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Atti della Società di Archeologia e Belle Arti per la Provincia di Torino — 3.1880

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Corno, Vittorio del: Le stazioni di Quadrata e di Ceste lungo la Strada Romana da Pavia a Torino
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https://doi.org/10.11588/diglit.11585#0294
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29°

ARCHEOLOGIA E BELLE ARTI

a ricordanza d'uomo nulla affatto d'antico, che io sappia,
sia tornato in luce. Ho rinvenuto io, nello scorso autunno,
un frammento di marmo bianco scritto, inedito, sebbene
stia da gran tempo sopra la porta d'entrata del forte ca-
stello de' Tizzoni (i); ed è il seguente (tav. XXXI, num. 9):

P. AVLIO

(Publio Aulio) È lungo 31 centimetri e ne misura 9 d'altezza;
le lettere sono assai bene incise e di bella forma, alte mill. 55.
Il riccio della lettera P, non congiungendosi inferiormente col-
l'asta verticale, prova doversi il titolo riferire ai buoni tempi.
Aulius è nome di gente nota per un cippo, che si trova nel
Museo di Torino e che un tempo stava nella chiesa medioevale

(Iscrif. ani. vercellesi, p. 90, n. XXXX1V). Mommsen (C. 1. L. V.,
p. 748, n. 6758) dice che l'epigrafe era » prof e ecclesiam di S. Genuario
(ad Trinum); « inoltre alla seconda linea scrive Erennio.

In una cappella campestre vicino a S. Genuario (in vico S. Januarii
[pars est Crescentini~\ in ecclesia campestri: è detto con precisione
da Mommsen) fu ritrovato il seguente frammento, conservato nelle
schede del Bagnolo che sono fra quelle del Gazzera, donde fu pub-
blicato dal Mommsen (C.I.L.V, n.6761):

LIBERIAELL1 CON1VG

SANCTISSIMAE
ET SIBI
V F
Bru zza osserva che la lezione del nome è incerta, e sembra che
l'iscrizione sia male trascritta (p 389, n. CLXVI).

Eugenio De-Levis ci trasmise il disegno d'un coperchio di sar-
cofago, di marmo bianco, egregiamente lavorato, trovato egualmente
a S. Genuario, presso la distrutta cappella volgarmente detta della B.V.
del Bottallo (Raccolta di diverse antiche iscrizioni, inscriz. VII, p. 11).

(1) Ai merli di questo castello, edificato circa il 1422, Gio. Andrea
Tizzoni, per menare vendetta dell'uccisione di suo nipote il conte Ric-
cardo, della contessa Beatrice, moglie di Riccardo e de' loro figli (V.
nota 3, p. 46), fece impiccare non pochi crescentinesi con al collo la
grazia del duca Carlo III di Savoia (Buffa, Breve cenno storico della
città di Crescentino, p. 57 -, Breve cenno storico del comune di S. Ge-
nuario, Torino, 1855, p. 20).
 
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