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ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
tarsi della qualità di assistente ai servigi di quello, con pro-
messa che alla sua volta potrebbe darsi alle ricerche da se
« secondo dettavagli la sua idea ». V'era in quel momento
grande difetto di manovali (luglio 1764), e fu forza riman-
dare all'autunno ogni esplorazione scientifica; ma non si ha
ricordo, che gli scavi fossero ripresi, e che alla conoscenza
degli archeologi venissero portati nuovi monumenti indu-
striensi per opera di quei tre intraprenditori di scavi.
Di codesti scavi d'Industria, dopo cinque anni di silenzio,
i documenti ritornano a parlare in una istanza di Giuseppe
Serra (riferita al Re li 8 agosto 1769) per ottenere la per-
missione di provarsi anch'esso nella ricerca di antichità,
« avendo per ciò molta pratica dei siti e centro, ove anti-
camente si ritrovava la grande città d'Industria ». Ad onta
del divieto del 1763 non gli fu niegata la richiesta facoltà;
della quale per altro non trasse sollecitamente profitto, dap-
poiché qualche anno appresso, dichiarando di non essersi
valso del permesso ottenuto da re Carlo Emanuele, rinnovasse
la istanza, supplicando di accordargli una lettera valevole a
rimuovere ogni ostacolo da parte del giudice di Monteu. Con
lettera del 29 giugno 1774 vennegli la licenza confermata;
ma se gli scavi furono veramente intrapresi dal Serra e in
quale misura e con quali risultamenti, non vi sono carte
che ne facciano menzione. Sembra per altro che o per opera
sua, o per iniziativa di altri le indagini continuassero, e che
degli oggetti trovati si tacesse dagl'inventori per venderli
sottomano; conciossiachè verso il dicembre 1779 i condiret-
tori del Museo archeologico di Torino si fossero rivolti al
Governo per eccitarlo a proibire la continuazione degli scavi
praticati dai privati nel sito d'Industria. Ecco le loro parole :
« Rappresentano i condirettori del r. Museo, che unitisi
diversi particolari, persuasi per altro esservi un'antica e non
ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI
tarsi della qualità di assistente ai servigi di quello, con pro-
messa che alla sua volta potrebbe darsi alle ricerche da se
« secondo dettavagli la sua idea ». V'era in quel momento
grande difetto di manovali (luglio 1764), e fu forza riman-
dare all'autunno ogni esplorazione scientifica; ma non si ha
ricordo, che gli scavi fossero ripresi, e che alla conoscenza
degli archeologi venissero portati nuovi monumenti indu-
striensi per opera di quei tre intraprenditori di scavi.
Di codesti scavi d'Industria, dopo cinque anni di silenzio,
i documenti ritornano a parlare in una istanza di Giuseppe
Serra (riferita al Re li 8 agosto 1769) per ottenere la per-
missione di provarsi anch'esso nella ricerca di antichità,
« avendo per ciò molta pratica dei siti e centro, ove anti-
camente si ritrovava la grande città d'Industria ». Ad onta
del divieto del 1763 non gli fu niegata la richiesta facoltà;
della quale per altro non trasse sollecitamente profitto, dap-
poiché qualche anno appresso, dichiarando di non essersi
valso del permesso ottenuto da re Carlo Emanuele, rinnovasse
la istanza, supplicando di accordargli una lettera valevole a
rimuovere ogni ostacolo da parte del giudice di Monteu. Con
lettera del 29 giugno 1774 vennegli la licenza confermata;
ma se gli scavi furono veramente intrapresi dal Serra e in
quale misura e con quali risultamenti, non vi sono carte
che ne facciano menzione. Sembra per altro che o per opera
sua, o per iniziativa di altri le indagini continuassero, e che
degli oggetti trovati si tacesse dagl'inventori per venderli
sottomano; conciossiachè verso il dicembre 1779 i condiret-
tori del Museo archeologico di Torino si fossero rivolti al
Governo per eccitarlo a proibire la continuazione degli scavi
praticati dai privati nel sito d'Industria. Ecco le loro parole :
« Rappresentano i condirettori del r. Museo, che unitisi
diversi particolari, persuasi per altro esservi un'antica e non