuis le premier départ du Roi, aux soins des
« agents des différents Gouvernements qui se sont succédés, et d'ailleurs
a dépendants des commissaires extraordinaires et envoyés diplomatiques
a ou militaires, a perdu la presque totalité de son mobilier, lequel a
» été vendu ou distrait en petite partie pour soubvenir à diverses re-
11 quisitions, le reste a été spolié par ces mémes agents, commis-
ti saires et cmployés en sous ordre, qui se le sont approprio » (Ro-
vere, p. 92).
 
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