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Bullettino di archeologia cristiana — 3.1865

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Nr. 2 (Febbraro 1865)
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Inscriptions chrétiennes de la Gaule antérieures au VIIIme siècle réunies et annotées par Mr. Edmond Le Blant. Tome H.
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https://doi.org/10.11588/diglit.17352#0021

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— 13 —

Inscriptions chrétiennes de la Caule antcrie:;res aii VlHme siede
rcunies ci annotées par M. Edniond Le Blant.
Tome II.

Benché io non soglia dare luogo nel Bivlletlino ad
articoli propriamente e direttamente bibliografici, pare
l'apparizione d'un primo fascicolo del secondo tomo
contenente le cristiane iscrizioni delle Gallie, lavoro
insigne del eh. cav. Le Blant, m'induce a parlarne
alquanto per disteso ai miei lettori. I quali già sanno,
che i monumenti della cristiana epigrafia spettanti
alle vaste regioni nel secolo quarto governate dal pre-
fetto del pretorio delle Gallie sono dal Le Blant di-
stribuiti geograficamente : e poiché nel primo tomo
egli ci ha dato le epigrafi delle quattro province Lug-
dunensi, delle d'ie Belgiche , e delle due Germani-
che, nel secondo ci dà quelle delle così dette sette
province , cominciando dalla Viennese. La ricchezza
di cotesta provincia in fatto di iscrizioni cristiane è
già slata nel mio Ballettino ricordata (1), e più pre-
gevoli delle Viennesi a me sembrano le cristiane iscri-
zioni della vicina provincia Arelatense. Laonde bello
ed ubertoso è il campo, che s'apre dinanzi al valente
epigrafista francese pel secondo ed ultimo tomo della
sua opera. Io ragionerò in prima de' pregi di tutta
l'impresa ; poscia in ispecie del fascicolo , che testò
ha veduto la luce.

La diligenza e la perizia del Le Blant nell' adunar
la materia della sua raccolta sono note a tutti gli
studiosi dell' antica epigrafia per il primo tomo, che
da molli anni è nelle loro mani : il quale col secon-
do, che ora annuncio , è certamente uno dei grandi
lavori, onde la dottrina epigrafica ha preso e prende
ai nostri giorni la luce, la certezza, la solidità, che
la costituiscono vera scienza ed una delle fonti pri-
marie della storia antica. Ma la diligenza del racco-
gliere, la perizia del trascrivere, la sagacia dello sce-
gliere le migliori Ira le varianti lezioni non sono i
soli pregi del corpo epigrafico, di che io ragiono ;
nò questo fornisce soltanto ottimi materiali agli altrui
studii ed ai progressi della scienza. Il eh. Le Blant
nell' annotare le iscrizioni da lui raccolte mette in
opera un' erudizione filologica , antiquaria , cristiana
altrettanto scelta e variata, che giudiziosa ed esatta-
mente attinta alle sorgenti più pure ; pregio rarissimo
e troppo spesso appena apparente, non solido e sin-
cero, de' così detti lavori eruditi. Nò questo è agli
occhi mici il merito principale del dotto commento.
Oggi non fa mestieri affaticarci tanto nel dettare dis-
sertazioni erudite, quanto nell' imprendere e compire
ordinatamente e con metodo scientifico gli esami at-
tenti e minati, che ci conducono a scoprire le leggi,
il gradato svolgimento, le epoche varie, le varie fa-

st) V. Bull. 1863 p. 4".

miglie de' monumenti epigrafici. Da questo studio na-
sce la scienza verace dell'antica epigrafia; e così a
ciascun monumento è assegnato il suo luogo ed il
suo valoro. Il Le Blant viene cercando e distinguendo
le forinole proprie delle varie famiglie ; talché dal
solo esame del dettato e dello stile egli tenta discer-
nerc la patria e l'età delle iscrizioni ; di ciascuna
forinola egli si stadia determinare al possibile i con-
fini geografici e cronologici. E le osservazioni di sif-
fatto genere sparse per tutta l'opera egli promette
riassumere e sistematicamente ordinare nella prefa-
zione , che vedrà la luce dopo compiuto il secondo
volume ; dove ci darà perfino una carta geografica
delle famiglie epigrafiche, delle loro date e de' loro
formolarii. Questo è veramente grande progresso de'
nostri studii, e indirizzo de' medesimi a meta certa,
ed a scoprire rapporti dell' archeologia con la storia,
de' quali nò anco il sospetto era fino ad ora sorlo
nelle menti degli eruditi.

Accennati i pregi dell'opera in generale, veng
alle pagine testé divulgale del tomo secondo. Nello
(piali il commento, che sopra tutti primeggia, è quelle
ove il dotto autore annotando l'epitaffio d'una fedeli
di Vienna battezzata da s. Martino di Tours chiamate
Foedula, ampiamente tratta de' nomi umilianti ed ina
giuriosi sovente adottati dai primi Cristiani. Il Lo Blant-
medesimo ha slimato degno di peculiare attenzione
questo commento; e l'ha fatto divulgare separatamente
nei fascicoli del Luglio prossimo passato della lievuc
archéologique e degli Annales de philosophie chrótienne.
Ecco come egli pone le basi del suo discorso : « Lo
» spirito animatore della pagana società si manifesta
» perfino nella scelta dei nomi propri. Nobile, ele-
» gante e leggiera in sue costumanze, quella società
» amava i vocaboli fatti per richiamare a mente idee
» alte o ridenti o di bello e buono augurio. Quindi
» l'uso frequente de' nomi tolti dalle virtù generose :
» Pietas, Probitas, Aequilas, Dignitas ed i loro de-
» rivati; de' nomi di felice presagio: Abaseantus, Pro-
» fataras, Fortnnatus, Felicitas , Eutychus e simili ;
» quelli che ricordavano immagini leggiadre e qua-
» lità graziose: Melite, licione, Lepos, Eros, Amor,
» Suavis, Amoenus, Amali ilis, Jucundus , Charisius,
» Elegans, Cale, Prepon, Prepnsa , e l'affettalo di-
» minutivo Felicula. Con una ricercatezza , che Au-
» gusto volgeva in ridicolo , i pagani toglievano ap-
» pellativi delicati dai profumi, dai fiori, dalle perle,
» dalle gemme. Nati e viventi in mezzo ai gentili, i
» Cristiani sovente adoperarono questa foggia di no-
» menclatura : ma nella scella dei nomi, come in
» tanti altri punti, l'antagonismo delle due società mi
» sembra avere talvolta stampato fortemente la sua
 
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