dell'antica città d'industria
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(n.4), probabilmente consociato ai duumviri, e il quaestor
aerarli publici et alìmentorum (n. 4), ch'era il tesoriere o
amministratore della pecunia pubblica, incaricato eziandio
dell'alimentazione dei fanciulli a spese dell'erario e per mu-
nificenza pubblica, regolata saviamente dall'imperatore Tra-
iano. Cotesti uffici, al certo molto ambiti dai cittadini, eser-
citò lo stesso L. Pompeio Erenniano, cavaliere romano, che
agli altri titoli municipali aggiunse quello di curator kalen-
dariorum Reipublicae (n. 4), che importava di tener cura
delle tabelle o libri di credito, nei quali erano registrati i nomi
di coloro, che dovevano pagare in tempi determinati le
usure del denaro preso in prestanza dalla città. Un'altra
tavoletta di bronzo (n. 22) ricorda la plebs urbana e forse
anco la rustica. Così in quattro lapidi d'Industria (n. 18,
19, 20, 34), come in una di Bodincomago (n. 1), trovasi
menzione dei seviri, distinti tra gli ascritti ne' collegi degli
artefici; e dei collegi sono ricordati quelli dei fabbri 1' col-
legium fabrum Industriensium, n. 5; fabri fratres, n. 26),
dei pannivecchi [collegium centonariorum Industriensium,
n. 6, 25) col loro patrono Quinto Sertorio Sinergo, e dei
pasto/ori ossia portatori di tabernacoli o di sacre imagini
nelle feste solenni [collegium pasiophororum Industriensium,
n. 4). In tanta copia di raccolte epigrafiche non era giunta
memoria di un collegio de'pastofori, « quique divinas effi-
gies progerebant », dei quali discorre Apuleio (1); ma non
giungeva nuovo il flamen divi Caesaris perpetuus (n. 15),
escogitato nella crescente adulazione al fondatore dell'im-
pero, allorché in onore di Augusto, annoverato tra gli dei,
Tiberio istituiva il sodalizio degli Augustali (augustales,
augustales sodales, sacerdotes augustales), eh' erano ventuno
(1) Metani. Hb. XI. Cf. Visconti Museo Pio-Clemmtino voi. VII t. 6.
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(n.4), probabilmente consociato ai duumviri, e il quaestor
aerarli publici et alìmentorum (n. 4), ch'era il tesoriere o
amministratore della pecunia pubblica, incaricato eziandio
dell'alimentazione dei fanciulli a spese dell'erario e per mu-
nificenza pubblica, regolata saviamente dall'imperatore Tra-
iano. Cotesti uffici, al certo molto ambiti dai cittadini, eser-
citò lo stesso L. Pompeio Erenniano, cavaliere romano, che
agli altri titoli municipali aggiunse quello di curator kalen-
dariorum Reipublicae (n. 4), che importava di tener cura
delle tabelle o libri di credito, nei quali erano registrati i nomi
di coloro, che dovevano pagare in tempi determinati le
usure del denaro preso in prestanza dalla città. Un'altra
tavoletta di bronzo (n. 22) ricorda la plebs urbana e forse
anco la rustica. Così in quattro lapidi d'Industria (n. 18,
19, 20, 34), come in una di Bodincomago (n. 1), trovasi
menzione dei seviri, distinti tra gli ascritti ne' collegi degli
artefici; e dei collegi sono ricordati quelli dei fabbri 1' col-
legium fabrum Industriensium, n. 5; fabri fratres, n. 26),
dei pannivecchi [collegium centonariorum Industriensium,
n. 6, 25) col loro patrono Quinto Sertorio Sinergo, e dei
pasto/ori ossia portatori di tabernacoli o di sacre imagini
nelle feste solenni [collegium pasiophororum Industriensium,
n. 4). In tanta copia di raccolte epigrafiche non era giunta
memoria di un collegio de'pastofori, « quique divinas effi-
gies progerebant », dei quali discorre Apuleio (1); ma non
giungeva nuovo il flamen divi Caesaris perpetuus (n. 15),
escogitato nella crescente adulazione al fondatore dell'im-
pero, allorché in onore di Augusto, annoverato tra gli dei,
Tiberio istituiva il sodalizio degli Augustali (augustales,
augustales sodales, sacerdotes augustales), eh' erano ventuno
(1) Metani. Hb. XI. Cf. Visconti Museo Pio-Clemmtino voi. VII t. 6.